Dopo che la Germania ha sconsigliato agli ebrei di indossare la kippah, il presidente israeliano Reuven Rivlin (nella foto) denuncia “la capitolazione di fronte all’antisemitismo” e la dimostrazione che gli ebrei non sono al sicuro. “Non posso consigliare agli ebrei di portare la kippah in qualsiasi momento in Germania” a causa degli attacchi contro di loro, ha dichiarato sabato il commissario del governo di Berlino per il contrasto all’antisemitismo, Felix Klein. Rivlin si è detto “scioccato” dalle sue frasi, dicendo di apprezzare “l’impegno del governo tedesco per la comunità ebraica” ma accusando Klein di piegarsi davanti alle persone che prendono di mira gli ebrei in Germania. “I timori riguardanti la sicurezza degli ebrei tedeschi sono la capitolazione di fronte all’antisemitismo e ammettono ancora una volta che gli ebrei non sono in sicurezza sul suolo tedesco”, ha proseguito Rivlin.

Gli attacchi a carattere antisemita sono aumentati di circa il 20% nello scorso anno in Germania, attribuiti nel 90% dei casi a persone legate ad ambienti di estrema destra, secondo il ministero dell’Interno di Berlino. Klein, il cui ruolo nel governo Merkel è stato istituito all’inizio del 2018, ha anche chiamato in causa “emittenti arabe che trasmettono un’immagine funesta di Israele e degli ebrei”. Nonostante la Shoah, in cui i nazisti uccisero sei milioni di ebrei, la Germania non fa eccezione in Europa, dove la violenza antisemita è in aumento.

Nell’intervista Klein aveva detto: “Mi dispiace dirlo ma non posso consigliare agli ebrei di indossare ovunque la kippah in Germania” e di aver aver cambiato parere sulla questione a causa della crescita degli incidenti antisemiti. Negli ultimi anni, ha denunciato, è diventato sempre più socialmente accettabile esprimere opinioni antisemite. Secondo Klein il 90% di chi commette reati di stampo antisemita sono estremisti di destra, mentre in misura minore si tratta di musulmani che “guardano canali televisivi arabi i quali veicolano una terribile immagine di Israele e degli ebrei”. Fra il 2017 e il 2018, il numero di reati antisemiti in Germania è passato da 1.504 a 1.646 casi, con una crescita del 10%. Fra questi, i casi considerati violenti sono saliti nello stesso periodo da 37 a 62. L’anno scorso giovane ebrei furono aggrediti a cinghiate a Berlino.

Come era prevedibile, le dichiarazioni di Klein hanno provocato immediate reazioni, soprattutto in un paese su cui pesa la responsabilità storica dell’Olocausto. È “l’ammissione di un fallimento“, ha commentato l’ex politico e conduttore di talk show, Michel Friedman, uno dei più noti esponenti della comunità ebraica tedesca. “Se un rappresentante del governo federale dichiara ufficialmente alla comunità ebraica: ‘non siete al sicuro da violenze e antisemitismo ovunque in Germania, questa è un’accusa contro lo stato di diritto e la realtà politica in Germania”, ha sottolineato. “Raccomando di prendere molto sul serio queste dichiarazioni, dove gli ebrei non possono vivere sicuri e liberi, prima poi succederà altrettanto anche gli altri”, ha aggiunto.

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