Salvini nelle ultime settimane ha perso i colpi, la pazienza e 6 punti nei sondaggi (gli ultimi disponibili). Lo avevo previsto prima del tracollo, quando la Lega sfiorava il 37%, analizzando la sua comunicazione.

Come spiegavo, Salvini sta facendo l’errore di Renzi fissandosi su questioni di cui non interessa a nessuno, come il Tav e la difesa di Armando Siri. Mettere in crisi il governo su questi temi lo ha reso antipatico a molti che prima lo sostenevano.

Il fatto che sia più stressato del solito lo vediamo anche da come reagisce alle contestazioni. Durante i selfie con trappola, come quello della ragazza napoletana che al momento dello scatto ha contestato Salvini chiedendo “non siamo più terroni di m…?”, il leader leghista non rimane più impassibile, ma si innervosisce.

La questione dei selfie con contestazione non va presa alla leggera, perché per lui quella dei selfie è una strategia di comunicazione importante. Salvini fa mettere in fila le persone che vogliono farsi i selfie e li avvisa di tenersi pronti con il cellulare già impostato sull’applicazione della fotocamera. Il cellulare dei fan lo prende in mano lui al momento dello scatto, per non perdere tempo. Significa che Salvini ha poca voglia di fare i selfie? No, al contrario, significa che vuole farne il più possibile in poco tempo.

Questa sua strategia social consiste nel far girare la sua foto sui profili personali di comuni cittadini. La pubblicazione di un selfie con Salvini da parte di un cittadino fa scattare una forte leva della persuasione: quella dell’impegno e della coerenza. Cosa significa? Nel momento in cui un cittadino pubblica una foto insieme al ministro degli Interni su un social network prende un impegno pubblico davanti ai suoi amici: dichiara di essere un sostenitore di Salvini. Dunque per mantenersi coerente lo voterà con molta probabilità. Inoltre, ovviamente, influenzerà alcuni suoi amici. Vista in quest’ottica la trappola dei selfie con contestazione dà fastidio a Salvini non per la contestazione in sé, ma per la perdita di tempo nell’aver fatto un’azione che non porta alcun voto, dato che quello scatto non sarà postato sui social in senso positivo.

La contestazione comunque, al contrario di danneggiare Salvini, lo rafforza. Lui vive di polarizzazione e odio verso i nemici. Nel momento in cui una ragazza come quella di Napoli contesta Salvini, il leader leghista radicalizza i suoi supporter che copriranno di insulti la contestatrice, come successo in molte occasioni. È lui per primo a pubblicare sulla sua pagina Facebook i video e le foto dei contestatori. Celebre è anche la sua campagna “Lui non ci sarà”, dove pubblica le foto dei nemici (politici, giornalisti e scrittori avversi) che ovviamente non partecipano ai suoi eventi.

Perché enfatizza il dissenso invece di nasconderlo? George Orwell parlava dei due minuti d’odio nel suo capolavoro 1984. Il Grande Fratello proiettava le immagini dei nemici del partito in un video di due minuti (una durata molto usata anche sui social network) allo scopo di tenere caldi gli animi dei sostenitori. I movimenti populisti, nascendo dalla protesta contro qualcuno (una classe politica, nazioni estere, categorie sociali o razze), devono mantenere vivo il sentimento di rabbia verso un nemico esterno. Contenuti di questo tipo lo aiutano nell’intento.

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