“Radio Radicale? Chiudere una testata giornalistica con un emendamento dalla sera alla mattina mi sembra sciocco. Almeno diamo del tempo“. Sono le parole del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, intervistato su Radio Radicale dal direttore Alessio Falconio.
E spiega: “Se credo in qualcosa, lo dico prima, durante e dopo il voto. Vale per l’autonomia, per le tasse, per i migranti e anche per l’informazione. Razionalizzare è giusto, però abbiamo un’azienda di servizio Radio televisivo con 13 mila dipendenti, molti dei quali fanno il loro lavoro ma alcuni dei quali sono strapagati per fare poco e niente. Gradirei partire da lì per un ridimensionamento dei costi perché ogni giornale locale, ogni radio, ogni televisione privata che chiude è un pezzo di storia che se ne va“.
Stoccata al ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, non solo sul caso Radio Radicale, ma anche sulla revisione della la norma relativa all’abuso d’ufficio, più volte auspicata dallo stesso Salvini: “Di Maio è contro il presidente del Consiglio Conte, ma anche contro il presidente presidente dell’Anticorruzione Cantone. Un conto è mettere in galera i ladri, i mafiosi, i corruttori, i corrotti, un altro conto è bloccare l’intero Paese. Ormai c’è la paura a firmare qualunque atto, qualunque autorizzazione, qualunque bilancio perché non si sa mai”.
E attacca il ministro M5s dell’Ambiente, Sergio Costa: “Io voglio un’Italia che corre e che fa. Per me gli imprenditori, i sindaci, gli amministratori e i presidenti delle società sportive sono persone perbene. Se qualcuno sbaglia, va in galera. Ma non è che possiamo bloccare tutto. Vi pare normale che oggi il ministro Costa abbia mandato uomini per bloccare la Pedemontana in Veneto? E’ la più grande opera pubblica in costruzione con migliaia di posti di lavoro e finanziata dai privati. Ragazzi, non possiamo essere il Paese dei no, dei blocchi, dei forse”.
Salvini conclude: “Spero che da lunedì tutti ritrovino serenità e si torni a lavorare come abbiamo fatto nei mesi passati”.