Huawei sembra sempre più in difficoltà a seguito del decreto della Casa Bianca, la cui attuazione è posticipata al 19 agosto ma non per questo risulta meno minaccioso. Quello che in un primo momento sembrava un problema “ristretto” al sistema operativo Android, con i giorni si è allargato a macchia d’olio, e l’elenco delle aziende che hanno annunciato di interrompere gli affari con Huawei è ormai lunghissimo, sempre che non si verifichi qualche colpo di scena.

L’ultima “mazzata” per l’azienda cinese è quella riportata dal quotidiano Nikkei Asian Review: Huawei è stata rimossa dalla SD Association dalla lista dei produttori autorizzati all’uso dello standard SD, ed è anche temporaneamente sospesa dalla Wi-Fi Alliance. È inoltre da prendere atto dell’interruzione temporanea di Huawei con JEDEC.

SD Association è un’organizzazione non-profit che definisce gli standard per le schede di memoria destinate ai dispositivi di elettronica di consumo che le persone usano in tutti i paesi. La sua cancellazione dall’elenco delle aziende autorizzate comporta l’impossibilità per la casa cinese di integrare lettori micro-SD sui prossimi smartphone. Significa che eventuali progetti per smartphone non ancora annunciati o commercializzati dovranno essere modificati, rimuovendo il vano di espansione dello spazio di archiviazione.

Una possibile alternativa è sostituire il suddetto vano con uno proprietario. Si chiama NM (Nano Memory), ed è già presente sugli smartphone P30 e P30 Pro, dove in assenza del decreto presidenziale era sembrato un punto a sfavore del prodotto, ora appare come un vantaggio. Non cambia nulla, invece, per chi è in già in possesso di uno smartphone Huawei con vano SD: quest’ultimo continuerà regolarmente a funzionare e a leggere le schedine di espansione.

Huawei P30 Pro

 

Wi-Fi Alliance è invece l’organizzazione che riunisce le aziende che collaborano allo sviluppo congiunto della tecnologia wireless. In questo caso gli effetti collaterali per l’utente finale sono praticamente nulli, nel senso che l’esclusione temporanea di Huawei dall’organizzazione non impedirà a Huawei di implementare il Wi-Fi sui prossimi smartphone.

Situazione ancora differente per JEDEC, la Global Standards for the Microelectronics Industry, ossia l’associazione per la standardizzazione dei semiconduttori. Contra oltre 300 membri, fra cui nomi molto importanti come Qualcomm, Samsung e TSMC. È Huawei che ha deciso di chiamarsi fuori in via temporanea, in attesa di sviluppi nella situazione con il Governo degli Stati Uniti. La mossa non ha conseguenze, salvo il fatto che l’azienda smette temporaneamente di contribuire allo sviluppo dei semiconduttori.

Ricordiamo infine che anche Toshiba ha temporaneamente interrotto le consegne di dispositivi elettronici a Huawei. Da notare che si tratta di una “sospensione” e che, qualora i prodotti Toshiba non dovessero violare il decreto di Trump, sarebbe revocata. I divieti infatti riguardano le merci che hanno al loro interno il 25% o più di tecnologie o materiali “Made in USA”.

Com’è facile intuire la situazione è tutt’altro che definita, nelle prossime settimane ci saranno sicuramente degli sviluppi, allo stato attuale è difficile capire se saranno positivi o negativi.

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