Il governo francese è “favorevole” e “incoraggia” la fusione tra Fca e Renault, anche se aspetta di conoscerne tutte le condizioni. Parola del portavoce del governo francese Sibeth Ndiaye. La fusione promuoverebbe “la sovranità economica” dell’Europa, dove “abbiamo bisogno di giganti“. Ndiaye ha ricordato che la scorsa settimana il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, ha incontrato il presidente di Renault Jean-Dominique Senard per parlare dell’operazione. Che in Italia è vista con un certo sospetto, almeno dalla Lega e almeno dalle parole del presidente della Commissione Bilancio della Camera Claudio Borghi. Secondo l’esponente leghista, è una “anomalia” da “tenere d’occhio” il fatto che lo Stato francese abbia una partecipazione del 15% di Renault: “Già con i cantieri Stx – ha ricordato dalla sede del Carroccio in via Bellerio a Milano – Macron non si è fatto problemi a un utilizzo spregiudicato” dello Stato. Quindi “staremo attenti che un patrimonio della Storia d’Italia sia valorizzato. Se sarà così, non ci saranno problemi, altrimenti…. altrimenti pareggeremo“, ha detto senza specificare in che modo. “In quello che dovrebbe essere un affare fra privati in cui gli Stati, noi compresi non dovrebbero mettere becco fatto salvo l’interesse nazionale, lo Stato francese ha ancora il 15% di Renault quindi teniamo d’occhio”, ha ribadito Borghi. Che poi si è spinto ad avanzare l’ipotesi di un ingresso dello Stato in Fca per bilanciare il ruolo della Francia. Intervistato da Enrico Mentana su La7, il leghista ha aggiunto: “Tutto andrà guardato con attenzione, questa operazione darà vita al primo produttore di auto al mondo”.
I sindacati sono divisi: la Fiom-Cgil auspica “impegni precisi da parte della famiglia Agnelli/Elkann e la convocazione da parte del governo di un tavolo sull’automotive che coinvolga sindacati e imprese”, oltre a chiedere che “non siano sacrificati stabilimenti italiani” mentre Claudio Chiarle, segretario Fim Cisl Torino e Canavese, parla di “naturale prosecuzione dell’accordo Fiat-Chrysler” che “può aprire i mercati della Russia e dell’estremo oriente a Maserati rilanciando gli stabilimenti torinesi”. Chiarle ha commentato anche l’ipotesi di ingresso dello Stato italiano nella nuova società: “Un’eventuale presenza anche simbolica dello Stato italiano nella alleanza avrebbe un significato compensativo rispetto agli assetti azionari francesi”. Per il segretario della Cisl Annamaria Furlan è necessario “capire che cosa significa in termini di ricadute occupazionali e di prospettive per la presenza di Fca nel nostro Paese. Se questo significa la conferma degli investimenti in Italia e se tutti i siti italiani, i lavoratori e le lavoratrici, avranno prospettive”. Ma “oggi definire un’alleanza che proietta Fca e Renault tra i protagonisti per la produzione di auto credo sia assolutamente importante”.