Ivan si è raccontato a Silvia Toffanin durante la puntata "VerissimoSpeciale Amici
“Non mi definisco un eroe, mi sono rotto le scatole di essere un malato e ho voluto ritornare a essere il protagonista della mia vita”: queste le parole di Ivan Cottini, ex ballerino di Amici affetto da sclerosi multipla. Il giovane ha rilasciato una lunga intervista a Silvia Toffanin durante la puntata “VerissimoSpeciale Amici“. Un racconto che non lascia indifferenti: “Facevo il modello, una sera mi sono addormentato invincibile e padrone del mondo e mi sono risvegliato fragile e piccolo così. Non vedevo da un occhio, avevo difficoltà a stare in piedi e mi ero fatto la pipì addosso. Facevo una vita un po’ sregolata e pensavo fosse una conseguenza di questa, così mi sono rimesso a dormire, ma al mio risveglio stavo peggio e lì mi sono allarmato molto. Dopo la diagnosi ho reagito malissimo. Avevo 27 anni, il mio corpo stava cambiando e non avevo neanche il tempo di metabolizzare le cose. Sono uscito di testa e anche la mia famiglia perché questa è una malattia che risucchia tutte le persone care che ti stanno intorno. Il primo anno ero seguito dallo psicologo e dallo psichiatra perché pensavano potessi fare qualcosa di brutto”.
Eppure, Ivan ha portato una speranza a chi come lui soffre di questa malattia: “Nella fase iniziale quando persi tutto, persi anche la fidanzata con cui stavo da tempo. Però poi è arrivata Valentina, una pazza che veniva a trovarmi sempre in ospedale. Ci siamo conosciuti in ospedale, fidanzati in ospedale, abbiamo fatto tutto in ospedale, anche la prima cena e la prima volta a letto insieme“.
E il desiderio più grande, quello di avere una figlia, che Ivan è riuscito a coronare: “Volevo diventare papà a tutti i costi e così senza dire niente ai medici ho sospeso all’improvviso tutti i farmaci. È stata una scelta d’impulso, ma alla fine è arrivata Viola. Lo desideravo tantissimo”. Una scelta che molti hanno criticato, ha raccontato Ivan, accusandolo di averlo fatto senza pensare che poi non avrebbe potuto crescerla: “La vera sfida quotidiana non è la sclerosi, è stare dietro a mia figlia. L’opinione pubblica mi ha criticato per la mia decisione di diventare papà, anche perché molti sostenevano che non avrei potuto crescerla, giocare con lei, portarla in giro. Posso fare solo attività da seduto ma senza vergogna posso dire di avere dei momenti di condivisione bellissimi con mia figlia”.