Gli Usa parlano di "un presunto attacco il 19 maggio" con gas cloro, ma l’Osservatorio siriano per i diritti umani smentisce. Nel nord ovest della Siria sono in corso scontri armati tra l'esercito governativo, sostenuto dalla Russia, e i miliziani anti-regime, tra cui membri di al Qaeda. L'offensiva, secondo l'Onu, ha già causato 180 mila sfollati. Questa mattina, un attacco aereo russo-siriano su un mercato ha causato 12 morti e 18 feriti
Gli Stati Uniti sono pronti a riaccendere lo scontro in Siria con il regime di Bashar al-Assad, accusato di aver usato di nuovo armi chimiche. Il portavoce del Dipartimento di Stato, Morgan Ortagus, ha detto che se i sospetti venissero confermati, gli “Stati Uniti ed i loro alleati risponderanno in modo rapido e appropriato”. Gli analisti statunitensi fanno riferimento a “un presunto attacco il 19 maggio” con gas cloro. L’Osservatorio siriano per i diritti umani, che una fitta rete di fonti sul terreno, ha smentito tuttavia che il governo siriano abbia fatto uso nelle ultime 48 ore di armi chimiche.
Nel nord ovest della Siria, tra Idlib e Hama, sono in corso scontri armati e raid aerei tra l’esercito governativo di Assad, sostenuto da forze russe, e i miliziani ribelli anti-regime, tra cui alcuni membri di al Qaeda. Questa mattina, 12 civili sono morti e altri 18 sono rimarti feriti da un attacco aereo russo-siriano su un mercato nella cittadina di Maaret al-Noomane, al termine della tradizionale rottura quotidiana del digiuno nel mese di Ramadan. L’Osservatorio siriano per i diritti umani non esclude che il bilancio possa aggravarsi nelle prossime ore. I soccorritori dei “caschi bianchi”, la Syria Civil Defence, hanno accusato il “regime di colpire in modo deliberato i mercati e le zone abitate”.
L’offensiva, secondo fonti dell’Onu, ha già causato 180 mila sfollati, di cui 86 mila sono accampati nelle campagne e lungo le principali strade. Ortagus ha dichiarato che “gli Stati Uniti continuano a monitorare da vicino le operazioni del regime di Assad nel nord ovest della Siria, incluse le indicazioni di un nuovo uso di armi chimiche da parte del regime. Stiamo ancora raccogliendo informazioni su questo incidente ma ribadiamo il nostro avvertimento”. Il presunto attacco, secondo gli Stati Uniti, “fa parte di una campagna violenta del regime di Assad che viola un cessate il fuoco che ha protetto milioni di civili nell’area di Idlib”. Oltre ai civili costretti ad abbandonare le proprie case fra il 29 aprile e il 9 maggio a causa dell’attacco delle forze congiunte russe e siriane, hanno subito conseguenze anche circa 250 mila bambini in età scolare. Di questi, 45 mila hanno dovuto lasciare la scuola e sono ora sfollati.
Il presidente Donald Trump ha annunciato circa sei mesi fa il ritiro delle truppe americane dalla Siria in seguito alla sconfitta dell’Isis nel paese. Ma negli ultimi mesi è cresciuta la tensione regionale e si sono inaspriti i toni tra Assad e gli Stati Uniti. Il ministero degli Esteri siriano ha infatti criticato aspramente la decisione di Trump di riconoscere l’annessione israeliana delle Alture del Golan. La Turchia, che negli scorsi mesi ha allestito una serie di avamposti militari nella zona di Idlib, ha detto che “non ci sarà nessuna evacuazione”. Il ministro turco della Difesa, Hulusi Akar ha affermato che “le Forze armate turche non si ritireranno da dove sono”. Nei giorni scorsi Akar ha accusato le forze di Damasco di violare l’accordo per il cessate il fuoco raggiunto con la Russia.