Sky già opera in Gran Bretagna come provider telefonico e Internet (grazie all’accordo con O2). Secondo alcuni organi di stampa in autunno potrebbe diventare un “operatore telefonico” nella rete fissa anche in Italia (utilizzando l’infrastruttura di rete di Open Fiber, società posseduta al 50% da Enel e Cassa Depositi e Prestiti). Se l’ipotesi dovesse concretizzarsi, sarebbe una svolta per il mercato delle telecomunicazioni.
Prendiamo spunto dalla notizia per fare alcune considerazioni sulle dinamiche del mercato delle telecomunicazioni. Finora sono state le società di Tlc, grazie anche alla elevata consistenza dei loro fatturati, ad allearsi con le società media, di dimensioni generalmente molto più piccole (Tim per esempio è 5-6 volte più grande di Mediaset), per avere a disposizione i loro programmi (caso a parte è Tim Vision). Il servizio voce e la trasmissione dati rimangono l’asse centrale del servizio offerto dalle Telco all’utenza domestica, mentre la visione di contenuti è utilizzata come un optional delle offerte di vendita. Un optional al quale i giovani sono sensibili, anche se la convenienza della tariffa è la variabile più gettonata. Con l’eventuale ingresso di Sky nelle Tlc (sempreché la legge lo consenta), si capovolgerebbe la tendenza finora consolidata: è la società di contenuti che prenderebbe il sopravvento sulle Telco tradizionali. Più delle autostrade, è decisivo ciò che vi transita!
Il mercato delle telecomunicazioni è in subbuglio, in particolare da quando un anno fa è entrato Iliad. Le tariffe estremamente vantaggiose offerte dall’operatore francese sul mobile hanno trovato ampio consenso, in prevalenza da parte dei giovani. Ciò ha determinato che anche i tre grandi operatori – Tim, Vodafone e TreWind – sono stati costretti a ribattere abbassando le tariffe e introducendo offerte di vario genere, in particolare ampliando l’entità dei Giga, che in poco tempo sono passati da cinque come offerta standard a 30. Non sono mancate stranezze. Sembra una anomalia il fatto che vengano offerti maggiori vantaggi ai nuovi abbonati rispetto ai vecchi abbonati; si accontentano i primi e si scontentano i secondi, i quali potrebbero essere invogliati da questa situazione a passare ad altri gestori. Va aggiunto anche che alcune offerte risultano, come gli abbonamenti a certe riviste o improbabili regali, poco mirate. La profilazione degli abbonati non sempre funziona!
Attualmente la “guerra” delle tariffe si è attenuata (anzi il costo medio delle tariffe sta di nuovo risalendo). Se il vantaggio per i consumatori è stato innegabile nella fase iniziale con l’arrivo di Iliad, va anche rilevato che il mercato si è come logorato. L’aumento degli operatori e la riduzione delle tariffe hanno determinato un calo generalizzato dei ricavi per tutte le Telco; nel contempo i pesanti investimenti fatti per l’asta delle frequenze per il 5G (in particolare da parte di Tim e Vodafone) hanno causato frizioni sui conti economici. La risposta delle Telco è stata la riduzione dei costi, in particolare degli investimenti sulla gestione ordinaria, con conseguenti e frequenti casi di disservizi, e ovviamente con tagli del personale. La competizione esasperata può causare più danni che vantaggi!
Segnalo infine che se Sky dovesse veramente diventare un operatore telefonico, tutti i grandi operatori sarebbero posseduti da capitali esteri. Ormai le grandi imprese italiane sono rimaste poche: Eni, Mediobanca. Con l’avvio della telefonia mobile le imprese di Tlc (se ricordo bene) erano tutte “italiane”: Telecom, Wind e Omnitel: siamo bravi a creare nei nuovi mercati, non a presidiare i mercati complessi!