Non solo la tensione tra i soci di governo, ora la Lega mette anche in discussione l’imparzialità del presidente del Consiglio. Mentre Matteo Salvini e il M5s si scontrano sul caso della Sea Watch, il sottosegretario del Carroccio Giancarlo Giorgetti ha preso di mira il premier Giuseppe Conte. “Non è una persona di garanzia. È espressione dei 5 Stelle ed è chiamato alla coerenza di appartenenza”, ha detto in un’intervista a la Stampa. Parole che hanno fatto molto rumore perché arrivate a una settimana dalle elezioni Europee, ma soprattutto a poche ore dal Consiglio dei ministri dove si preannuncia l’ennesima resa dei conti. “C’è una grammatica costituzionale”, ha dichiarato il premier, “se si mette in dubbio l’imparzialità e l’operato del presidente del Consiglio si mette in discussione anche l’azione di governo e allora bisogna farlo in base a percorsi chiari e trasparenti. Le sedi ufficiali sono innanzitutto il Consiglio dei ministro e in prospettiva anche il Parlamento. Non possiamo accettare allusioni, insinuazioni affidate alla stampa con una mezza intervista, un mezzo video su Facebook. Chi lo fa se ne assuma conseguentemente la responsabilità“.
Poco prima era intervenuto Matteo Salvini cercando di smorzare i toni: “Conte è super partes ‘sempre'”, aveva detto. Ma alla domanda se stesse smentendo Giorgetti ha anche detto: “Io non smentisco mai Giorgetti. In medio stat virtus”. Successivamente, però, il ministro dell’Interno ha precisato la sua posizione: “Che Conte fosse un ministro indicato dai 5 stelle non è mistero, quando ha poi preso posizione sulla Tav non ero d’accordo” ha detto Salvini durante la registrazione di Quarta Repubblica. “Io lo giudico dai fatti – ha aggiunto – Conte ha la mia fiducia, l’Italia ha bisogno di un governo. Io ho dato la mia parola e la porto fino in fondo”. Troppe liti? “Io mi taccio, non guardo, vado avanti – ha sottolineato – Sul tema delle tasse però cambierei io mio atteggiamento costruttivo se trovassi ostacoli alla riduzione”, sottolinea Salvini.
Decisivo a questo punto sarà l’incontro in cdm. “Sono convinto che oggi se ne parlerà”, ha confermato il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. “Guai ad attaccare un presidente del consiglio che tiene insieme due forze differenti. Voglio parlare con Giancarlo, non si può mettere in dubbio l’imparzialità del presidente del consiglio”. Solo ieri sera il ministro M5s aveva attaccato direttamente Salvini per le sue parole inquisitorie sulla Sea Watch con cui chiedeva “chi fosse al corrente dello sbarco”: “Se ha dei problemi me lo dica in faccia”, aveva dichiarato.
Giorgetti a la Stampa: “I 5 stelle ci fanno opposizione. Conte è loro espressione”
L’attacco di Giorgetti, raccolto dal quotidiano durante una cena di imprenditori a Torino, non si è limitato a Conte. “I 5 stelle ci fanno opposizione“, ha detto. “In queste ultime tre settimane il governo è in stallo per la campagna elettorale. Doveva essere una campagna sulle cose da fare in Italia e in Europa, invece siamo rimasti alle varie ed eventuali. Al caos“. Sui motivi dello scontro interno si è soffermato il sottosegretario leghista: “La campagna elettorale ha paralizzato il governo”, ha detto Giorgetti sempre a La Stampa. “Il consiglio dei ministri (di oggi, nda) era fissato per il decreto sicurezza ora siamo in surplace come nel ciclismo. Perché è nato all’ultimo momento il decreto famiglia e lo hanno messo come contrappeso o come ricatto contro Salvini. Questi sono bracci di ferro in chiave elettorale però c’è bisogno di affrontare i temi che servono agli italiani. La campagna elettorale a tanti non interessa”. Giorgetti ha quindi attaccato il M5s: “Loro con i punti fermi non aiutano a risolvere i problemi, il Paese ha bisogno di sbloccarsi e loro hanno posizioni, magari legittime dal punto di vista ideologico, ma troppo ideologiche”. Sul premier Conte, Giorgetti ha detto: “Conte ha cercato e cerca di interpretare un ruolo di mediazione che non può essere solo quello dei buoni sentimenti. La sensibilità politica lui non ce l’ha e quando lo scontro si fa duro ed è chiamato a scendere in campo fa riferimento alla posizione politica di chi lo ha espresso. Non ha i pregiudizi ideologici del mondo grillino. Ma lui non è una persona di garanzia. È espressione dei Cinque Stelle ed è chiamato alla coerenza di appartenenza”.
Il Consiglio dei ministri alle 16 e alle 20: attesa per decreto Sicurezza bis e decreto natalità
Per quanto riguarda la giornata di lavoro del consiglio dei ministri, è durata all’incirca una ventina di minuti la riunione convocata alle ore 16. Si tratta della “prima parte” del cdm, che riprenderà alle 20.30 dopo che il premier Giuseppe Conte sarà rientrato da Norcia. Tra i ministri che hanno partecipato alla riunione c’era vicepremier Luigi Di Maio, che subito dopo ha lasciato la sede del governo. Assenti, invece, Salvini e Giorgetti. Sul tavolo, sono attesi il dl Sicurezza bis e il dl Famiglia, anche se l’ordine dei lavori fin qui noto prevede solo “l’inizio dei lavori” sui due testi, formula che potrebbe preludere a un rinvio. Entrambe le norme, del resto, sono state negli ultimi giorni al centro della discussione accesa tra il due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Le misure in scadenza da affrontare sono invece alcune leggi regionali e le nomine del comandante generale della Guardia di Finanza e del ragioniere generale dello Stato.
Pd: “Sono al capolinea, Conte salga al Quirinale”. Fi: “Certificata l’agonia”
Secondo il Partito democratico la crisi è arrivata a un punto tale da rendere necessario valutare l’incontro con il presidente della Repubblica. “Nel governo volano stracci”, ha detto la vicesegretaria del Pd Paola De Micheli. “Oggi, dopo una clamorosa intervista del sottosegretario Giorgetti, il premier Conte si difende parlando di accuse gravi sulla messa in discussione della sua imparzialità. Intanto è confermato il Consiglio dei ministri in due tempi, con all’ordine del giorno solamente, a quanto si apprende, ulteriori nomine che sono il vero collante di Lega e M5s al governo. Sono uniti solo dalle poltrone. A questo punto il presidente Conte non perda altro tempo: se non dovessero esserci più le condizioni per proseguire, essendo ormai giunti al capolinea, ne tragga le conseguenze e salga al Quirinale”.
La presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini ha parlato invece di “agonia certificata”: “Lo scontro tra il premier Conte e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giorgetti, che dovrebbe essere il suo interlocutore fiduciario nel Consiglio dei Ministri, certifica la fine politica di un governo paralizzato dai veti e in cui il presidente del Consiglio non è più in grado di mantenere l’unità di indirizzo politico. Invece di protestare tramite agenzie di stampa contro la Lega che non ne riconosce più l’imparzialità, Conte prenda atto della situazione e pretenda un chiarimento definitivo al Consiglio dei Ministri di stasera, per il bene del Paese”.