I dipendenti licenziati che investono la loro indennità di disoccupazione per rilevare l’azienda fallita, riuscendo a salvare i posti di lavoro e la produzione: è il caso della TerniPan di Amelia, in provincia di Terni, in Umbria. Quattro grandi forni industriali, di cui uno a legna, un’azienda storica che ha avuto tanti problemi: tre fallimenti e un rischio di chiusura definitiva. Poi la svolta: 25 dei 150 dipendenti decidono di utilizzare la loro Naspi (la Nuova assicurazione sociale per l’impiego) per salvare l’azienda creando una cooperativa. “Siamo stati licenziati e abbiamo ricevuto il sussidio che ti assiste per due anni in attesa di lavoro. Noi abbiamo preferito richiederlo tutto subito e abbiamo messo 12mila euro a testa. Così abbiamo salvato il posto di lavoro per tutti noi”, racconta Marco Piciucchi, responsabile del reparto manutenzione. Oggi la gestione è passata nelle mani dei lavoratori: tutti i giorni da questa azienda immersa nelle colline umbre partono 150 quintali di pane fresco per i supermercati di Lazio, la stessa Umbria, Toscana e Marche. Ci sono 68 dipendenti fissi più altri 80 addetti ai trasporti.
Piciucchi è uno dei lavoratori che ha creduto nella proposta di creare una cooperativa nata dall’intuizione del manager ternano Emiliano Cariani, presidente della cooperativa creata dagli stessi dipendenti, con il supporto dal punto di vista professionale e finanziario di Confcooperative che ha messo in campo le proprie risorse territoriali e nazionali. “È stata per me una sfida, ho 20 anni d’esperienza in materia di amministrazione – spiega Cariani – e ho voluto evitare che un marchio storico e manifatturiero fosse depredato o trasferito altrove lasciando tante famiglie sul lastrico. Così ho convocato tutti i dipendenti più legati alla loro azienda in un’assemblea ad Amelia ed è nata la nostra cooperativa TerniPan”.
Fino al 2011 l’azienda contava 700 dipendenti con un fatturato di 160 milioni, poi il crollo fino al fallimento. Una parabola che solo nel 2018 ha accomunato più di 11mila aziende in Italia, secondo i dati Istat. Oggi la tendenza è al ribasso rispetto agli anni precedenti, con un recupero diffuso in più settori e in quasi tutte le aree geografiche del paese. Quello che spera di vivere anche la nuova TerniPan che per il momento conta su un fatturato di 12 milioni di euro. Ma la sfida del manager Cariani è di migliorare di anno in anno con la speranza di farla crescere, e renderla una delle eccellenze dell’Italia centrale.
Antonio Rossi, uno degli storici dipendenti, racconta: “Lavoro qui da 31 anni, sono in reparto distribuzione, dopo i tre fallimenti abbiamo avuto paura, soprattutto negli ultimi dieci anni. Spero che con questa nuova cooperativa possiamo avere un futuro roseo”. Per i lavoratori come Piciucchi, tra i fondatori della cooperativa, nella pratica nulla è cambiato: “La mia posizione è rimasta la stessa, anche lo stipendio è rimasto invariato. Abbiamo mantenuto il contratto nazionale dei panificatori. A volte, per la maggiorazione dei turni notturni, mi ritrovo in busta paga circa 1400/1500 euro al mese”.
La storia della TerniPan ebbe inizio i primi del ‘900 quando Ferdinando Novelli iniziò la produzione di pane nel suo mulino. Infatti Interpan, oggi TerniPan, era un ramo della storica azienda Novelli che negli anni aumentò la produzione fino a rifornire tutta la città di Terni. La famiglia acquisì nuove sedi produttive a Roma, Latina ed Amelia, trasformando una produzione locale in una industriale, ampliando la rete di vendita in tutta Italia. Negli anni ’80 l’azienda arrivò a diversificare la propria produzione: oltre al pane, anche pizza, prodotti da forno e uova fresche. Poi gli anni difficili, i tre fallimenti e infine, il 21 febbraio scorso, la nascita della coop che ha rilevato l’azienda nell’ambito dell’ultimo procedimento fallimentare. Ora, spiega Cariani, la ricetta è “una filiera corta, controllo diretto e alta qualità. È il segreto per fare crescere questa nuova cooperativa”.
Lavoro & Precari
Terni, dipendenti rilevano l’azienda fallita investendo l’indennità di disoccupazione: salvati posti di lavoro e produzione
La TerniPan di Amelia è sopravvissuta al fallimento grazie a 25 lavoratori che hanno creato una cooperativa seguendo l'idea di Emiliano Cariani: "Siamo stati licenziati e abbiamo ricevuto il sussidio Naspi. Noi lo abbiamo richiesto tutto e abbiamo messo 12mila euro a testa. Così abbiamo salvato il posto per tutti”. Oggi dall'azienda partono 150 quintali di pane fresco al giorno, ci sono 68 dipendenti fissi più altri 80 addetti ai trasporti
I dipendenti licenziati che investono la loro indennità di disoccupazione per rilevare l’azienda fallita, riuscendo a salvare i posti di lavoro e la produzione: è il caso della TerniPan di Amelia, in provincia di Terni, in Umbria. Quattro grandi forni industriali, di cui uno a legna, un’azienda storica che ha avuto tanti problemi: tre fallimenti e un rischio di chiusura definitiva. Poi la svolta: 25 dei 150 dipendenti decidono di utilizzare la loro Naspi (la Nuova assicurazione sociale per l’impiego) per salvare l’azienda creando una cooperativa. “Siamo stati licenziati e abbiamo ricevuto il sussidio che ti assiste per due anni in attesa di lavoro. Noi abbiamo preferito richiederlo tutto subito e abbiamo messo 12mila euro a testa. Così abbiamo salvato il posto di lavoro per tutti noi”, racconta Marco Piciucchi, responsabile del reparto manutenzione. Oggi la gestione è passata nelle mani dei lavoratori: tutti i giorni da questa azienda immersa nelle colline umbre partono 150 quintali di pane fresco per i supermercati di Lazio, la stessa Umbria, Toscana e Marche. Ci sono 68 dipendenti fissi più altri 80 addetti ai trasporti.
Piciucchi è uno dei lavoratori che ha creduto nella proposta di creare una cooperativa nata dall’intuizione del manager ternano Emiliano Cariani, presidente della cooperativa creata dagli stessi dipendenti, con il supporto dal punto di vista professionale e finanziario di Confcooperative che ha messo in campo le proprie risorse territoriali e nazionali. “È stata per me una sfida, ho 20 anni d’esperienza in materia di amministrazione – spiega Cariani – e ho voluto evitare che un marchio storico e manifatturiero fosse depredato o trasferito altrove lasciando tante famiglie sul lastrico. Così ho convocato tutti i dipendenti più legati alla loro azienda in un’assemblea ad Amelia ed è nata la nostra cooperativa TerniPan”.
Fino al 2011 l’azienda contava 700 dipendenti con un fatturato di 160 milioni, poi il crollo fino al fallimento. Una parabola che solo nel 2018 ha accomunato più di 11mila aziende in Italia, secondo i dati Istat. Oggi la tendenza è al ribasso rispetto agli anni precedenti, con un recupero diffuso in più settori e in quasi tutte le aree geografiche del paese. Quello che spera di vivere anche la nuova TerniPan che per il momento conta su un fatturato di 12 milioni di euro. Ma la sfida del manager Cariani è di migliorare di anno in anno con la speranza di farla crescere, e renderla una delle eccellenze dell’Italia centrale.
Antonio Rossi, uno degli storici dipendenti, racconta: “Lavoro qui da 31 anni, sono in reparto distribuzione, dopo i tre fallimenti abbiamo avuto paura, soprattutto negli ultimi dieci anni. Spero che con questa nuova cooperativa possiamo avere un futuro roseo”. Per i lavoratori come Piciucchi, tra i fondatori della cooperativa, nella pratica nulla è cambiato: “La mia posizione è rimasta la stessa, anche lo stipendio è rimasto invariato. Abbiamo mantenuto il contratto nazionale dei panificatori. A volte, per la maggiorazione dei turni notturni, mi ritrovo in busta paga circa 1400/1500 euro al mese”.
La storia della TerniPan ebbe inizio i primi del ‘900 quando Ferdinando Novelli iniziò la produzione di pane nel suo mulino. Infatti Interpan, oggi TerniPan, era un ramo della storica azienda Novelli che negli anni aumentò la produzione fino a rifornire tutta la città di Terni. La famiglia acquisì nuove sedi produttive a Roma, Latina ed Amelia, trasformando una produzione locale in una industriale, ampliando la rete di vendita in tutta Italia. Negli anni ’80 l’azienda arrivò a diversificare la propria produzione: oltre al pane, anche pizza, prodotti da forno e uova fresche. Poi gli anni difficili, i tre fallimenti e infine, il 21 febbraio scorso, la nascita della coop che ha rilevato l’azienda nell’ambito dell’ultimo procedimento fallimentare. Ora, spiega Cariani, la ricetta è “una filiera corta, controllo diretto e alta qualità. È il segreto per fare crescere questa nuova cooperativa”.
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Da Il Fatto Quotidiano in Edicola
Cecilia Sala, 14 giorni in cella. Ipotesi trattativa su Abedini. Lei sente la famiglia: ‘Fate presto, dormo per terra. Mi hanno tolto gli occhiali’
Ambiente & Veleni
Dalla protesta dei trattori al Green Deal svuotato: i 12 mesi in cui l’Europa e l’Italia hanno sabotato la tutela dell’ambiente. E Big Oil festeggia il ritorno al fossile
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Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "Chiediamo al Governo verità e chiarezza sulle condizioni di detenzione della nostra connazionale Cecilia Sala. E ribadiamo la totale disponibilità a collaborare con la maggioranza per ottenere la liberazione immediata. Non c'è altro tempo da perdere, non ci sono vacanze che tengano". Lo scrive sui social Marco Furfaro del Pd.
"Da 14 giorni Cecilia Sala è in isolamento completo. E le sue condizioni di detenzione sono ben lontane da quelle che il ministro Tajani ci aveva raccontato, arrivando a definirle 'dignitose'. In una cella senza letto, con una semplice coperta da usare come materasso. Privata del sonno attraverso la cosiddetta 'tortura bianca', con i fari della cella tenuti accesi giorno e notte".
"E il pacco con i beni di prima necessità (un ricambio di vestiti, una mascherina per gli occhi, prodotti per l'igiene), che l'ambasciatrice italiana ha tentato di consegnarle? Mai arrivato, malgrado il ministro degli Esteri avesse assicurato il contrario".
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "Calpestare la dignità di Cecilia Sala significa calpestare la dignità dell’Italia". Lo scrive Beppe Provenzano sui social rilanciando la nota del Pd con Elly Schlein sul caso di Cecilia Sala.
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - “A distanza di due settimane, è evidente che quella della giornalista italiana Cecilia Sala da parte delle autorità iraniane è una detenzione arbitraria, in condizioni durissime a quel che si apprende dalla stampa, stante anche la vaghezza dei capi accusa". Lo scrivono in una nota il segretario di +Europa, Riccardo Magi e il deputato di +E Benedetto Della Vedova.
"Per questo troviamo positive importanti le parole dell’Alto Rappresentante dell’Unione Europea, Kaja Kallas, che ha chiesto il rilascio immediato di Cecilia Sala aggiungendo che 'il giornalismo non è un reato'. Pur con la doverosa cautela, e anche considerando che siamo di fronte all’uso brutale della cosidetta 'diplomazia degli ostaggi' praticata dai regimi illiberali, il Governo dovrebbe al più presto riferire al Parlamento, e nel caso anche al Copasir, per chiarire quali siano le sue valutazioni e intendimenti, in modo da garantirsi il pieno sostegno di tutte le forze politiche alle sue azioni”.
Bari, 2 gen. - (Adnkronos) - Un neonato è stato trovato morto questa mattina nella culla termica sistemata da alcuni anni in un locale accessibile a qualsiasi ora della chiesa di San Giovanni Battista a Bari.
Sul posto sono intervenuti gli agenti della Squadra volante e della Squadra mobile della Questura a indagare e a svolgere accertamenti per capire chi lo abbia lasciato e se era già morto.
E' quasi certo che verranno svolti accertamenti sulle telecamere di videosorveglianza. La culla termica è collegata tramite dei sensori e con un sistema di allarme al telefono cellulare del parroco.
Milano, 2 gen. (Adnkronos) - Una ragazza di 22 anni ha riferito di essere stata violentata durante la notte di Capodanno nei bagni del Magnolia, uno dei circoli Arci più noti del Milanese, vicino all’Idroscalo di Segrate. A quanto si apprende, durante la serata 'We love 2000' organizzata nella struttura per festeggiare il nuovo anno, la giovane avrebbe conosciuto un ragazzo, verosimilmente di origine nordafricana, con il quale si è appartata nei bagni del locale. Lì, stando a quanto raccontato dalla 22enne, ci sarebbe stato un rapporto sessuale non consenziente. Una volta dato l’allarme, sul posto sono intervenuti i carabinieri e la giovane è stata trasportata alla clinica Mangiagalli, dove sono stati effettuati i controlli del caso.
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - Il nuovo anno si apre con brutte notizie per gli automobilisti italiani. Guardando ai premi medi emerge che le tariffe Rc auto continuano a crescere, con effetti negativi anche sui guidatori virtuosi. Secondo i dati dell’Osservatorio di Facile.it, a dicembre 2024 per assicurare un veicolo a quattro ruote in Italia occorrevano, in media, 643,95 euro, vale a dire il 6,19% in più rispetto a dodici mesi prima.
''Il rallentamento dell’inflazione e la stabilizzazione dei tassi di sinistrosità stanno sicuramente iniziando ad avere i primi effetti positivi sul fronte dei prezzi RC auto, che nel corso 2024, pur rimanendo elevati, hanno visto rallentare il loro trend di crescita - spiega Andrea Ghizzoni, Managing Director assicurazioni di Facile.it- . Se il contesto economico rimarrà stabile, ci aspettiamo che gli effetti positivi si trasmettano integralmente sul mercato RC auto e che la curva di prezzi possa tornare a stabilizzarsi. In un contesto come questo, confrontare le offerte di diverse compagnie può rivelarsi fondamentale per individuare il prodotto più adatto alle proprie esigenze e risparmiare''.
Sono oltre 585.000 automobilisti italiani - sempre secondo l’osservatorio di Facile.it - gli assicurati che, a causa di un sinistro con colpa dichiarato nel 2024, vedranno peggiorare quest’anno la propria classe di merito, con relativo aumento del costo dell’Rc auto.
Dall’analisi del comparatore – realizzata su un campione di oltre 955mila preventivi raccolti su Facile.it tra novembre e dicembre 2024 – è emerso che la quota di guidatori colpiti dai rincari a causa di un sinistro con colpa è pari all’1,78% del totale. Se, come detto, a livello nazionale la percentuale di automobilisti che nel 2024 hanno dichiarato un sinistro con colpa è pari all’1,78%, guardando al campione su base regionale emergono differenze significative.
Scorrendo la graduatoria delle aree in cui si è registrato percentualmente il maggior numero di denunce di incidenti con colpa, al primo posto si posiziona la Toscana, dove il 2,34% degli automobilisti vedrà quest’anno aumentare il premio dell’Rc auto. Seguono i guidatori Sardegna (2,29%) e Liguria (2,15%). Le percentuali più basse, invece, sono state rilevate Basilicata (1,26%), Calabria (1,30%) e Trentino-Alto Adige (1,40%).
Se limitiamo l’analisi alle province italiane, quella con la percentuale più alta di automobilisti che cambieranno classe di merito a causa di un sinistro con colpa è quella di Prato (3,35%), seguita da Cagliari (2,85%) e Grosseto (2,64%); le ultime nella graduatoria nazionale, con percentuali pari o inferiori all’1%, sono invece le province Crotone, Ferrara e Rovigo. Dati interessanti emergono analizzando il profilo di chi vedrà peggiorare la propria classe di merito a seguito di un sinistro con colpa; la percentuale, ad esempio, è più altra tra le donne (1,99%) rispetto al campione maschile (1,65%).
Roma, 30 dic. (Adnkronos) - A MasterChef Italia s’infiammano i fornelli. Dopo essersi conosciuti e 'studiati', dopo i colpi di scena degli episodi precedenti e i primi cuochi amatoriali eliminati, chi rimane in gara inizia a giocare seriamente. E così, nei nuovi episodi in onda oggi giovedì 2 gennaio 2025 - in esclusiva su Sky e in streaming solo su Now - tutti capiranno che l’attenzione deve essere sempre altissima.
I giudici - Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli - che ancora faticano a trovare negli occhi degli aspiranti chef quel 'fuoco' che occorre per la gara, porteranno in cucina la prima 'Red Mystery Box' di stagione: rosso proprio come il pericolo di poter subito abbandonare la gara, in un Pressure Test immediato che vedrà impegnati i peggiori della prova.
A incombere, sulla Masterclass, anche la presenza delle due 'riserve' Sara e Pino che guarderanno i cuochi in gara con la speranza di poterli sostituire il prima possibile ed entrare ufficialmente nella classe. Il rosso sarà dunque il colore dominante della serata, non solo quello del pericolo ma anche quello dell’amore: la Masterclass si trasferirà nel suggestivo Parco delle Terme di Boario per una romantica prova in esterna che celebrerà l’amore in tutte le sue forme.
I cuochi verranno come sempre divisi in due brigate, e a giudicare il loro operato ci saranno coppie innamoratissime che festeggiano alle Terme i rispettivi anniversari di matrimonio. Chi uscirà dai festeggiamenti col cuore infranto sarà atteso dal secondo Pressure Test della serata, che porterà una ventata di sapori esotici e internazionali…Chi tra gli aspiranti chef dovrà uscire dalla classe e abbandonare per sempre il grembiule bianco di MasterChef Italia?