Manuela Carmena a Madrid e Ada Colau a Barcellona escono sconfitte dalla tornata delle amministrative e lasciano gli ayuntamientos delle rispettive città. Una débâcle dalla quale la sinistra radicale di Podemos esce fortemente indebolita con l’insuccesso delle due sindache simbolo, mentre il Psoe di Sanchez sfonda oltre il 32% e si conferma il faro della sinistra in Europa insieme al Portogallo. Il voto – che si è svolto in tutti i comuni e in 12 delle 17 regioni – era atteso come una sorta di secondo round del 28 aprile e avrà un peso sulla formazione del prossimo governo, con Sanchez che aspira a governare da solo alla testa di un esecutivo di minoranza.
Guardando a Barcellona, è un indipendentista a diventare sindaco per la prima volta nella storia moderna della Spagna. È Ernest Maragall, candidato del partito separatista catalano Esquerra Republicana de Catalunya. Sconfitta la sindaca di sinistra uscente, Ada Colau, così come l’ex premier francese Manuel Valls, quarto con solo il 13% delle preferenze. Dieci seggi nel consiglio comunale saranno assegnati sia a Erc del vincitore Maragall, sia alla lista della sindaca uscente, sconfitta però per 5mila voti. L’indipendentista diventerà primo cittadino a meno che altri riescano a costruire una maggioranza.
A Madrid Manuela Carmena non ha seggi sufficienti per formare una maggioranza con altri partiti di sinistra, quindi con ogni probabilità dovrà cedere il controllo della città. A meno di un mese dalle elezioni politiche che lo hanno visto protagonista, Pedro Sanchez, mette a segno un altro successo nelle europee, il partito socialista si è affermato al 32.85% dei voti, dieci punti in più rispetto al 2014. Secondo il partito popolare con il 20,12%, Ciudadanos raggiunge il 12,19%, la Coalizione di Izquierda unita e di Podemos ottiene il 10%. Passa anche l’estrema destra di Vox con il 6%.