Isabella Conti riconfermata nel centro in provincia di Bologna. Nel 2014 aveva fatto bloccare il maxi insediamento edilizio di Idice a San Lazzaro. Una decisione che aveva causato molti malumori nel partito, il Pd: "La vittoria è soprattutto frutto di un lavoro civico, è dovuta alla concretezza, all'impegno nel cercare di trovare risposte per i cittadini, per farli vivere meglio e lottare per loro"
È stato praticamente un plebiscito quello che ha incoronato la sindaca di San Lazzaro (Bologna), la dem Isabella Conti, rieletta dai suoi concittadini con l’80,84% e 15.087 voti. In un Emilia-Romagna in cui la Lega ha continuato la sua avanzata, nel piccolo centro dell’hinterland bolognese il centrodestra unito si è fermato al 13,28% (2.478 voti), con il candidato Carmine Campitelli. La 36enne Conti si è presentata alle elezioni supportata da tre liste civiche, una dei partiti (Pd-Partito socialista italiano-Articolo 1) e due civiche (‘Il Futuro oggi’ e ‘Noi cittadini’). A portare Conti alla vittoria, però, non è stata la lista del centrosinistra unito – che ha incassato il 16,98% – ma la sua lista civica ‘Il Futuro oggi’ che ha sbancato con il 56,03%.
Un risultato da record per la sindaca anti-cemento, contraria alle Unioni dei Comuni e spesso controcorrente rispetto al suo partito, pur di far valere le proprie idee. “È un’emozione fortissima – commenta la sindaca dopo aver appreso il risultato – La vittoria è soprattutto frutto di un lavoro civico, è dovuta alla concretezza, all’impegno nel cercare di trovare risposte per i cittadini, per farli vivere meglio e lottare per loro. Il nostro Comune è caratterizzato più che altro da un grande pragmatismo, per primi abbiano fatto chiudere le sale con le slot machine, dal 1 settembre 2020 i nidi saranno gratis e abbiamo abbassato la Tari facendo una battaglia anche con Hera e ora è la più bassa d’Italia insieme a quella di Novara. Le persone hanno bisogno di vedere che c’è qualcuno che fa le cose, non che lo dice e basta”.
Nel 2014, la giovane sindaca era balzata agli onori delle cronache nazionali per aver bloccato il maxi insediamento edilizio di Idice a San Lazzaro. Una decisione che aveva causato molti malumori nel partito, culminata con delle denunce ai carabinieri da parte di Conti per aver ricevuto pressioni, secondo l’iniziale ipotesi d’accusa della procura, da persone del Pd e di Legacoop. Molti, nel partito, avevano isolato la sindaca che aveva scosso il Pd bolognese con le sue denunce. Dopo l’apertura di un’indagine, però, due anni dopo, nel 2016, era stata chiesta l’archiviazione per tutti gli indagati del caso della cosiddetta ‘Colata di Idice’: Simone Gamberini e Rita Ghedini, allora direttore e presidente di Legacoop Bologna; Massimo Venturoli, legale rappresentante della Palazzi Srl; Stefano Sermenghi, allora sindaco Pd di Castenaso; l’ex sindaco di San Lazzaro, Aldo Bacchiocchi; l’ex presidente dei revisori del Comune di San Lazzaro di Savena, Germano Camellini e l’allora tesoriere del Pd di Bologna, Carlo Castelli.
“Io ho fatto sempre quello che ritenevo giusto senza mai seguire nessuno comprese le indicazioni di partito – rivendica Conti -, pensando non al consenso ma al bene comune”. Una scelta che, evidentemente, i cittadini di San Lazzaro hanno premiato alle urne, riconfermandola alla guida del comune con percentuali ‘bulgare’. “Proprio per il bene comune – ammette – a volte mi sono messa anche in contrasto con il partito e questa scelta l’ho pagata personalmente. A fine anno – spiega – ho un’udienza perché c’è chi mi chiede i risarcimenti danni in sede civile per il caso della ‘Colata di Idice’. Così come ho ricevuto una richiesta di danni da un proprietario di sale slot machine”. “La mia vittoria a queste elezioni – conclude – è dovuta più che altro al grande studio per formare le mie competenze. Io ho un programma chiarissimo, molto netto e quella è la mia Bibbia. Ora, dopo i festeggiamenti, già da stasera mi rimetterò a studiare per i miei cittadini”.