Concorso aperto della VoceAllOpera, associazione di Milano con piccolo budget e grandi idee protagonista di produzioni low-cost e in periferia di grande successo. La base dell'opera sarà "C'era due volte il barone Lamberto" dello scrittore piemontese. Il libretto è firmato dal giornalista e scrittore (faro della critica lirica) Alberto Mattioli
AAA, giovani compositori cercasi. Requisiti: avere meno di 45 anni e aver letto C’era due volte il barone Lamberto di Gianni Rodari. O non averlo ancora letto, ma correre ai ripari e farsi ispirare dalla novella per comporre un’opera lirica. Il concorso è aperto da VoceAllOpera, compagnia milanese con piccolo budget e grandi idee. Dopo aver fatto cantare il Gianni Schicchi a tutti i politici italiani e aver messo in scena un Rigoletto travestito (scandalo a corte!) adesso chiamano a raccolta giovani compositori: c’è una nuova opera da ideare e comporre che vi aspetta.
La regia sarà affidata a Gianmaria Aliverta, enfant terrible capace di passare senza sforzo dai teatri di periferia alla Fenice di Venezia – e ritorno: “Come VoceAllOpera, anche Rodari è un figlio dei laghi piemontesi, e questo ci lega allo scrittore di Omegna, di cui nel 2020 ricorre il centenario della nascita” racconta il regista. “Abbiamo voluto rendere omaggio a un autore spesso dimenticato, dotato di quella straordinaria capacità di rivolgersi ai piccoli per parlare ai grandi”.
I progetti saranno selezionati da una giuria presieduta da Cristina Ferrari (direttore artistico del Teatro Municipale di Piacenza) e composta da Francesco Lanzillotta, Federico Maria Sardelli, Orazio Sciortino, Marco Taralli, Marco Tutino. Il compositore scelto avrà tempo fino a dicembre per completare l’opera (appunto) che andrà in scena nel 2020.
Dare una possibilità di debutto giovani talenti è una delle missioni di VoceAllOpera. Dopo aver scoperto – e formato – nuovi cantanti e direttori d’orchestra (vedi alla voce Nicolò Jacopo Suppa) la nuova chiamata alle armi è per i compositori, purché sotto i 45 anni. “Si fa troppo poco per i giovani compositori, c’è bisogno di investire di più sulla creatività” aggiunge Mattioli. “All’estero i teatri sostengono le opere contemporanee con grandi campagne promozionali: in Italia ci sono stati esempi interessanti alla Scala (con Fin de Partie, di György Kurtág) e alla Fenice (Riccardo III, di Giorgio Battistelli) ma sono più l’eccezione che la regola”.