La telefonata per chiedere l'intervento del 118 era arrivata attorno alle 11 di giovedì. I soccorsi sono stati immediati, ma per il bambino - due anni ancora da compiere - non c'è stato nulla da fare. In un primo momento avevano spiegato che il bambino era caduto in maniera accidentale, durante l'interrogatorio si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. La procura: "Fasi iniziali, prudenza. Aspettiamo l'autopsia"
“Venite, fate presto, mio figlio sta male”. Era iniziata così, giovedì mattina: con l’allarme di una mamma ai sanitari del 118 con voce allarmata. Ma dopo una notte di interrogatorio, durante il quale si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, la procura di Novara ha deciso di indagare la donna e il compagno per la morte del loro figlio, neanche 2 anni, dopo l’arrivo in ospedale. L’accusa è di omicidio volontario. Il procuratore capo di Novara, Marilinda Mineccia, invita alla prudenza: “Siamo alle fasi preliminari dell’indagine, è presto per avanzare accuse precise. Prima di ogni cosa dovremo attendere l’esame autoptico”.
La telefonata per chiedere l’intervento del 118 era arrivata attorno alle 11 di giovedì. I soccorsi sono stati immediati, ma per il bambino – due anni ancora da compiere – non c’è stato nulla da fare: è morto al suo arrivo all’ospedale Maggiore di Novara. Ed ora gli investigatori della polizia, coordinati dalla procura, vogliono vederci chiaro: hanno acquisito le cartelle cliniche, in attesa degli esiti dell’autopsia, per capire in quali condizioni fosse il piccolo quando sono stati chiamati i soccorsi.
In casa, con il piccolo, c’erano la madre e il suo compagno. Prima dell’interrogatorio formale, avrebbero parlato di una caduta accidentale dal lettino nella sua stanzetta in un appartamento nel popolare quartiere novarese di Sant’Agabio. I soccorritori, quando sono arrivati nell’abitazione, hanno tentato a lungo di rianimarlo, ma le sue condizioni sono apparse da subito molto critiche. Quando è giunto in Rianimazione, era già morto.