Siamo sicuri che il commando di morte fosse formato solo dai boss poi condannati? Siamo certi che i dubbi su Capaci riguardino solo i mandanti e non anche gli esecutori? Ci sono alcuni reperti recuperati dalla polizia scientifica nei pressi del luogo dove avvenne la strage. Sono due guanti in lattice trovati a 63 metri dal cratere provocato dall’esplosione assieme a una torcia e a un tubetto di mastice. Nel 1992 era impossibile rilevare le impronte digitali dal lattice: oggi, però – come raccontava ilfattoquotidiano.it già nel 2013 –  la tecnologia permette di ricostruirle anche da una particella di impronta papillare. Cosa è stato trovato da quelle particelle? Tracce genetiche riconducibili a una persona di sesso femminile. C’era dunque anche una donna nel commando di morte di Capaci? Di una donna aveva fatto cenno il collaboratore di giustizia calabrese, Nino Lo Giudice. Parlava di una persona che “agiva sempre” con Giovanni Aiello, l’ex poliziotto accusato di essere Faccia da mostro, il killer con il tesserino dei servizi in tasca.  “Era una tale Antonella – ha detto il pentito Lo Giudice – tutti e due facevano parte a servizi deviati dello Stato e la donna era stata ad Alghero in una base militare dove la fecero addestrare per commettere attentati e omicidi”. Le indagini su Aiello, però, sono state archiviate dopo la sua morte, avvenuta su una spiaggia della Calabria nell’agosto del 2017.

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Strage di Capaci, due nuovi indagati. Il pentito: “Per uccidere Falcone c’era anche l’artificiere del boss Usa John Gotti”

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