Dopo il trionfo di Nea Dimokratia e l'annuncio di elezioni anticipate che apriranno la strada ad un governo più gradito agli investitori, il rendimento dei decennali è sceso al 3,1%: 80 punti base in meno rispetto alla chiusura di venerdì scorso. Quelli italiani pagano il 2,6%
Mai così bene. Dopo la vittoria dei liberal-conservatori di Nea Dimokratia alle Europee che apre la strada a elezioni anticipate e ad un governo più gradito ai mercati rispetto a quello guidato da Alexis Tsipras, il tasso di interesse pagato dai titoli di Stato greci a dieci anni è crollato al minimo storico. Il 3,1%, 80 punti base in meno rispetto alla chiusura di venerdì scorso. In grande spolvero anche i titoli quotati sul listino di Atene, il Ftse Athex, che guadagna più del 6%
Sul fronte dei titoli di Stato, il risultato è che è sceso ai minimi dal 2009 – prima della fase peggiore della crisi dei debiti sovrani – il differenziale di rendimento rispetto ai Btp italiani, che pagano il 2,6% circa: lo spread viaggia intorno ai 55 punti, il valore più basso dall’autunno di dieci anni fa. Nel 2011, subito prima delle dimissioni del governo Berlusconi, la situazione sarebbe precipitata e il tasso sui Btp si sarebbe impennato al 7% mentre quello dei titoli greci avrebbe raggiunto addirittura il 35% e Atene avrebbe perso l’accesso ai mercati.
Il rendimento dei Btp decennali italiani resta lontanissimo dallo 0,8% dei pari grado spagnoli e dallo 0,94% di quelli portoghesi. I titoli di Stato a dieci anni di tutti i principali Paesi europei sotto la soglia dell’1%, compresi quelli della Gran Bretagna pesanti per le incertezze della Brexit. Quanto alla Germania, il tasso dei Bund decennali è sottozero.