Il M5S ha commesso degli errori nei confronti dell’alleato, come il fatto di aver salvato Salvini sul caso Diciotti e, in generale, come ha detto Di Battista uscendo dal vertice di ieri al Mise, avrebbe dovuto adottare da prima un atteggiamento intransigente nei confronti della Lega. L’amicizia con Salvini ha portato alcuni ex elettori del M5S, con idee di destra, a votare direttamente la Lega. Questo potrebbe spiegare il travaso di voti dal M5S alla Lega (14%).

E gli astenuti?

Di Maio ieri in conferenza ha ricordato che “su 10 provvedimenti realizzati fino ad ora 9 sono del M5S”.

Questo, paradossalmente, è il problema. Il governo logora chi lo fa. Quando fai le cose, quando prendi decisioni importanti, inevitabilmente scontenti qualcuno. È fisiologico, succede a tutti i governi. Tranne l’immigrazione, le questioni scomode come il lavoro, lo sviluppo economico e le infrastrutture sono in capo al M5S.

Quando lavori inoltre puoi essere meno presente sul territorio per fare campagna elettorale. Ma i comizi contano. Ricordiamo la notizia che fece polemica un paio di settimane fa, quando si calcolò che da inizio 2019 a metà maggio Matteo Salvini aveva trascorso al ministero solo 12 giornate lavorative piene. Gli impegni fuori dal Viminale per il vicepremier furono più di 200 fra eventi pubblici, comizi, cene elettorali e feste della Lega.

Un’analisi del Financial Times, che ha anche intervistato Lorenzo Pregliasco (Youtrend), dimostra quante apparizioni pubbliche in giro per l’Italia ha fatto Salvini da gennaio al 12 maggio: 169. Una marea. Ha presidiato le zone in cui voleva vincere, spesso con comizi.

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