“Gravi carenze della struttura”: è questo che le indagini della Procura di Ancona hanno rilevato nella discoteca di Corinaldo, dove la notte del 7 dicembre morirono sei persone, tra cui cinque giovani, durante un concerto di Sfera Ebbasta. Secondo gli inquirenti, l’edificio “non è idoneo alla destinazione a locale di pubblico spettacolo ed è tale da non garantire, in caso di emergenza, le necessarie condizioni di sicurezza”. I carabinieri hanno quindi eseguito il sequestro preventivo della discoteca Lanterna Azzurra Clubbing, disposto dal giudice del Tribunale di Ancona. Indagati per omicidio colposo plurimo e disastro colposo otto componenti degli organi intercomunali di controllo dei locali di pubblico spettacolo, tra cui il sindaco di Corinaldo Matteo Principi.
Le strutture non rispettavano le norme di sicurezza
Un’analisi, quella della Procura, fondamentale per stabilire le responsabilità della tragedia. Quella sera, la spruzzata di uno spray urticante aveva causato una fuga in massa verso le uscite, ed è proprio nella calca che il parapetto di un’uscita di sicurezza aveva ceduto causando sei vittime. Proprio quella via di fuga è risultata “strutturalmente e funzionalmente inidonea allo scopo come emerge dalle numerose irregolarità accertate”. Diverse le irregolarità accertate: lo scivolo e la scala a ventaglio sono “privi di dispositivi di sicurezza” e il punto di raccolta è “inadeguato, privo di illuminazione e di idonee segnalazioni dell’uscita esterna”. Problemi anche con le “due balaustre, di fattura artigianale e in stato di ossidazione avanzata […], non idonee a sopportare le sollecitazioni delle azioni di spinta, derivanti da un rapido deflusso del pubblico in situazione d’emergenza”. Insomma, secondo i rilievi tecnici le caratteristiche delle uscite di sicurezza non erano tali da consentire “l’ingresso del numero complessivo di 871 persone”, cioè il numero indicato nella licenza rilasciata al locale nel 2017, “bensì, ove autorizzabile, di un numero molto inferiore”. La sera della tragedia erano stati venduti 680 biglietti e ne erano stati staccati più di 500.
Gli indagati negli organi di controllo comunali
Il pubblico ministero procederà nei confronti di otto componenti della Commissione unificata di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo dei Comuni associati di Corinaldo e Castelleone di Suasa e dell’Unione Misa e Nevola. Tra questi c’è anche il sindaco di Corinaldo, Matteo Principi, in quando presidente della commissione. Si valutano, per loro, le ipotesi di concorso in omicidio colposo plurimo, disastro colposo e falsità ideologica in atto pubblico. Secondo gli inquirenti, la discoteca era, ed è tutt’ora, classificata come “magazzino agricolo” e il “cambio di destinazione d’uso non e mai stato formalmente rilasciato” e quindi “non è mai stato rilasciato un certificato di agibilità urbanistica”. Tra gli indagati per i fatti di quella sera, oltre il ragazzo che avrebbe usato lo spray, ci sono anche i quattro proprietari dell’immobile, i gestori e un addetto alla sicurezza per il filone che riguarda la sicurezza del locale e il numero di persone presenti.