Europee, andiamo in Ue a parlare dei 900 miliardi di evasione fiscale?
Adesso che mancano pochi giorni al voto per le Europee, ricordiamo che uno dei pochi momenti degni di nota in quell’insopportabile passerella di miliardari del World Economic Forum di Davos (dovrebbe essere abolito) è stato quest’anno quando lo storico olandese Rutger Bregman (autore di “Utopia per realisti”, pubblicato da Feltrinelli) ha detto: “Sento persone che parlano il linguaggio della partecipazione, della giustizia, dell’uguaglianza e della trasparenza, ma quasi nessuno pone la vera questione, l’elusione fiscale, vero? Cioè i ricchi che non pagano la giusta quota di tasse. Voglio dire, mi sembra di essere a una conferenza dei vigili del fuoco dove nessuno ha il permesso di parlare dell’acqua… Questa non è scienza missilistica. Possiamo discutere a lungo di stupidi schemi filantropici, possiamo invitare Bono per l’ennesima volta, ma andiamo, dobbiamo parlare di tasse! Tasse, tasse, tasse. Tutto il resto è una cazzata, secondo me”.
Vediamo il primo, il report di Murphy. Intanto l’elusione e l’evasione fiscale sono spesso usate in modo intercambiabile, ma non è così. L’elusione è la strategia di un contribuente per ridurre al minimo il proprio carico di tasse da pagare. Può essere sia lecita che illecita (nel senso che non è conforme alle leggi) ma non è mai illegale. L’evasione fiscale invece è la deliberata, criminale non divulgazione dei propri redditi al fine di diventare invisibili nascondendosi al fisco. Ciò detto, le cifre dell’evasione in Europa sono veramente enormi, quei 900 miliardi paiono davvero troppi per dare la colpa soltanto ai grandi ricchi. Che pure – ammettiamolo – ci stanno sulle palle in quanto non ci va giù che se la godano e riescano a farla franca, triangolando i loro capitali nei paradisi fiscali offshore e altri trucchi. Certo, se si cominciasse dai miliardari facendogli pagare il dovuto (altro che l’incostituzionale ‘flat tax per tutti’ proposta dalla Lega: un regalo ‘trumpiano’ per la fascia al top che aumenterebbe a dismisura le disuguaglianze con le famiglie a basso reddito) potrebbe davvero fare una gran differenza, in termini di esempio.
Comunque sia, il costo della disuguaglianza fiscale è elevato, soprattutto se diventa endemico e se finisce per rafforzare monopoli e multinazionali in cerca di profitti. Peggio, alla luce dell’impatto tossico causato dai tagli al welfare e ai servizi pubblici dettati dall’austerità di Bruxelles, che negli ultimi anni ha colpito i più poveri e le periferie più degradate delle nostre città creando enorme disagio sociale, verrebbe naturale spiegare il cattivo andamento dell’economia con le pessime politiche economiche e fiscali non espansive, sapendo che finiscono per favorire l’ascesa di un fascismo soft ovunque: in Europa (Salvini capo della destra estrema non ancora autarchica) e negli Stati Uniti (l’ex palazzinaro Trump che rozzamente favorisce solo i grandi ricchi). Invece, la crescita economica sarebbe stimolata tassando la ricchezza (patrimoni e non redditi) molto più pesantemente di quanto non accada oggi. Non solo sarebbe equo, rimetterebbe i soldi in circolo.
Il secondo rapporto, stilato da una commissione del Parlamento europeo, ha rilevato che sette dei 28 Stati membri dell’Ue – Belgio, Cipro, Ungheria, Irlanda, Lussemburgo, Malta e Paesi Bassi – “mostrano tratti da paradiso fiscale e facilitano la pianificazione fiscale aggressiva”. L’inchiesta, durata un anno, era stata originata da tre progetti dell’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ) – “Lux Leaks”, “Panama Papers” e “Paradise Papers” – che grazie all’apporto di vari studi legali e alle indagini di 100 organi media ha mostrato che molte multinazionali targate Usa come Apple, GlaxoSmithKline, Nike, Disney, Ikea, Koch Industries, Allergan, Skype e altre, hanno in segreto messo in piedi operazioni complesse in alcuni dei paesi più piccoli dell’Ue. Servivano a scopi commerciali minimi o nulli ma invece avevano come obiettivo creare opportunità di elusione fiscale per decine di aziende nel continente e oltre.
I sette paesi insieme rappresentano meno del 9% della popolazione europea di 512 milioni di persone. Solo il Belgio e l’Olanda hanno oltre 10 milioni di cittadini. Uno degli scandali è che il presidente uscente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, prima di assumere la carica, è stato primo ministro del Lussemburgo per quasi due decenni. Dopo il voto questa settimana se ne andrà a casa e popolari e socialisti non avranno più la maggioranza. Durante quel periodo Juncker ha usato politiche fiscali aggressive e favorevoli alle imprese, per trasformare il secondo Stato più piccolo dell’Ue da un’economia basata sull’acciaio a una zona regionale perfetta per le pratiche da elusione fiscale di multinazionali vogliose di pagare poco o nulla in tasse. Con il nuovo Parlamento Europeo, dopo il voto del 26 maggio, dobbiamo dire basta agli evasori che rubano quasi 900 miliardi di euro l’anno, e basta alla cultura ordoliberista che privilegia le imprese e non i cittadini.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.
non riesci a leggere ilfattoquotidiano.it perché hai negato i consensi relativi alla pubblicità. Per continuare a leggerci accetta i consensi o diventa nostro Sostenitore (in questo modo navigherai senza nessuna inserzione).
Ti ricordiamo che il nostro lavoro ha un costo ripagato dalla pubblicità e dai sostenitori. Il tuo aiuto è per noi indispensabile.
Se clicchi “Accetta i consensi” acconsenti in questo modo al trattamento dei tuoi dati personali mediante l'impiego di tutti i cookie presenti sul sito, fermo restando la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento. Navigherai in modo totalmente gratuito e potrai visualizzare fino ad un massimo di 5 articoli al mese, e vedrai la pubblicità. Che cosa sono i cookie?
Se clicchi su “Rifiuta e Sostienici” sottoscrivi un abbonamento Sostenitore a “ilfattoquotidiano.it”, al costo promozionale di 1€ al mese per 3 mesi. A decorrere dal quarto mese il costo dell'abbonamento diverrà di 5,99€ al mese, il tutto mantenendo le tue attuali impostazioni. Da abbonato potrai navigare senza alcun tipo di pubblicità.
Luca Ciarrocca
Giornalista e direttore di Italia.co
Elezioni Europee 2019 - 22 Maggio 2019
Europee, andiamo in Ue a parlare dei 900 miliardi di evasione fiscale?
Adesso che mancano pochi giorni al voto per le Europee, ricordiamo che uno dei pochi momenti degni di nota in quell’insopportabile passerella di miliardari del World Economic Forum di Davos (dovrebbe essere abolito) è stato quest’anno quando lo storico olandese Rutger Bregman (autore di “Utopia per realisti”, pubblicato da Feltrinelli) ha detto: “Sento persone che parlano il linguaggio della partecipazione, della giustizia, dell’uguaglianza e della trasparenza, ma quasi nessuno pone la vera questione, l’elusione fiscale, vero? Cioè i ricchi che non pagano la giusta quota di tasse. Voglio dire, mi sembra di essere a una conferenza dei vigili del fuoco dove nessuno ha il permesso di parlare dell’acqua… Questa non è scienza missilistica. Possiamo discutere a lungo di stupidi schemi filantropici, possiamo invitare Bono per l’ennesima volta, ma andiamo, dobbiamo parlare di tasse! Tasse, tasse, tasse. Tutto il resto è una cazzata, secondo me”.
Bregman, com’è ovvio, ha perfettamente ragione. Eppure non solo di ultramiliardari che scantonano le imposte, si dovrebbe parlare. Cerchiamo di capire. Si potrebbe partire da due nuovi rapporti adatti al caso. Il primo è il dossier di Richard Murphy, economista e attivista di Tax Justice Network, secondo cui in Europa il “buco” causato ogni anno dall’evasione fiscale illegale è compreso tra i 750 e i 900 miliardi di euro (in Italia il governo dovrebbe svenarsi per le clausole di salvaguardia dell’Iva pari a circa 21 miliardi). Il secondo rapporto è una relazione del Parlamento Europeo, pubblicata il 27 febbraio 2019, secondo cui sette paesi dell’Ue su 28 sono etichettati come “paradisi fiscali”. Ecco: non pensate che i due dossier siano intrinsecamente collegati?
Vediamo il primo, il report di Murphy. Intanto l’elusione e l’evasione fiscale sono spesso usate in modo intercambiabile, ma non è così. L’elusione è la strategia di un contribuente per ridurre al minimo il proprio carico di tasse da pagare. Può essere sia lecita che illecita (nel senso che non è conforme alle leggi) ma non è mai illegale. L’evasione fiscale invece è la deliberata, criminale non divulgazione dei propri redditi al fine di diventare invisibili nascondendosi al fisco. Ciò detto, le cifre dell’evasione in Europa sono veramente enormi, quei 900 miliardi paiono davvero troppi per dare la colpa soltanto ai grandi ricchi. Che pure – ammettiamolo – ci stanno sulle palle in quanto non ci va giù che se la godano e riescano a farla franca, triangolando i loro capitali nei paradisi fiscali offshore e altri trucchi. Certo, se si cominciasse dai miliardari facendogli pagare il dovuto (altro che l’incostituzionale ‘flat tax per tutti’ proposta dalla Lega: un regalo ‘trumpiano’ per la fascia al top che aumenterebbe a dismisura le disuguaglianze con le famiglie a basso reddito) potrebbe davvero fare una gran differenza, in termini di esempio.
Comunque sia, il costo della disuguaglianza fiscale è elevato, soprattutto se diventa endemico e se finisce per rafforzare monopoli e multinazionali in cerca di profitti. Peggio, alla luce dell’impatto tossico causato dai tagli al welfare e ai servizi pubblici dettati dall’austerità di Bruxelles, che negli ultimi anni ha colpito i più poveri e le periferie più degradate delle nostre città creando enorme disagio sociale, verrebbe naturale spiegare il cattivo andamento dell’economia con le pessime politiche economiche e fiscali non espansive, sapendo che finiscono per favorire l’ascesa di un fascismo soft ovunque: in Europa (Salvini capo della destra estrema non ancora autarchica) e negli Stati Uniti (l’ex palazzinaro Trump che rozzamente favorisce solo i grandi ricchi). Invece, la crescita economica sarebbe stimolata tassando la ricchezza (patrimoni e non redditi) molto più pesantemente di quanto non accada oggi. Non solo sarebbe equo, rimetterebbe i soldi in circolo.
Il secondo rapporto, stilato da una commissione del Parlamento europeo, ha rilevato che sette dei 28 Stati membri dell’Ue – Belgio, Cipro, Ungheria, Irlanda, Lussemburgo, Malta e Paesi Bassi – “mostrano tratti da paradiso fiscale e facilitano la pianificazione fiscale aggressiva”. L’inchiesta, durata un anno, era stata originata da tre progetti dell’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ) – “Lux Leaks”, “Panama Papers” e “Paradise Papers” – che grazie all’apporto di vari studi legali e alle indagini di 100 organi media ha mostrato che molte multinazionali targate Usa come Apple, GlaxoSmithKline, Nike, Disney, Ikea, Koch Industries, Allergan, Skype e altre, hanno in segreto messo in piedi operazioni complesse in alcuni dei paesi più piccoli dell’Ue. Servivano a scopi commerciali minimi o nulli ma invece avevano come obiettivo creare opportunità di elusione fiscale per decine di aziende nel continente e oltre.
I sette paesi insieme rappresentano meno del 9% della popolazione europea di 512 milioni di persone. Solo il Belgio e l’Olanda hanno oltre 10 milioni di cittadini. Uno degli scandali è che il presidente uscente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, prima di assumere la carica, è stato primo ministro del Lussemburgo per quasi due decenni. Dopo il voto questa settimana se ne andrà a casa e popolari e socialisti non avranno più la maggioranza. Durante quel periodo Juncker ha usato politiche fiscali aggressive e favorevoli alle imprese, per trasformare il secondo Stato più piccolo dell’Ue da un’economia basata sull’acciaio a una zona regionale perfetta per le pratiche da elusione fiscale di multinazionali vogliose di pagare poco o nulla in tasse. Con il nuovo Parlamento Europeo, dopo il voto del 26 maggio, dobbiamo dire basta agli evasori che rubano quasi 900 miliardi di euro l’anno, e basta alla cultura ordoliberista che privilegia le imprese e non i cittadini.
Articolo Precedente
Vita grama di un deluso di sinistra / 2 – Stavolta alle prese con le Europee
Articolo Successivo
O Salvini o la croce: come fanno i cattolici a votare per la Lega?
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Zonaeuro
L’assalto all’Ue dei lobbisti delle armi: 18 incontri con i commissari nei primi tre mesi del von der Leyen II. E il budget dei gruppi di pressione fa +40% in un anno
Mondo
Ucraina, Mattarella: “Pace basata su prepotenza non durerebbe a lungo”. Truppe italiane? “Presto per dirlo”
Da Il Fatto Quotidiano in Edicola
La corsa militare dell’Europa innesca una ondata di vendite sui debiti dei Paesi: su gli interessi
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.