Gioia per le quattro sciure cremonesi sugli spalti del PalaRubini: già prenotati per la domenica elettorale cento chili di marubini al brodo di toro con cui sfondarsi. I loro beniamini di biancoblu vestiti hanno stupito ancora, ritoccando la stagione dei record: dopo la Coppa Italia, che Aldo Vanoli ogni giorno leva dalla bacheca per un’amorevole spolverata, Cremona si impone su Trieste in volata (81 a 78, serie chiusa per 3 a 1) e accede alla semifinale. E lo fa con l’uomo in versione Nba, già mpv del campionato, Drew Crawford: 103 punti in quattro partite, 33 in gara4. La vincente delle finali a Est, per sfidare Golden State Warriors, pare gli abbia prenotato i biglietti di sola andata per il volo Oltreoceano.
In contemporanea, la serie playoff più noiosa a memoria d’uomo. Trento l’ha portata in gara5, a Venezia, grazie al mirabolante punteggio, sul proprio parquet, di 61 a 51. Uno sbadiglio dietro l’altro, tra due squadre che stanno giocando a ciapa no (67-57, 69-51, 72-59 i precedenti). Ah, ma si dirà che sono le difese di alto livello che stanno facendo la differenza. E allora, dai: spritz, bacari e cicchetti, perché si preannuncia un lunedì spettacolare in Laguna. Lontano dal basket, ovvio.
Chi era con le spalle al muro, e ha reagito, è stata Milano. Ma la vittoria dell’Olimpia contro Avellino non ha allontanato quei perfidi fantasmi che si aggirano tra gli anfratti del Forum di Assago da mesi, tra la debacle in Eurolega e l’eliminazione anzitempo in Coppa Italia. I biancorossi continuano a giocare male e i meriti del successo al PalaDelMauro sono da attribuire più al talento indiscusso dei singoli e alle defezioni, decisive, della Scandone (ripescato per l’assenza di Patrick Young un Matt Costello, finito fuori dalle rotazioni, da 1 punto in 19 minuti). Le triple di Curtis Jerrels e James Nunnally hanno spezzato la partita in due e in più occasioni hanno ricacciato indietro gli indomiti di Massimo Maffezzoli. Gli uomini di Simone Pianigiani passeggiano sul parquet senza uno straccio d’idea e la sensazione è che, qualora pescassero il ticket per la semifinale, contro la straripante Sassari di Gianmarco Pozzecco possano prendere sonori schiaffi. Ma prima c’è la bella delle belle: gara5 contro gli eroici irpini guidati da Demonte Harper e Keifer Sykes.
Due parole sulla splendida annata di Trieste e una, un po’ meno bella sull’atteggiamento incomprensibile dei tifosi giuliani. L’Alma ha compiuto una mezza impresa sportiva: da neopromossa, si è qualificata ai playoff. E lo ha fatto nel momento più difficile. Quando, cioè, hanno pizzicato, e poi arrestato, il presidente Luigi Scavone pronto per lo sbarco a Dubai con 300mila euro in uno zainetto.
La squadra non si è disunita. Anzi. Grazie al bravissimo coach Eugenio Dalmasson ha tirato fuori l’orgoglio e ha vinto le partite decisive. Contro Cremona, poi, ha dato vita a una serie combattuta e piacevole. Unica nota stonata: i fischi, immeritati, nel corso di tutta gara4 al centro biancoblu, Mangok Mathiang, destinatario del doppio “vaffa”, in gara3, del sindaco Roberto Dipiazza. La maggior parte dei tifosi, a giudicare dal comportamento sugli spalti, si è schierata col proprio primo cittadino. Non una grande dimostrazione di fair play.
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