BASTARDI SENZA GLORIA (Cannes 2009) - 4/4
Stavolta Quentin fa centro e fa in fretta. Monta come un ossesso il suo settimo film (sesto se Kill Bill lo contiamo come intero) e lo fa stipare in Concorso a Cannes. Alla proiezione aggiuntiva della mattina scambiano perfino i rulli (ma in pochi, c’eravamo e ve lo confermiamo, se ne accorsero). Così quel film è ricominciato per quella proiezione un paio di volte. Infine caos e rimontaggio a giugno per l’uscita ufficiale. Bastardi senza gloria convince comunque la giuria che regala una Palma d’Oro a Christoph Waltz come miglior attore.
Presidente di giuria (Venezia 2010)
Tarantino ci ricasca. E forse nessuno come lui è stato sul trono dei giurati sia a Cannes che a Venezia. Presidente di giuria nel penultimo anno di Marco Muller. Un concorso non proprio esaltante, ma alla fine Quentin opta per Somewhere di Sofia Coppola. Paolo Mereghetti dalle colonne del Corriere tuona: c’è conflitto d’interessi. Le cronache parlano di dittatura del presidente. Vince quindi la sua ex fidanzata e poi si rispolvera l’inutilizzato premio speciale per il suo primo produttore, Monte Hellman. “Chi è lo re?”. Quentin.
C’ERA UNA VOLTA A HOLLYWOOD (Cannes 2019)
Il ritorno di Tarantino a Cannes dieci anni dopo. Fremaux ringrazia. Il regista dice di aver fatto di tutto, comprese sessioni notturne di montaggio, per essere a Cannes. L’annuncio è dato nemmeno venti giorni prima l’inizio del festival. La coppia Leonardo DiCaprio e Brad Pitt di solito gli porta bene in termini d’incassi, ma il blasone autoriale, e la percentuale delle vendite pulp cinephile europee, valgono bene una messa con le occhiaie.