Servizi di segreteria a singhiozzo, concorsi a rischio. I dipendenti del consorzio Cineca che gestisce l’informatica per l’università scioperano in solidarietà a 34 colleghi impiegati presso il Policlinico Umberto I di Roma trasferiti d’ufficio presso la sede di Bologna, a 400 chilometri di distanza. Il Cineca li ha trasferiti dopo che l’ospedale ha deciso di non affidare più i propri servizi al consorzio direttamente ma di rivolgersi alla Consip, come prevede la legge sugli acquisti nella pubblica amministrazione. Nel 2017 la centrale acquisti aveva aggiudicato una procedura pubblica per i sistemi gestionali integrati che prevede le stesse attività erogate dal consorzio,  a costi più competitivi rispetto ai 2.250.000 euro all’anno di Cineca.

Prima di cessare il vecchio contratto e accendere il nuovo, che parte il primo di giugno, si è svolta un’interlocuzione tra il direttore generale di Cineca David Vannozzi (ormai scaduto) e l’omologo del Policlinico, del tutto infruttuosa. Il primo ha rifiutato ipotesi di sconto sul prezzo, determinando di fatto la scelta dell’ospedale per il fornitore “di mercato”. Il Consorzio Cineca ha così comunicato ai 34 lavoratori impiegati da 15 anni presso la sede di via dei Salentini di fare armi e bagagli: dal 3 giugno saranno trasferiti presso la sede di Bologna. Soluzione che sta determinando di fatto, per molti di loro, una condizione obbligata di cessazione del rapporto di lavoro, per impossibilità oggettive a spostare la propria vita e il proprio nucleo familiare in un’altra città. I sindacati stanno cercando di mobilitare tutto il personale del consorzio, circa 700 dipendenti, sia per solidarietà ai colleghi sia per il rischio che l’episodio si ripeta intaccando le certezze di altri lavoratori.

Da tempo ormai Cineca naviga in pessime acque, a partire dalla causa col Fisco patteggiata un anno fa per 25 milioni di euro. Forte è il rischio che altre amministrazioni-clienti possano prendere la strada dei bandi e delle convenzioni Consip, anziché quella dell’affidamento diretto già costata al consorzio (e pure al Miur) grattacapi, condanne e sonore bacchettate da parte del Tar e del Consiglio di Stato. La Filcams Cgil aveva sollecitato ad intervenire gli assessorati competenti della Regione Lazio, sanità e lavoro, chiedendo una convocazione alla presenza della Direzione del Policlinico per ricercare una soluzione sostenibile per i lavoratori.

“Il tentativo – spiega il sindacato – è stato fallimentare, così come il confronto con Cineca che, al netto di impegni vaghi di un successivo impiego delle risorse su Roma, non meglio definito nei tempi e nei modi, si è resa indisponibile a ricollocare il personale sulle altre commesse del nostro territorio, ad attivare forme di telelavoro e/o smart working e di definire misure di sostegno aggiuntive per i lavoratori che dovessero decidere di trasferirsi a Bologna”. Qualcuno ha anche proposto programmi di aggiornamento mirati all’assunzione presso aziende private del comparto. Neppure questo ha avuto seguito. Così oggi i dipendenti sono chiamati alla prova di solidarietà: se tutti incrociassero le tastiere, dicono alcuni, i servizi di segreteria gestiti in autonomia dalle università avranno pochi problemi, ma quelli al ministero completamente affidati a Cineca, come i concorsi, potrebbero anche subire rilevanti disservizi.

Il nuovo appalto non è esente da incognite. La fornitura di servizi per il Policlinico e’ pari a 1.741.800 euro, cifra che però copre 9 mesi del 2019, dato che il Cineca è “in continuità” di servizio fino al 31/05/2019. “Da ciò emerge che con la soluzione adottata dalla struttura non si realizza poi alcun risparmio”, spiegano alcuni lavoratori del gruppo dei 34 “anzi, ci sarà un’inevitabile aggravio di spesa. Inoltre dal punto di vista pratico, ciò che dovrebbe essere considerato è l’effettivo servizio che dal 1 giugno sarà gestito dall’azienda subentrante, con possibili ripercussioni sugli utenti e i cittadini che ogni giorno si recano presso uno degli ospedali più grandi d’Italia”.

Sul punto interviene lo stesso Cineca con una nota: “La valutazione del costo di gestione di tale attività deve essere fatta guardando la complessità del servizio erogato e non solo il costo dei singoli professionisti. Infatti, al contrario di quanto riportato nell’articolo, le capacità organizzative e la professionalità dei profili coinvolti hanno permesso a Cineca di ottimizzare le risorse e quindi minimizzare l’onere a carico dell’Ospedale. A suffragio della massima disponibilità di Cineca a rispondere alle esigenze del Policlinico, infatti, sarà utile ricordare che il costo del servizio chiavi in mano erogato dal Consorzio era pari a 2.250.000,00€ su base annuale, con una ulteriore riduzione riconosciuta per il 2019 pari all’8%. Dalla delibera dell’Umberto I pubblicata ad aprile 2019 si deduce invece che il costo del servizio affidato alla nuova realtà (Contratto Quadro CONSIP SGI – Lotto5) è pari a 1.741.800,00€ per un periodo di 9 mesi, con un conseguente aggravio di spesa. Infine, nel nuovo affidamento non risultano presenti le definizioni dei livelli di servizio minimi, tenendo conto che uscendo dal paradigma “chiavi in mano” non è affatto chiara la mappatura completa dei servizi necessari all’Ospedale e finora resi, senza ulteriori costi, da Cineca”.

Aggiornato dall’autore il 25 maggio 2019

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