Il nuovo smartphone ZenFone 6 di Asus è originale grazie alla fotocamera rotante, e ha un prezzo che attira l'attenzione. Le prestazioni e l'autonomia soddisfano, ma bisogna accettare qualche compromesso sullo schermo e sul design.
La nostra prova completa dello ZenFone 6, lo smartphone top di gamma di Asus contraddistinto dalla fotocamera rotante, è risultata convincente sotto diversi aspetti. Risultano soddisfacenti prestazioni, autonomia e qualità fotografica, oltre al prezzo decisamente competitivo, che parte da 499 euro.
Il produttore ha fatto alcune rinunce rispetto ai prodotti da oltre 1.000 euro, ma senza intaccare l’esperienza quotidiana. Tuttavia, la commercializzazione tardiva rispetto ai diretti concorrenti potrebbe ostacolare Asus nel tentativo di riguadagnare terreno nel mercato smartphone. Questo non toglie allo ZenFone 6 il merito di essere un prodotto indicato per chi cerca un’esperienza da top di gamma, senza spendere cifre da capogiro, a patto di scendere a qualche compromesso.
Dato che il modulo rotante della fotocamera è l’elemento di maggiore innovazione di questo smartphone, partiamo proprio da qui nella nostra analisi. È differente rispetto ai sensori a scomparsa visti su modelli quali ad esempio lo OnePlus 7 Pro e Oppo Reno. Nello ZenFone 6 infatti la doppia fotocamera posteriore ruota letteralmente sulla parte frontale nel momento in cui ci si vuole scattare un selfie, oppure sbloccare lo smartphone tramite il riconoscimento del volto.
È un approccio che suscita curiosità ma, come accennato in sede di annuncio, fa sorgere dubbi in merito alla durata nel tempo. Si tratta infatti di un sistema composto da 13 piccoli motorini alimentati da ben 17 cavetti di alimentazione. Dopo avere usato il prodotto per due settimane abbiamo notato che tende ad accumulare polvere, e che riposizionandolo manualmente non aderisce perfettamente alla scocca, almeno per quanto riguarda l’esemplare di test. Il poco tempo a disposizione per le prove non ci permette di formulare un giudizio definitivo. Apprezziamo comunque la scelta di Asus di implementare soluzioni atte a prevenire danni: nel caso di caduta accidentale il modulo fotografico si richiude automaticamente. Se si appoggia lo smartphone su un piano quando si attiva il riconoscimento del volto, il modulo fotografico non ruota.
La buona notizia è che la rotazione non toglie immediatezza all’uso: si possono scattare selfie in poche frazioni di secondo, ottenendo tra l’altro una qualità difficilmente riscontrabile in altri dispositivi. Quello installato è infatti un sensore principale da 48 Megapixel, e c’è la possibilità di sfruttare anche un secondo sensore grandangolare da 13 Megapixel. Ovviamente è presente il flash.
In generale la qualità delle immagini è buona, anche se in notturna subentra un po’ troppo rumore digitale. Da questo punto di vista, Asus potrebbe affinare l’algoritmo di elaborazione. Ben accetta la presenza dello standard HDR++, che però interviene in maniera particolarmente aggressiva sulla gamma cromatica. Per essere chiari, questo standard identifica un metodo che permette di arricchire le fotografie migliorandone il rapporto tra luce e buio. Quello che fa all’atto pratico è scattare un minimo di tre foto con livelli di esposizione diversi e comporre una sola foto finale con il meglio di ciascuna. Nel caso dello ZenFone il risultato è poco naturale.
Da annotare poi la possibilità di registrare video in 4K a 60 fotogrammi al secondo, anche facendo muovere il meccanismo di rotazione mediante i tasti fisici del volume. Si ottengono così veri e propri filmati panoramici, ben riusciti soprattutto in diurna.
Come la maggior parte dei top di gamma moderni, anche lo ZenFone è rivestito in vetro. Il sensore per le impronte digitali è montato sulla parte posteriore, e funziona molto bene. Per quanto riguarda la comodità d’uso, è da dire che lo ZenFone 6 è parecchio ingombrante, e il peso di 190 grammi si fa sentire quando lo si maneggia. Oltre tutto il vetro è scivoloso, quindi consigliamo di usare la cover trasparente in policarbonato inclusa nella confezione.
Un altro piccolo compromesso riguarda la mancanza della certificazione di impermeabilità e della ricarica wireless. È completa, invece, la connettività: Wi-Fi dual-band, Bluetooth 5.0, NFC, presa jack per le cuffie, supporto Dual-SIM (senza dover rinunciare all’espansione di memoria).
Sulle prestazioni c’è poco da obiettare, dato che Asus ha giocato sul sicuro, scegliendo il processore Snapdragon 855 abbinato a 6 o 8 Gigabyte di RAM a seconda della versione. Durante i test la versione da 6 GB che avevamo in prova si è dimostrata fluida in qualsiasi circostanza, anche quando abbiamo messo il sistema particolarmente sotto stress. Convincente la dissipazione del calore, che risulta impercettibile sulle mani. Parte del merito va al tipo di supporto scelto da Asus per l’archiviazione dei dati: si tratta di memorie conformi allo standard UFS 2.1 (Universal Flash Storage) che non fanno da “collo di bottiglia” nell’elaborazione.
Lo schermo da 6,4 pollici a 1.080 x 2.340 pixel non ha un forte impatto sulle prestazioni e sulla batteria come i modelli a risoluzione maggiore. Però questo stesso elemento diventa uno svantaggio nel momento in cui si fa un paragone con dispositivi come il OnePlus 7 Pro, che ha un display da 1.440 x 3.120 pixel.
Qualitativamente le immagini sono godibili, ma la gamma cromatica è un po’ spenta e la luminosità non è particolarmente elevata, il che non è il massimo all’aperto durante le giornate assolate. Gli angoli di visuale in compenso sono buoni.
L’aspetto migliore è l’autonomia, che ci ha permesso di lavorare per quasi due giorni lontano dalla presa elettrica.