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Governo, Giorgetti: “Senza affiatamento non si va avanti”. Di Maio: “Parte della Lega ha nostalgia di Berlusconi”

Il sottosegretario del Carroccio alla stampa estera: “Servono ancora passaggi procedurali significativi”. Il senatore grillino Paragone: "Parla così per far capire a Berlusconi che loro ci sono". Intanto il presidente del Consiglio è stato a pranzo con il Capo dello Stato dopo l’irritazione del Quirinale che non ha apprezzato il fatto di essere tirato in ballo nello scontro politico tra i due soci. Salvini invece insiste: "Il provvedimento è pronto"

Ancora tensioni dentro il governo. E ancora una volta lo scontro è tra il sottosegretario Giancarlo Giorgetti e il Movimento 5 stelle. Il leghista, che solo lunedì ha messo in discussione l’imparzialità del presidente del Consiglio, ha attaccato: “Senza affiatamento non si va avanti”. Il leader M5s Luigi Di Maio ha replicato poco dopo: “Parte della Lega ha nostalgia di Silvio Berlusconi”. Intanto oggi è stato rinviato il consiglio dei ministri per approvare il decreto Sicurezza bis. Il provvedimento che Matteo Salvini vuole a tutti i costi ottenere prima delle Europee, non sarà discusso neanche questa sera perché servono ulteriori approfondimenti.

Intanto a pranzo si sono visti il premier Giuseppe Conte e il Capo dello Stato Sergio Mattarella. Come scritto dal Fatto Quotidiano in edicola, i 5 stelle hanno fin da subito parlato dei “dubbi del Colle” sul dl Sicurezza bis e il presidente della Repubblica, seppur confermando le sue perplessità sulla costituzionalità del decreto, non ha apprezzato il fatto di essere stato usato nello scontro politico tra le due forze politiche. Dopo l’incontro il presidente del Consiglio non ha parlato con i cronisti, ma in serata su Twitter ha scritto: “Siamo ferocemente determinati. Siamo fermamente convinti che l’Italia possa farcela, che tutti noi possiamo farcela. Riportiamo il Paese nell’orizzonte che gli spetta, un orizzonte di crescita, di sviluppo sostenibile, in grado di liberare e impiegare le migliori energie”.

“Ho sentito Salvini e Di Maio e convenuto che è complicato tenere un Cdm domani o dopodomani per cui lo abbiamo rinviato alla settimana prossima, nel primo giorno utile”. Lo dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in una dichiarazione alla stampa a Palazzo Chigi. All’ordine del giorno, spiegano, ci saranno i decreti su sicurezza e famiglia.

Giorgetti alla stampa estera: “Se c’è un governo del cambiamento deve farlo e non vivere di stallo”
Dopo che lunedì 20 maggio Giorgetti, intervistato dalla Stampa, aveva detto che “il premier Conte non è una persona di garanzia” e provocato nuove tensioni dentro l’esecutivo, oggi è ritornato a parlare della tenuta dell’alleanza Lega-M5s. “La mia riflessione”, ha detto il sottosegretario nel corso di una conferenza stampa con i giornalisti esteri, “è che se c’è un governo del cambiamento deve farlo e non vivere di stallo, deve fare le cose. Faccio questa riflessione dopo settimane in cui il governo ha avuto problemi. Non accuso nessuno, tantomeno il Premier, ma così non si può andare avanti, senza affiatamento. Questo affiatamento va ritrovato, sennò non si va avanti”. Il leghista ha anche parlato del decreto Sicurezza bis e ha detto che serve ancora lavoro prima di arrivare a un via libera: “Oggi non ci sarà il consiglio dei ministri, ci sono incombenze tecniche”. Il sottosegretario ha anche affrontato il capitolo rimpasto, una delle ipotesi avanzate da alcuni su quello che succederà dopo le Europee: “Di rimpasti, di queste cose da Prima Repubblica non ci interessa niente”, ha detto. “Parlo per la Lega e credo anche per i 5 Stelle. Poi invece bisogna riflettere su errori: se c’è collaborazione bene, se partono ripicche e vendette, allora non si fa nulla, lo dico per l’interesse del Paese”. Per quanto riguarda la sua posizione ha osservato: “Sono dispostissimo a fare un passo indietro, se me lo chiedono e se non ritengono utile la mia posizione. Quanto al governo la stabilità è importante ma no all’immobilismo. La campagna elettorale mi ha fatto vedere un Paese vitale, dobbiamo esserne all’altezza”.

Di Maio: “Basta minacce, si pensi al Paese”. Paragone: “Se è un modo per far capire a Berlusconi che loro ci sono”
Alle parole di Giorgetti ha replicato Luigi Di Maio: “Ogni giorno ormai, da circa un mese, c’è qualcuno, e non del M5s, che minaccia la crisi di governo e fa la conta delle poltrone in base ai sondaggi. Oggi è toccato a Giorgetti. Basta minacciare crisi di governo e basta fare la conta delle poltrone. Si pensi al Paese”. E ancora: “Dice ‘così non si può andare avanti’. C’è una parte di Lega nostalgica di tornare con Berlusconi”.

Poco prima era intervenuto il senatore M5s Gianluigi Paragone: “Se quello di Giorgetti è un modo per far capire a Berlusconi che loro ci sono, le parole sono adatte”, ha detto all’agenzia Adnkronos. “Se invece si vuole parlare ai cittadini che incontriamo nel Paese reale, allora è il momento di rimboccarsi le maniche come abbiamo fatto fino ad ora e continuare ad andare avanti. Sto incontrando molte persone che ci chiedono di andare avanti. L’importante è fare le cose che le famiglie e i piccoli imprenditori ci continuano a chiedere in uno spirito di fiducia verso questo governo. Avverto che nel Paese c’è voglia di andare avanti con questo governo”.

Salvini insiste: “Il decreto Sicurezza bis è pronto. Ci sono anche i fondi per i rimpatri”
Chi invece insiste dicendo che “non ci sono problemi” è il ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Il decreto sicurezza bis è pronto e spero venga approvato oggi o domani: ci sono anche i fondi per i rimpatri”, ha detto ‘Mattino Cinque’ su Canale 5. Poi su La7 ha anche parlato delle multe per le ong: “Mai stata la multa per chi salva vite in mare nel decreto sicurezza bis. Salvare vite è un dovere, ma ci sono le leggi del mare: se salvi vite vicino alla Tunisia o a Malta ovvio che tu debba andare in Tunisia o a Malta. Se uno passa col rosso arriva la multa, se non rispetti l’indicazione di Marina, Guardia Costiera e Guardia di finanza paghi una multa. Chi non rispetta la legge viene multato. In Italia, ha aggiunto, “si arriva se si ha il permesso di arrivare; ne sono sbarcati centinaia di migliaia che non scappavano dalla guerra ma la guerra ce la portavano in casa. Per questi il business è finito”. Poi nel primo pomeriggio il titolare del Viminale è intervenuto a Rai Radio 1: “Il governo continua al 100% dopo le elezioni, ed è falso che non ci parliamo più con Di Maio: con lui sentiamo, messaggiamo, whatsappiamo e ci vediamo al consiglio dei ministri”, ha detto.