I risultati dell’esercizio 2017 dell’Inpgi (l’istituto di previdenza dei giornalisti) “fotografano un quadro in deciso e assai preoccupante peggioramento”. Lo scrive la Corte dei conti, sezione del controllo sugli enti, nelle considerazioni conclusive della relazione relativa all’esercizio 2017, indicando che la gestione economica principale fa registrare in quell’anno “un disavanzo di 100,61 milioni, a fronte di un utile nel 2016 di 9,41 milioni”. Inoltre “si riduce ulteriormente il saldo della gestione previdenziale e assistenziale, attestandosi a -134,042 milioni di euro (a fronte di -114,3 milioni nel 2016; -111,9 milioni nel 2015, -81,620 milioni nel 2014, -51,649 milioni nel 2013): ai minori ricavi conseguiti rispetto al 2016 per 7,7 milioni si contrappongono infatti maggiori costi per 12,1 milioni”.
I giudici ricordano che già nella precedente relazione aveva sottolineato come “il perdurante andamento negativo dei saldi della gestione previdenziale e assistenziale imponesse alla governance dell’Inpgi l’adozione urgente di severe misure atte a ristabilire un equilibrio previdenziale pesantemente compromesso dalla profonda crisi del settore dell’editoria“. Dunque, prosegue, “anche alla luce delle proiezioni attuariali disponibili, gli effetti del progetto di riforma avviato nel 2015 e completato nel 2017 si sono rivelati insufficienti allo scopo di conseguire condizioni di equilibrio strutturale, armonizzando l’ordinamento Inpgi con il sistema previdenziale generale. Le proiezioni del nuovo bilancio tecnico, riferito al periodo dal 2018 al 2067, evidenziano come l’Inpgi non sia in grado di mantenere la solvibilità prospettica, esaurendo il proprio patrimonio già nel 2028“. Sulla questione del profondo rosso dell’Inpgi nei mesi scorsi è intervenuto il governo con la previsione di inserire nell’Inpgi “coloro che svolgono attività, anche di natura tecnico-informativa”. informatici, ingegneri, webmaster, pubblicitari, influencer.