Più di 50 milioni di italiani saranno chiamati alle urne per eleggere 76 deputati del Parlamento europeo e oltre 3.800 sindaci. I piemontesi dovranno eleggere il Consiglio e il presidente della Regione. In tutta Italia, gli scrutatori hanno già preparando le schede, messo a posto le cabine e fatto le punte alle matite. Tutto è pronto. Le elezioni europee decideranno l’allineamento politico dell’Unione nei prossimi cinque anni: la partita, ormai è chiaro, sarà tra sovranisti ed europeisti. I 76 deputati verranno eletti sulla base di cinque grandi circoscrizioni, il Nord Ovest eleggerà 20 deputati, il Nord Est 15, il Centro 15, il Sud 18 e le Isole 8. Ad avere diritto di voto sono 24.744.762 uomini e 26.270.873 donne.

Per quanto riguarda le amministrative, dovranno votare circa 16 milioni di elettori. Ci sono cinque i capoluoghi di Regione al voto: Firenze, Bari, Perugia, Potenza, Campobasso. Sono venti, invece, i capoluoghi di Provincia: Ascoli Piceno, Avellino, Bergamo, Biella, Cremona, Ferrara, Foggia, Forlì, Lecce, Livorno, Modena, Pavia, Pesaro, Pescara, Prato, Reggio Emilia, Rovigo, Verbania, Vercelli, Vibo Valentia. Per il rinnovo del Consiglio regionale in Piemonte, sono chiamati alle urne più di tre milioni e mezzo di piemontesi. Le regole elettorali per le diverse elezioni europee, amministrative, e regioni sono diverse: qui trovate una guida per come votare.

Europee, tra chi ha già votato e chi deve votare
Già diversi Paesi hanno aperto le loro urne. Il 23 maggio hanno votato gli elettori dei Paesi Bassi, il 24 maggio gli irlandesi, il 25 è toccato a Lettonia, Repubblica Ceca, Malta e Slovacchia, mentre il 26 a tutti gli altri: oltre all’Italia, Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria. In quattro Stati (Belgio, Cipro, Grecia, Lussemburgo) è obbligatorio recarsi alle urne mentre in tutti gli altri è facoltativo.

In tutto gli elettori sono circa 400 milioni e questa sarà la nona volta che i cittadini dell’Ue si recheranno alle urne per eleggere i rappresentanti del Parlamento europeo. Le prime elezioni a suffragio universale si sono infatti tenute nel 1979. Il Parlamento europeo è eletto a suffragio universale diretto – cioè i cittadini europei eleggono direttamente i loro rappresenti – da tutti gli aventi diritto che hanno più di 18 anni (tranne in Austria e a Malta dove l’età prevista per esercitare il diritto di voto è 16 anni, e in Grecia, dove ne bastano 17).

Ogni Stato elegge i propri rappresentanti secondo le modalità previste dal proprio ordinamento. L’unica indicazione dell’Ue è che i parlamentari siano eletti con un sistema proporzionale: se un tale partito otterrà il 30 per cento dei voti in tutto il Paese o in una particolare circoscrizione – dove ci sono, sono molto ampie – otterrà anche circa il 30 per cento dei seggi. Per i trattati europei ogni Stato membro può eleggere fino a un massimo di 96 parlamentari europei e un minimo di sei.

La Germania è l’unico Paese che ha diritto a eleggerne 96 perché è il più popoloso dell’Unione Europea (circa 82 milioni di abitanti). Cipro, Lussemburgo e Malta eleggono solo sei parlamentari perché sono i Paesi più piccoli.

Il caos Brexit
Tecnicamente per questa legislatura dovevano essere eletti soltanto 705 deputati, a differenza della scorsa (2014-2019) quando gli eurodeputati erano invece 751. Sulla carta il Regno Unito non avrebbe più dovuto far parte dell’Unione europea e parte dei suoi seggi erano già stati ridistribuiti tra gli altri Paesi membri. Secondo la nuova ridistribuzione, ad esempio, l’Italia avrebbe avuto diritto di eleggere tre eurodeputati in più, per un totale di 76 invece che 73. Ma dopo gli ultimi sviluppi sulla Brexit e la proroga concessa al Regno Unito dal Consiglio europeo, anche i cittadini britannici hanno votato, il 23 maggio, i propri rappresentanti al Parlamento Europeo.

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