Il presidente del Paris Saint Germain Nasser Al-Khelaifi è indagato per corruzione in relazione all’assegnazione dei Mondiali di atletica 2017 al Qatar. Il patron del club parigino, presidente anche dell’emittente BeIn Sports, rischia un processo per “corruzione attiva”. L’inchiesta è legata a due versamenti di 3,5 milioni di dollari ad una società di marketing sportiva gestita da Massata Diack, figlio dell’ex presidente della Federazione internazionale di atletica (IAAF) Lamine. I versamenti sono stati fatti da parte del Oryx Qatar Sports Investment – una società di proprietà congiunta di Al-Khelaifi e suo fratello Khalid – e, secondo gli inquirenti, sarebbero un tentativo di portare a Doha i Mondiali. Mondiali che però sono stati assegnati a Londra e solamente nel 2019 al Qatar. Come riporta la Gazzetta dello Sport, l’avvocato di Al Khelaifi definisce le accuse “infondate” e basate su “approssimazioni” visto che il presidente del Psg fu azionista della società del fratello solo tra il 2013 e il 2016.

Al-Khelaifi – sotto inchiesta da marzo – era già stato ascoltato come testimone nell’indagine aperta a Parigi in relazione a presunti episodi di corruzione nell’assegnazione delle Olimpiadi del 2020 a Tokyo e del 2016 a Rio. Il giudice Renaud van Ruymbeke aveva però convocato di nuovo Al-Khelaïfi per lo scorso 16 maggio ma il presidente non si era presentato citando la sua presenza nella finale della Coppa del Qatar. Per questo l’atto di accusa gli sarebbe stato inviato per posta. Anche un altro dirigente di BeIn e membro del consiglio di amministrazione del PSG, Yousef Al-Obaidly, è oggetto di indagine da parte della giustizia francese.

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