Fu tra i fondatori di Articolo Uno-Mdp nel febbraio 2017: ora, in un'intervista a Repubblica annuncia la volontà di tornare nel Partito democratico dopo le urne. "Ritengo di poter dare il mio contributo all’opera di Zingaretti. Uscire dal Pd fu un tentativo generoso che però è fallito"
Enrico Rossi vuole tornare nel Partito democratico e dopo le elezioni Europee del prossimo 26 maggio chiederà l’iscrizione. “Penso semplicemente che ci siano le condizioni per rientrare dopo le elezioni. E lo dico prima, perché non si pensi che dipenda dal risultato delle urne”, ha annunciato in un’intervista a Repubblica il governatore della Toscana che fu tra i fondatori di Articolo Uno-Mdp nel febbraio 2017. “In quel momento uscire dal Pd mi sembrò la cosa giusta da fare. Poi i risultati elettorali hanno dimostrato che invece io e gli altri abbiamo sbagliato“, ha ammesso Rossi.
“Dopo le elezioni chiederò l’iscrizione al Pd”, ha spiegato il governatore, specificando che non si è consultato con l’attuale segretario Pd Nicola Zingaretti “prima di decidere questo passo”. “Ritengo di poter dare il mio contributo all’opera di Zingaretti, che, lo ha detto anche Matteo Renzi, ha avuto il grande merito di riaprire, tenere insieme“, ha sottolineato Rossi nel corso della sua intervista a Repubblica.
Tornando all’esperienza di Articolo Uno-Mdp, durata per lui a questo punto poco più di due anni, Rossi ha parlato di “un tentativo generoso” che però “è fallito“. “L’idea che con la scissione si potesse recuperare coloro che protestavano per le politiche del Pd votando M5s o addirittura Lega non ha funzionato”, ha spiegato il governatore. Che ora ritiene prioritario “riunire una forza che vada dai liberali alla sinistra” per tornare a “vincere”. Secondo Rossi, serve “mettere in campo elementi civici che non si riconoscono nell’incompetenza dei Cinquestelle e nel populismo della Lega che liscia il pelo al neofascismo”.
Sull’accoglienza che riceverà al suo ritorno del Pd, Rossi ha commentato: “L’importante è che non ci siano aggressioni. Da parte mia non ce ne saranno”. Per poi concludere che “è meglio subire un’aggressione pur di riunire la sinistra piuttosto che rispondere con aggressività”.