Ripristinati dal Tribunale del Riesame gli arresti domiciliari per l’ex assessore regionale alla Sanità Luca Barberini (che comunque resterà libero) per l’inchiesta sui concorsi ‘pilotati’ all’ospedale di Perugia. I giudici hanno infatti annullato l’ordinanza con la quale il 19 aprile il gip aveva revocato la misura cautelare. Il tribunale ha così accolto l’impugnazione del provvedimento da parte dei pubblici ministeri ritenendo sussistente il rischio di un possibile inquinamento probatorio. Il per eprovvedimento non è comunque subito esecutivo potendo essere impugnato in Cassazione dalla difesa dell’ex assessore dopo il deposito delle motivazioni per le quali il Tribunale si è riservato 45 giorni.
Per i giudici, nell’inchiesta sui concorsi all’ospedale del capoluogo umbro per sette indagati sussistono “gravi indizi di colpevolezza” riguardo all’associazione per delinquere contestata dalla procura ma esclusa dal gip nell’ordinanza di custodia cautelare. I giudici hanno così accolto l’appello proposto dai magistrati. Il provvedimento depositato oggi riguarda in particolare l’ex direttore generale dell’Azienda ospedaliera Emilio Duca, l’ex direttore amministrativo Maurizio Valorosi e altre cinque persone. Il reato associativo non è comunque contestato ad alcun politico. Il Riesame ha anche ridotto da sei mesi a 60 giorni la durata della misura interdittiva dal servizio per sei dipendenti dell’ospedale di Perugia. Il collegio ha poi tra l’altro dichiarato “inammissibile” l’impugnazione proposta dai pm per Duca riguardo al reato di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio già non riconosciuto dal gip. Nell’inchiesta è indagata anche la governatrice dimissionaria Catiuscia Marini al centro anche di una polemica politica per aver votato contro le sue dimissioni durante una seduta del consiglio.