Il brigatista era stato condannato a 21 anni per il delitto del giuslavorista e poi a cinque anni e otto mesi per banda armata, associazione con finalità terroristica e rapina in un processo a Roma. Aveva chiesto il riconoscimento del vincolo della continuazione tra le due sentenze, con riduzione della pena complessiva che adesso è dunque di 25 anni e 10 mesi
La Corte di assise di appello di Bologna ha deciso di ridurre di 10 mesi la pena di Simone Boccaccini, uno dei brigatisti giudicati colpevoli per l’attentato al professor Marco Biagi, ucciso il 19 marzo 2002 sotto la sua abitazione in via Valdonica. “Mi fa molta rabbia, ma ne prendo atto”, ha commentato Lorenzo Biagi, figlio minore del giuslavorista. “Per lo meno la pena è stata ridotta solo un minimo, dieci mesi. Certo questo non significa che sono contento, tutt’altro”.
Boccaccini, 61 anni, detenuto a Alessandria, era stato condannato a 21 anni a Bologna per il delitto del giuslavorista e poi a cinque anni e otto mesi per banda armata, associazione con finalità terroristica e rapina in un processo a Roma. Aveva chiesto, tramite il suo difensore, avvocato Massimo Focacci, il riconoscimento del vincolo della continuazione tra le due sentenze, con riduzione della pena complessiva che adesso è dunque di 25 anni e 10 mesi. Il sostituto pg Valter Giovannini non si era opposto, chiedendo però una riduzione minima perché “lo Stato deve rispettare la legge, ma anche affermare la sua supremazia nei confronti di questi soggetti che fecero rivivere al Paese un terrore che si pensava ormai superato per sempre”. La difesa aveva sostenuto che quando Boccaccini aderì al gruppo eversivo delle nuove Br, tra il 1998 e il 1999, era già chiaro il piano programmatico che comprendeva anche attentare alla vita di persone chiamate a collaborare col Governo in tema di lavoro, elaborando strategie e norme avversate dalle nuove Br.
Per l’omicidio Biagi sono stati condannati all’ergastolo Nadia Desdemona Lioce, Roberto Morandi, Marco Mezzasalma e Diana Blefari Melazzi, che si impiccò in cella con strisce di lenzuola il 31 ottobre 2009. A Boccaccini, il carcere a vita in primo grado fu ridotto a 21 anni in appello, per la concessione delle attenuanti generiche, e la Cassazione confermò.