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Once upon a time in Hollywood, ecco la storia che l’ha ispirato. L’omicidio di Sharon Tate: “Ammazzarla è stata la mia esperienza sessuale più bella”

Attorno a mezzanotte tra l’8 e il 9 agosto del 1969 quattro adepti della setta “La Famiglia” fondata da Charles Manson, armati di coltelli e di una pistola revolver calibro 22, entrarono nella villa di Sharon Tate e del marito Roman Polanski al 10050 di Cielo Drive, sulle colline di Bel-Air a nord di Hollywood (Los Angeles) e in poche ore compirono un’atroce strage

di Davide Turrini

Spoiler o non spoiler l’omicidio di Sharon Tate, evento storico incastonato nella trama di Once upon a time in Hollywood, film appena accolto in Concorso a Cannes, è noto a tanti, ma non a tutti. Attorno a mezzanotte tra l’8 e il 9 agosto del 1969 quattro adepti della setta “La Famiglia” fondata da Charles Manson, armati di coltelli e di una pistola revolver calibro 22, entrarono nella villa di Sharon Tate e del marito Roman Polanski al 10050 di Cielo Drive, sulle colline di Bel-Air a nord di Hollywood (Los Angeles) e in poche ore compirono un’atroce strage. Sharon Tate (26 anni e incinta di 8 mesi); Jay Sebring (un suo amico e noto parrucchiere di Hollywood); gli amici di Polanski, Wojciech Frykowski e Abigail Folger furono uccisi brutalmente a colpi di pistola e coltellate dopo essere stati legati.

Un uomo – Charles “Tex” Watson – e tre donne – Susan Atkins, Patricia Krenwinkel e Linda Kasabian – avevano ricevuto istruzione da Manson la mattina stessa. Prima di entrare nell’immenso giardino della villa Watson tagliò i cavi del telefono e uccise a colpi di pistola il 18enne Steven Parent, un venditore porta a porta che stava percorrendo il vialetto davanti alla casa dopo aver parlato con il custode William Garretson. Watson poi rimosse un vetro di una finestra, entrò nella villa e fece entrare Atkins e Krenwinkel mentre Kasabian rimase fuori a fare da guardia. Le quattro vittime stavano dormendo. Vennero svegliate. Tate e Sebring vennero legati per il collo dopo essersi seduti insieme. Watson sparò così a Sebring e poi lo accoltellò più volte. Frykowski, invece venne legato per i polsi, e la Atkins avrebbe dovuto sorvegliarlo, ma tra i due ci fu uno scontro fisico prima che intervenisse Watson che sparando uccise anche lui. Successivamente fu il turno della Folger, fidanzata di Frykowski: uccisa con diverse coltellate inferte anche dalla Atkins e dalla Krenwinkel. L’ultima a essere uccisa con sedici coltellate fu Sharon Tate.

La Atkins che compì materialmente l’ultimo omicidio ha ricordato in sede processuale che la giovane moglie di Polanski chiese disperata riferendosi al figlio che stava per partorire: “Per favore, ti chiedo solo qualche giorno. Ti prego, lasciami vivere ancora due settimane”. Ma l’assassina strafatta di acidi non volle più sentirla implorare: “Senti, tu stai per morire, e io per te non provo nessuna pietà”. La Atkins che prima di andarsene dal luogo dell’omicidio scrisse con il sangue della donna uccisa “Pig” su un muro della casa, ha anche rivelato che mentre infliggeva le coltellate alla povera Tate visse “l’esperienza sessuale più eccitante dalla sua vita”. I corpi di Tate e degli altri furono rinvenuti dalla governante della villa la mattina successiva. Altri membri della “Famiglia” Manson la notte seguente del 10 agosto uccisero altre due persone (Leno LaBianca e sua moglie Rosemary) nel quartiere Los Feliz di Los Angeles e sul frigorifero incisero la scritta “Healter Skelter”, titolo di una canzone dei Beatles che per Manson, santone, cantante, attore mai affermatosi significava un messaggio in codice rivolto proprio al suo gruppo.

Ad ottobre del ‘69 Manson e altri due membri del gruppo (tra cui la Atkins) vennero arrestati per alcuni furti d’auto, e proprio grazie alle rivelazioni fatte dalla Atkins ai suoi compagni di cella la polizia di Los Angeles riuscì a raggiungere e arrestare Watson, la Krenwinkel e la Kasabian per gli omicidi a casa Polanski/Tate e poi per quelli del caso LaBianca. Tutti i membri del gruppo furono infine ritenuti colpevoli e nel marzo ‘71 condannati a morte, anche se poi la pena fu commutata in ergastolo dopo che nel 1972 la Corte Suprema dello stato della California abolì la legge sulla pena di morte. Polanski, nei giorni dell’omicidio di sua moglie si trovava a Londra per lavoro. La Tate era una bellissima ragazza, divenuta attrice attorno a metà anni sessanta per diverse serie tv e piccole produzione cinematografiche fino al 1967 quando lavorò e conobbe proprio l’emergente attore e regista Polanski con lei in scena e dietro la macchina da presa in Per favore non mordermi sul collo.

 

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