Il consiglio di amministrazione della società risultante dalla fusione sarebbe inizialmente composto da 11 membri con una maggioranza di consiglieri indipendenti e con un numero uguale di consiglieri – quattro ciascuna – in rappresentanza di Fca e Groupe Renault ed uno designato da Nissan. Non sarebbero trasferiti i diritti di doppio voto oggi esistenti e di cui gode Exor in quanto socio storico di Fca. Tuttavia, tutti gli azionisti avrebbero la possibilità di acquisire diritti di voto legati alla “fedeltà” nell’azionariato attraverso un nuovo sistema. La fusione, qualora dovesse andare in porto, non comporterà secondo Fca nessuna chiusura di stabilimenti. “I benefici dell’operazione proposta – si legge nel comunicato – non si otterrebbero con la chiusura di stabilimenti ma deriverebbero da investimenti più efficienti in termini di utilizzo del capitale in piattaforme globali dei veicoli, in architetture, in sistemi di propulsione e in tecnologie”. E ancora: “Fca ha una storia di aggregazioni di successo tra costruttori con culture diverse per creare solidi leadership team e strutture dedicate a un singolo obiettivo. Quindi, il consiglio di amministrazione di Fca crede fermamente che l’aggregazione avrebbe la dimensione, l’esperienza e le risorse per destreggiarsi con successo nell’industria automobilistica in rapida evoluzione, creerebbe nuove opportunità per i dipendenti di entrambe le società e per i principali stakeholder“.
“Dopo un attento esame dei termini della proposta amichevole di Fca, il cda” di Renault “ha deciso di studiare con interesse l’opportunità di una tale combinazione”, si legge nella nota diffusa dal gruppo francese, in cui si specifica che “ulteriori comunicazioni saranno diffuse a tempo debito per informare il mercato dei risultati di queste discussioni”. La Nissan però non ha partecipato alle trattative iniziali tra Fca e la casa transalpina e non vede l’affare come particolarmente vantaggioso, spiegano fonti a conoscenza del dossier all’agenzia Bloomberg. Dopo l’arresto dell’ex presidente dell’alleanza Carlos Ghosn per illeciti finanziari, la priorità della Nissan è quella di riequilibrare la propria partnership con la Renault, proprietaria del 43% del costruttore nipponico, mentre quest’ultimo possiede appena il 15% della casa francese, ma senza diritti di voto. Nel 2018 Nissan ha venduto 5,65 milioni di vetture, contro i 3,88 milioni di Renault, ma la redditività è in calo, e per a prima volta in dieci anni ha registrato una flessione dell’utile operativo.