Il vicepremier risponde alle parole della ministra del Carroccio Erika Stefani, che in un’intervista chiede “a Conte e al Movimento di esplicitare la loro posizione”. Salvini: “La tirano lunga, non si capisce perché”
Non ci sono solo la campagna elettorale per le Europee e il decreto Sicurezza bis a dividere i soci di governo. Uno dei nodi su cui Lega e M5s non riescono a trovare un’intesa è quello dell’Autonomia: determinante per il Carroccio, da rimandare il più possibile per il M5s. A riaprire il capitolo oggi è stata un’intervista su La Stampa della ministra per gli Affari regionali del Carroccio Erika Stefani: “La frenata sulla riforma è evidente. Chiedo al premier Giuseppe Conte e al Movimento di esplicitare la loro posizione”. E proprio a queste dichiarazioni ha risposto Luigi Di Maio: “Mi sembra strano che ci sia urgenza”, ha commentato da Como, “che si debbano portare in cdm prima del 26 maggio, erano stati ragionevoli fino all’altro ieri. Mi sembra un modo di nascondere scandali di corruzione che hanno coinvolto la Lega”. Un riferimento molto più che provocatorio alle ultime inchieste per tangenti che hanno travolto la Lombardia e in particolare la città simbolo del Carroccio Legnano. E ha concluso: “Il testo sull’autonomia è scritto male, vogliamo migliorarlo, per fare in modo che non ci siano conseguenze per le altre Regioni”.
Il problema resta: manca una settimana al voto per le Europee e rimane da capire quali provvedimenti potranno essere affrontati in cdm prima di quella data. Matteo Salvini, anche lui impegnato negli ultimi comizi, ha ribadito che l’Autonomia per la Lega è prioritaria: “I 5 Stelle la stanno tirando in lunga, non ho capito perché”, ha commentato arrivando a Verona. “Anche sull’autonomia noi siamo pronti da mesi. Il Veneto aspetta, la Lombardia aspetta, l’Emilia Romagna aspetta, ma altre sette regioni italiane hanno chiesto più’ autonomia, più’ efficienza, più’ trasparenza”, ha tenuto a sottolineare.
Migranti, la lettera dell’Onu e Sea Watch – L’Autonomia non è il solo scontro sul tavolo oggi. Nelle scorse ore infatti è stata diffusa una lettera inviata dall’Onu al ministero dell’Interno per criticare la gestione delle “politiche migratorie”. Alle Nazioni Unite ha replicato Salvini dicendo che “è roba da Scherzi a parte”. Di Maio ha invece usato toni più cauti, anche se non si è contrapposto al socio di governo: “Penso”, ha detto, “che è assurdo che l’Onu commenti un decreto che ancora deve essere visionato dal Consiglio dei ministri. Ma penso anche che bisogna abbassare un po’ i toni, non possiamo portare l’Italia a litigare sempre con tutti. Io non voglio un Paese in rissa, voglio pensare alle imprese e al lavoro ed è quello che sto facendo in questi giorni”.
Una delle questioni da risolvere velocemente è quella dei migranti sulla Sea Watch: 46 persone attendono una decisione dell’Italia. Se per Salvini i porti sono e restano chiusi, per Di Maio ci potrebbe essere uno spiraglio di trattativa. “Prima di farli sbarcare, e far scattare il regolamento di Dublino, dobbiamo avere la garanzia che l’Europa se ne prenda carico, altrimenti resteranno solo in carico all’Italia”, ha dichiarato. “La politica migratoria portata avanti come governo fino a ora è stata efficace. Noi siamo per la redistribuzione dei migranti in Europa, per una linea che consenta all’Italia di affrontare questo problema senza doversi sobbarcare tutti i migranti”.
Famiglia – Altro terreno di battaglia sono gli aiuti alle famiglie. Di Maio insiste nel voler lavorare a un decreto, mentre Salvini con il suo ministro Fontana volevano già inserirli come emendamenti al decreto Crescita. Oggi il leader M5s ha detto di voler andare avanti per la sua strada: “Spero di chiudere il prima possibile il decreto famiglia, sia tutti gli altri adempimenti che dobbiamo fare”, ha dichiarato. “Abbiamo un decreto in cui destiniamo un miliardo di euro per aiuti alle famiglie che fanno figli per favorire la crescita demografica, un miliardo dai risparmi del reddito di cittadinanza che non utilizzeremo”. E ha concluso: “Nella legge di bilancio metteremo altri miliardi, su pannolini, baby sitter, asili nido”.
Sul tema oggi si è esposto anche il Forum delle Associazioni Familiari: “Siamo sorpresi e dispiaciuti di questo clima”, ha detto il presidente Gigi De Palo, “che non rispecchia quello unitario creato tra tutti i partiti al Tavolo convocato dal ministro Di Maio presso il Mise. Il miliardo di cui si parla è molto importante perché rappresenta il primo passo attraverso il quale poter creare le premesse affinché nella prossima Legge di stabilità possano essere inserite riforme strutturali per le famiglie”. E ha aggiunto: “Al Tavolo tecnico, insieme a tutte le forze politiche, si è convenuti nel destinare questo miliardo avanzato dal Reddito di cittadinanza alla proposta del Forum di #assegnoXfiglio. Ora chiediamo di evitare ulteriori polemiche e ci appelliamo a tutti i partiti: le famiglie hanno bisogno di unità, anche se siamo in campagna elettorale”.