La magistratura di Vicenza che apre un’inchiesta. Il Movimento Cinque Stelle che rende pubblico un video di denuncia sui cantieri aperti. Il ministro dell’Ambiente che ordina un’ispezione. La giunta regionale del Veneto che denuncia un intervento a gamba tesa del governo. La Pedemontana della discordia, grande incompiuta del Nord Est, infiamma il dibattito politico e amministrativo a pochi giorni dalle elezioni europee.
Tutto è cominciato una decina di giorni fa quando il consigliere comunale Sonia Perenzoni (M5S) di Montecchio Maggiore ha pubblicato su Facebook un video che contrappone le immagini della Pedemontana un anno fa allo stato odierno. Con una frase perentoria: “Hanno murato una discarica”. Allude al fatto (già reso pubblico nel 2018) che il percorso della superstrada a pagamento che attraverserà le province di Vicenza e Treviso nella zona di Arzignano e Montorso è praticamente scavato tra cumuli di rifiuti. E la conferma si è avuta pochi mesi fa, con il riscontro di contaminazione da percolato della falda. Il video ha attirato l’attenzione del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, che lo ha condiviso. E ha scritto: “E’ ora di finirla. Gli altri hanno sporcato e tocca a noi pulire. Ho attivato i carabinieri del nucleo operativo ecologico. Nei prossimi giorni ci saranno aggiornamenti”. Gli sviluppi si sono materializzati nelle divise di finanzieri e carabinieri forestali che, su ordine della Procura di Vicenza, si sono presentati negli uffici della Pedemontana prelevando documenti.
Quindi la Procura (con il pm Cristina Carunchio) ha aperto un’inchiesta per supposti danni ambientali, in relazione sia alla valutazione preventiva di impatto ambientale, sia alla movimentazione di materiali avvenuta nei cantieri. Il percorso della Pedemontana è stato piuttosto martoriato. Nel 2015, ad esempio, vennero rinvenute 270 tonnellate di materiali simili a rifiuti.
Il procuratore Antonino Cappelleri, al momento si domanda se l’opera “o per abuso del capitolato o per inosservanza abbia derogato alle norme di sanità ambientale”.
La Regione Veneto è subito corsa ai ripari contro il rischio che sull’opera si allunghi l’ombra dell’illecito ambientale. Elisabetta Pellegrini, direttore del progetto Pedemontana e il direttore dell’area tutela e sviluppo del territorio della Regione Veneto, Nicola Dell’Acqua, hanno spiegato: “Non è la Pedemontana che produce rifiuti, ma i rifiuti vengono scoperti durante i lavori. E il concessionario è obbligato alla bonifica, portandoli in discarica”. Il commissario straordinario Marco Corsini, in un comunicato spiega i risultati relativi alle analisi della discarica di Montecchio: “Le analisi non hanno rilevato parametri fuori da quanto ammesso dalla norma”.
Il ministro Costa puntualizza: “Quando mi è stata sollevata la questione dai cittadini – ricordo in particolare in video dal meetup del M5s – mi sono attivato immediatamente perché il ministro ha funzionalmente dipendenti il Nucelo Operatvo ed Ecologico e il Cufa, il Comando unità forestali ambentali ed agroalimentari, entrambi dell’Arma dei carabinieri. Adesso il rapporto è fra l’organo di polizia e la Procura”. Rischi di ritardi nella realizzazione dell’opera cantierata più importante in Italia? “Potrebbero essercene, ma in ordine alla tutela della salute dei cittadini credo sia giusto fare chiarezza”.
E’ poi arrivato l’affondo del governatore leghista Luca Zaia contro il ministro. “Sulla Pedemontana l’iter ha coinvolto di volta in volta Anac, Corte dei Conti, Avvocatura dello Stato, Ullss e Arpav per le analisi. Adesso arriva lui che dichiara di aver ricevuto un video dal meet-up, che sarebbe una sorta di rete di sostenitori del suo partito, e immediatamente manda la Procura e i carabinieri per bloccare i lavori”. Zaia ha aggiunto: “Siamo a un giorno dalle elezioni. Se dobbiamo avere a che fare con gente che vede ladri e malaffare dappertutto, vuol dire che questo paese è destinato alla paralisi, all’oblio”. E riferendosi ai lavori di un’opera da 2 miliardi 258 milioni di investimento, ha concluso: “Non abbiamo nulla contro qualsiasi tipo di controllo, anzi, siamo i primi ad essere stati rigorosissimi. Noi non siamo dei delinquenti che fanno sparire i rifiuti dietro muri di cemento armato”.