La parlamentare 5 stelle denuncia di essere stata estromessa dalle sedute dopo una sua assenza: "Democrazia parlamentare a rischio". E ricorda il caso dell'ex Pd Mineo che venne sostituito su richiesta di Matteo Renzi: "Allora i 5 stelle gridarono allo scandalo"
“La democrazia parlamentare è a rischio e le prerogative dei parlamentari derubricate?”. Lo domanda la senatrice Paola Nugnes, di M5s, annunciando di essere stata sostituita dal suo gruppo in Commissione Trasporti del Senato, per l’esame del decreto Sblocca Cantieri, del quale Nugnes dice di non condividere “non tanto i contenuti specifici, quanto la visione generale”.
“Ho chiesto di essere sostituita per la seduta di commissione del 15 maggio – riferisce Nunes – e questo è stato preso come pretesto per tenermi fuori per tutto l’iter del provvedimento. Nonostante abbia dato comunicazioni formali e informali di non aver bisogno di sostituti per le sedute successive, mi è stato notificato direttamente in seduta, senza poter esperire il diritto di annullare la sostituzione, che sarei stata estromessa dalla discussione per l’intero iter del decreto sblocca cantieri”. Nugnes racconta di “aver chiesto di essere sostituita per la seduta del 15 di maggio e che ha prontamente comunicato il 17, secondo la prassi interna, al delegato d’aula e alla capogruppo di commissione che sarebbe stata presente nelle successive sedute. Martedì 21 c’è stata doppia seduta e solo in commissione ha preso atto di essere stata esclusa di imperio”.
“Prendo atto che per essermi permessa di muovere delle critiche, ora nei miei confronti vi sia un vero e proprio accanimento per emarginarmi. La verità è che qui le prerogative parlamentari vengono messe continuamente in discussione riducendo il nostro ruolo a meri pigia bottoni e che qualsiasi critica, ancorché costruttiva, sia vista come un dissenso sovversivo”. “Quando Mineo fu escluso dalla discussione per le riforme costituzionali (nella scorsa legislatura ad opera del Pd ndr), gridammo allo scandalo, oggi evidentemente i 5s al governo usano gli stessi strumenti di Renzi. Da parte mia ho inviato lettera formale, attraverso il mio collaboratore avvocato, ai presidenti di Camera e Senato per richiamare l’attenzione sull’accaduto e per sottolineare come la rappresentatività dei cittadini e la democrazia siano concetti desueti”.