Si è sparato un colpo di pistola alla tempia in mezzo alla strada, nel pieno centro di Taormina, in Sicilia, sotto gli sguardi esterrefatti di alcuni automobilisti che passavano di lì. Così è morto all’età di 63 anni lo scrittore Sergio Claudio Perroni. È successo intorno alle 10 del mattino di sabato 25 maggio in via Roma, all’altezza nella zona del belvedere. A spingerlo a compiere questo gesto estremo sono stati i gravi problemi di salute che aveva da qualche tempo, come lui stesso ha spiegato in un biglietto d’addio rintracciato dalla polizia: proprio la malattia lo aveva portato ad entrare in uno stato di depressione emotiva che alla fine lo ha spinto a farla finita.
Il collega Sandro Veronesi ha voluto ricordarlo in una commossa lettera al Corriere della Sera, in cui ha ripercorso la loro amicizia e la loro collaborazione professionale, un legame che si interruppe, tutto d’un tratto, a causa di un litigio: “Di colpo abbiamo litigato. Lui era duro, e se si litiga con uno duro di solito l’amicizia si rompe – scrive Veronesi -. Infatti l’amicizia si ruppe. Io ho ricominciato a scrivere libri con molte più virgole del necessario, e anche parecchie parole in più. Poi abbiamo fatto pace, abbiamo ricominciato a parlare, ma non gliel’ho detto lo stesso. Tanto, che era bravo lo sapeva. Come trovava i miei, di errori, trovava anche i propri, e come correggeva gli uni correggeva gli altri”. Veronesi ha voluto poi ricostruire quanto accaduto quella mattina: “Il 25 maggio mattina verso le nove è andato al Bam Bar, dove andava sempre — a Taormina, perché lì viveva —, ma per la prima volta ci è andato senza occhiali. Poi è uscito, ha camminato per cinque minuti fino a via Roma e ha proseguito fino al belvedere sotto piazza IX aprile. Lì si è fermato, ha preso la pistola dalla tasca e si è sparato”.
Nato a Milano, Perroni viveva da qualche tempo a Taormina con la moglie. Traduttore di autori come Steinbeck e David Foster Wallace, autore di testi teatrali e scrittore, ha pubblicato con Bompiani e con La nave di Teseo di Elisabetta Sgarbi: “Non muore nessuno” (2007), “Raccapriccio”, “Mostri e scelleratezze della stampa italiana” (2007), “Leonilde. Storia eccezionale di una donna normale” (2010), “Nel ventre” (2013), “Renuntio vobis” (2015), “Il principio della carezza” (2016) e “Entro a volte nel tuo sonno” (2018). L’ultima sua apparizione pubblica risale a solo qualche settimana fa, quando aveva presentato al Salone del Libro di Torino il suo ultimo racconto “La bambina che somigliava alle cose scomparse”.