Avevamo detto che era il campionato più noioso e scontato dell’ultimo decennio. Era vero, ma avevamo sottovalutato Inter e Fiorentina, Spalletti e Montella, il più grande, incredibile, esilarante psicodramma calcistico che potrebbe realizzarsi domenica. Tra Milano e Firenze, San Siro e il Franchi, si giocano due spareggi: se l’Inter perde in casa contro l’Empoli e la Fiorentina contro il Genoa, con le contemporanee vittorie delle rivali (Atalanta e Milan, mentre in coda al Bologna serve un punto) i nerazzurri sono fuori dalla Champions e la Viola addirittura in Serie B. È una combinazione complessa, è difficile, ma può succedere davvero.
Se all’improvviso il campionato ha ritrovato un senso e ci regalerà almeno un’ultima giornata al cardiopalma non è certo per il valore della Serie A, ma solo grazie al calendario che prevede questo doppio incrocio. Un puro caso, insomma, che non cambia nulla sulla valutazione della stagione, anzi. Perché oltre al caso contribuiscono i demeriti delle squadre in questione. Quelli dell’Inter sono enormi. Il finale di campionato dei nerazzurri è agghiacciante. La sconfitta per 4-1 a Napoli, contro una squadra senza più nulla da chiedere in una partita in cui sarebbe bastato un punto per garantirsi un finale tranquillo, è ingiustificabile. Prima c’erano stati i pareggini casalinghi contro Roma e Juventus, la sconfitta con la Lazio, mille match point sprecati e un capitale di sei punti di vantaggio dilapidato. Nulla succede per caso. Inutile tornare sulle cause (forse anche giuste nel merito), ma la telenovela Icardi ha distrutto lo spogliatoio e svilito il principale patrimonio tecnico ed economico della squadra. Poi si è aggiunta pure la telenovela Spalletti, logorato dalla voci sempre più insistenti sull’arrivo di Antonio Conte: mai come oggi il cambio in panchina sembra necessario, però l’incertezza ha destabilizzato in maniera definitiva una squadra già in precario equilibrio. Tutto gestito nel peggiore dei modi. Senza gioco (quello non l’ha mai avuto), senza neppure più una guida autorevole, oggi l’Inter è una squadra completamente allo sbando che deve per forza vincere contro l’Empoli e non ha la più pallida idea di come fare. Il rischio concreto è di azzerare in novanta minuti anche quel poco di buono che era stato costruito negli ultimi due anni: un fallimento epocale.
Che dire della Fiorentina. Situazione quasi identica, cambiano solo cause, contesto e posizione. Stagione altalenante che si è fatta deludente a febbraio-marzo quando è sfumata la qualificazione in Europa, ma poteva ancora essere trionfale con la semifinale di Coppa Italia da giocare. Per provare a invertire il trend negativo ed alzare il trofeo la società ha deciso di esonerare Pioli e riaffidarsi a Vincenzo Montella. Non l’avesse mai fatto. In coppa contro l’Atalanta comunque non c’è stata storia. Si poteva ancora concludere con dignità, ma ormai i buoi erano scappati dalla stalla. Si doveva almeno finire in tranquillità, alla Fiorentina da oltre un mese basta un punticino per la salvezza matematica: non l’ha mai fatto, le ha perse tutte. Montella ha totalizzato l’incredibile record di due punti in nove partite, ora siamo a cinque sconfitte di fila. Non è più calcio, è una tragicommedia.
In fondo però Inter e Fiorentina rappresentano al meglio questa stagione balorda della Serie A. Che forse si merita davvero un finale indimenticabile. A San Siro Empoli subito in vantaggio con Ciccio Caputo. Fischi, mani tra i capelli e occasioni a grappolo, Dragowski le para tutte. Icardi entra e segna il gol della speranza a dieci minuti dalla fine, mentre la Fiorentina perde col Genoa ma è ancora salva. Al 90’ coi nerazzurri tutti riversati in avanti e Ranocchia centravanti ancora Caputo fa l’incredibile rete dell’1-2. Spalletti piomba in conferenza stampa, dove attacca Marotta, Ausilio, Icardi, Wanda e dichiara guerra pure alla Cina, mentre Montella è ancora paralizzato in panchina, col suo ormai proverbiale sorriso di plastica. L’Inter è fuori dalla Champions, la Fiorentina in Serie B. Vi prego, regalateci questo sogno. O questo incubo, a seconda dei punti di vista.