Vittore Pecchini, originario della provincia di Reggio Emilia e laureato in filosofia, era preside del Marco Polo da inizio anno e da quattro guidava gli istituti Fermi, Corner, Cini e Venier. Nel suo passato una vita da giramondo. Da settimane erano in corso contestazioni nei confronti dell'insegnante, che avrebbero dovuto sfociare in uno sciopero. I genitori: "Affranti, ci siamo confrontati in modo trasparente e solo a livello istituzionale"
Parlava sei lingue, era istruttore di vela e sub, aveva girato il mondo. Vittore Pecchini, 57 anni, preside del liceo Marco Polo di Venezia e del polo tecnico professionale, si è tolto la vita al Lido. Un epilogo che fa molto discutere in città, anche perché da settimane erano in corso contestazioni nei confronti dell’insegnante, che avrebbero dovuto sfociare in uno sciopero. Ma la famiglia del professor Pecchini non crede che possa essersi suicidato. Il docente è stato soccorso all’interno del suo camper parcheggiato in una strada pubblica sull’isola. A dare l’allarme è stata la compagna.
L’annuncio della morte è stato dato dal vicepreside Paolo Favorido, con un comunicato. Pecchini, originario della provincia di Reggio Emilia e laureato in filosofia, era preside del Marco Polo da inizio anno e da quattro guidava gli istituti Fermi, Corner, Cini e Venier. Nel suo passato una vita da giramondo. Aveva diretto istituti scolatici in Italia e all’estero (a Edimburgo in Scozia e a Barcellona in Catalogna). Era stato anche nostromo sulla goletta Leeuwin in Australia e membro dell’equipaggio della base nautica di Timor, nel mar della Sonda. Aveva scelto Venezia proprio per la simbiosi della città con il mare.
I problemi incontrati nella gestione delle scuole erano stati notevoli, anche perché al preside veniva rinfacciata la mancanza di contrattazione di istituto. “Sono stanco, arcistufo: a scuola mi stanno attaccando tutti, genitori e docenti”, aveva detto pochi giorni prima di morire. Genitori e professori sono rimasti sconvolti. “Siamo affranti – hanno dichiarato i rappresentanti dei genitori del “Marco Polo” – Noi ci siamo confrontati con il professor Pecchini in modo trasparente e solo a livello istituzionale, un piano che non aveva nulla a che fare con quello umano e con quel rispetto, stima e considerazione, che abbiamo sempre avuto nei confronti di Pecchini”. Eppure il suicidio è avvenuto alla vigilia dello sciopero indetto contro di lui. La contestazione nei suoi confronti si trascinava da mesi, addirittura con picchetti davanti all’ufficio scolastico e prese di posizione da parte di consiglieri comunali e parlamentari.
Secondo la polizia non vi sono dubbi sul suicidio, causato da ingestione di nitrito di sodio trovato all’interno del camper. Alla compagna, nelle ultime telefonate, aveva detto di sentirsi molto male. Per questo si era precipitata nel camper e lo aveva trovato ormai morente. Alcuni insegnanti lo hanno ricordato con un messaggio: “È stato un dirigente scolastico estremamente capace, titolato e sensibile. Ha sempre operato per arricchire la nostra scuola e arricchirci. Una scuola è un luogo in cui molteplici figure interagiscono e la dialettica è parte integrante della sua vita. Con un’immagine che gli sarebbe cara in qualità di uomo di mare, è l’equipaggio della nave che deve sempre remare per e non contro, anche se con il vento a prua, purché si arrivi a destinazione”.