A beneficiarne saranno le fabbriche di Goiana (nella foto) e Betim, che incrementeranno la forza lavoro con 9 mila assunzioni: l'obiettivo è quello di raggiungere una capacità produttiva di 350 mila pezzi all'anno
Si allarga il piano di investimenti di FCA per l’ammodernamento degli stabilimenti produttivi: l’ultimo annuncio in ordine di tempo è quello che riguarda gli impianti del Brasile, dove nei prossimi cinque anni Fiat Chrysler Automobiles investirà circa 3,1 miliardi di euro. Un’iniezione di denaro indispensabile per incrementare le capacità produttive dei poli di Goiana (Stato di Pernambuco) e Betim (Belo Horizonte) e allargare l’offerta di modelli a marchio Fiat e Jeep destinati al mercato americano centrale e meridionale, strategico per il gruppo. Il target è portare la produzione brasiliana complessiva a quota 350 mila pezzi (+100 mila) e avviare nuove assunzioni per 9 mila posti di lavoro.
L’annuncio è arrivato da Antonio Filosa, responsabile FCA per America Latina, Messico, e tutto il Sud America: a Goiana (dove finiranno circa 1,7 miliardi di euro), entro fine 2020, arriverà un suv di medie dimensioni Fiat, che affiancherà le linee produttive di Jeep Compass, Renegade e del pick-up Fiat Toro. Con quest’ultimo il nuovo modello condividerà la piattaforma costruttiva, mentre lo stile dovrebbe ispirarsi al piacevole Fastback, prototipo per un suv-coupé presentato dal costruttore al Salone di San Paolo del 2018. Entro il 2021, poi, lo stabilimento sfornerà la versione a sette posti della Compass. A Betim, invece, saranno fabbricati i motori a benzina di nuova generazione di FCA, denominati Firefly, nonché un nuovo suv compatto, sempre a marchio Fiat, e l’erede della Strada, il veicolo commerciale di maggior successo in Brasile.
La pioggia di capitali per il Brasile arriva dopo quelli annunciati per il braccio nordamericano dell’azienda: circa 4 miliardi di euro per cinque stabilimenti presenti in Michigan. Un piano che permetterà di creare 6.500 nuovi posti di lavoro complessivi – per la gioia dell’amministrazione Trump – e di ampliare la capacità produttiva dei marchi Jeep e Ram, sempre più in auge. A Detroit verrà inaugurato un nuovo polo produttivo, che costerà a FCA 2,2 miliardi di euro: risulterà dai capitali allocati negli impianti di Mack Engine Plant e del Jefferson North Assembly Plant, fra loro limitrofi.
Ne risulterà un complesso capace di dar vita a circa 5 mila nuove assunzioni (gli abitanti di Detroit, peraltro, avranno precedenza) e vi verranno costruite la nuova Jeep Grand Cherokee, un suv ancora più grande a tre file di sedili ed inediti modelli ibridi plug-in. Circa 1,3 miliardi saranno impiegati nell’impianto Warren Truck, con la creazione di altri 1.400 posti di lavoro: qui, dal 2021, verranno costruiti i nuovi Jeep Wagoneer e Grand Wagoneer. Va detto che lo Stato del Michigan farà la sua parte in questa strategia di investimento: Detroit ci metterà 45 milioni di euro, abbattimento delle tasse del 50% per 12 anni e garantendo agevolazioni statali per ulteriori 200 milioni.
E in Italia? Al Salone di Ginevra di marzo scorso FCA ha confermato un piano di investimenti da 5 miliardi di euro per le fabbriche italiane. Il semaforo verde è arrivato dopo che, alla fine del 2018, l’azienda aveva paventato una revisione degli investimenti dovuta al mutato scenario politico italiano e alla decisione del governo gialloverde di introdurre le misure dell’ecobonus e dell’ecomalus. Tuttavia, “gli investimenti andranno avanti come pianificato in origine”, aveva assicurato alla kermesse ginevrina l’amministratore delegato di Fca, Mike Manley.