IL TRADITORE - 3/4
di Marco Bellocchio. Con Pierfrancesco Favino, Maria Fernanda Candido, Fabrizio Ferracane, Luigi Lo Cascio, Fausto Russo Alesi Italia/Francia/Brasile/Germania 2019, Durata: 148’ Voto 3,5/5 (AMP)
Tommaso Buscetta detto Masino aveva solo la licenza elementare ma uno sguardo profetico e una dignità che gli impediva di nascondere il tormento legato a sensi di colpa e scelte sbagliate. Non stupisce una figura tanto contraddittoria sia diventata oggetto/soggetto del nuovo film di Bellocchio,emblematicamente intitolato Il Traditore. Dramma intimista e universale, il film entra nelle pieghe di un personaggio scomodo e sintomatico dell’ascesa e caduta della famiglia mafiosa guidata da Totò Riina, suo grande antagonista.
Il Traditore è a tutti gli effetti una tragedia bellocchiana sul rapporto sub-stanziale fra la vita e la morte, ove il contrappunto tra il caos festoso della famiglia come luogo vitale e il caos patologico dell’arena pubblica (il modo in cui Bellocchio rappresenta il maxiprocesso nell’aula bunker presso l’Ucciardone), pregna di un male omicida, arriva all’esasperazione. Se il Moro di Buongiorno, notte e il Mussolini di Vincere erano “corpi del potere” seppur di segno opposto, il pentito Buscetta è rappresentato nell’essenza di un corpo volto all’autodistruzione, un essere umano eternamente scisso fra le proprie origini e il destino che attende. Egli è perennemente un uomo solo coi suoi fantasmi, un esiliato nostalgico e odiato in primis dalla propria coscienza. Interpretato con profonda intensità da Favino, il boss dei due mondi è rivelato e “scavato” da Bellocchio attraverso parole e pensieri, quasi il grande cineasta voglia assumere per sé il ruolo che fu di Giovanni Falcone, l’unico capace di capire ciò che diceva e soprattutto ciò che non diceva.