L’invito a sfiduciare l’assessore pugliese all’Agricoltura Leonardo Di Gioia – inviata dai 6 consiglieri regionali pugliesi ai colleghi della maggioranza – rischia di cadere nel vuoto. Come già raccontato da Ilfattoquotidiano.it, i consiglieri dem avevano preparato, lo scorso 20 maggio, la mozione di sfiducia contro Di Gioia, che sostiene – a suo stesso dire – il leghista Massimo Casanova alle Europee del 26 maggio. L’atto successivo è stato quello di chiamare a raccolta i partiti. La mozione è arrivata nel tardo pomeriggio di mercoledì 22 maggio a tutti i colleghi di maggioranza. Fabiano Amati, Sergio Blasi, Napoleone Cera, Gianni Liviano, Ruggiero Mennea e Donato Pentassuglia hanno chiesto di sottoscriverla, “a cominciare da quelli che si sono già espressi con nettezza sulle sue dimissioni. Stiamo raccogliendo pertanto le disponibilità, così da depositarla con le sottoscrizioni in ordine alfabetico”.

“Stiamo procedendo con la mozione in queste ultime ore di campagna elettorale – hanno spiegato ancora – per rassicurare nel loro voto tutti gli elettori riformisti ed europeisti, così da evitare diserzioni o voti di protesta espressi per punire le nostre inerzie e timidezze. La mozione serve ad affermare l’idea che in Puglia c’è una classe dirigente che ha intenzione di combattere per evitare che cresca il consenso alla Lega, quindi accreditando il progetto di autonomia del nord contro la Puglia e il Mezzogiorno, oppure alimentando lo scetticismo nei confronti dell’Europa, nonostante le regioni del Sud siano beneficiari netti: cioè prendono più soldi di quanti ne versano”. “Certo – hanno aggiunto i sei consiglieri – ci sarebbe piaciuto che questa battaglia di chiarezza fosse stata portata avanti da tutti, a cominciare dal Pd, dai partiti del centro-sinistra e dal presidente Michele Emiliano“. “Ma di necessità bisogna fare virtù e perciò invitiamo tutti i deputati, i sindaci, i consiglieri comunali, i coordinamenti locali di tutti i partiti e movimenti che la pensano come noi – concludono – a far sentire la propria voce”. Insomma, ciò che chiedono i consiglieri è un unico coro contro la Lega e contro chi – come Di Gioia – pur sedendo in Giunta ha deciso di appoggiare quella che oggi è identificata come il più grande nemico del centrosinistra pugliese. Un moto di orgoglio contro chi cerca di screditare il Partito democratico.

Eppure, la chiamata alle armi non sortirà la reazione che ci si aspettava. Le liste civiche – secondo quanto riferito al Ilfattoquotidiano.it – resteranno a guardare, salvo dietrofront dell’ultimo minuto. Certo l’imbarazzo è tanto. Soprattutto ne La Puglia per Emiliano, capeggiata da Alfonso Pisicchio. Solo qualche mese fa – infatti – lo stesso Di Gioia aveva proposto un progetto comune: “Senso civico per la Puglia”, un contenitore che mettesse insieme i movimenti civici della regione. Pisicchio, tuttavia, in corsa alle Europee per una lista di centrosinistra non ha potuto contare sull’appoggio di Di Gioia che ha deciso di salire, almeno per il momento, sul carro del leghista Casanova. Non firmerà la mozione neanche il capogruppo di Leu, Ernesto Abaterusso: “Non è contemplata nel codice dello statuto – spiega – Se questa vuole essere una battaglia simbolica, noi non ci stiamo. A partire da lunedì prossimo, subito dopo le elezioni europee e le amministrative, chiederemo concretamente le dimissioni di Di Gioia, vada con la Lega”. Insomma, la mozione di sfiducia rischia di essere firmata solo dai sei consiglieri dem. Intorno tutto tace. Compreso il governatore Emiliano che sulla vicenda non ha ancora dichiarato nulla. Di Gioia, al momento, non è raggiungibile. Tutto è rimandato quindi a dopo le elezioni.

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