Nella foto che qui vedete sono delimitati con una cornice rossa le dimensioni dell’evento. La numero 1 indica il palco su cui si è tenuto il comizio, la numero 2 i sostenitori accorsi al comizio, la numero tre un gruppo di spettatori, forse anche simpatizzanti, e tra questi dei manifestanti contro il leader leghista e perciò tenuti a bada da un cordone di polizia. Poi, la quarta foto, quella che la comunicazione di Salvini ha fatto circolare per illustrare l’evento.
Le differenze le avete sotto gli occhi e non sto a elencarle. Preme di più riflettere su quanto siamo indifesi di fronte a ciò che ci appare, su come la realtà, per come ci sembra, sia difforme da quella che è. E di come quella visione, o quelle serie di visioni, mutino il nostro stato d’animo, la nostra consapevolezza, il nostro giudizio. Di quanto sia difficile per noi vagliare l’attendibilità di una notizia, sia essa scritta che filmata, di quanto sia importante, rilevante per la democrazia l’indipendenza dell’informazione.
L’informazione è cibo non solo per la nostra mente ma anche per la nostra vita. Una consapevolezza alterata ci conduce dove non vorremmo, ci fa scegliere ciò che altrimenti non avremmo scelto. Questa foto prende in esame un comizio di Salvini perché, e gliene dobbiamo dare atto, è l’unico leader che finora incontri in piazza, all’aperto, i suoi elettori. E’ la prova più rischiosa a cui altri, per timore di un flop, non si sottopongono, ma non per questo il tema riguarda solo lui. Potrebbe riguardare chiunque. La propaganda elettorale, è bene ripeterlo, ha questa funzione: rendere positiva la percezione del simbolo o del singolo candidato. Convincere l’elettore a scegliere quel simbolo e non l’altro. Ogni forza politica si dota di comunicatori professionisti e spende rilevanti somme per farvi fronte. Certo, esistono coloro che ne fanno un uso corretto e coloro che invece alterano robustamente la percezione confidando sulla nostra disponibilità a subirla.
Per resistere, capire, distinguere e poi decidere con qualche bisogna informarsi. Informarsi costa un po’ di fatica e qualche spicciolo. Ma è come il pane. Al mattino andate dal panettiere e lo comprate. Non ve lo regala, vero? Ecco, tenete sempre a mente che solo la pubblicità (e la propaganda) sono gratis.