“Sì a una riorganizzazione del Movimento 5 stelle, ma si deve partire dalla fiducia nel capo politico o da un nuovo capo politico. Dobbiamo decidere se sostenere o no questo governo, Conte vuole saperlo”. Luigi Di Maio si è presentato da dimissionario all’assemblea dei parlamentari 5 stelle e, stando alle ricostruzioni delle agenzie, come prima cosa ha chiesto al gruppo di prendere posizione sulla vita dell’esecutivo. Il Carroccio e i 5 stelle devono continuare a essere soci e portare a terminare la legislatura? Il primo round dello scontro “Di Maio contro tutti” è andato in scena questa sera davanti agli eletti di Camera e Senato. Il secondo è previsto per domani mattina 30 maggio, quando il capo politico del Movimento, per la prima volta nella storia M5s, chiederà di essere riconfermato dalla sua stessa base con un voto online.
L’assemblea è iniziata intorno alle 21. Presenti, oltre al capo politico Luigi Di Maio, i ministri Alfonso Bonafede, Giulia Grillo, Riccardo Fraccaro, Elisabetta Trenta, Barbara Lezzi e Alberto Bonisoli. Presente il presidente della Camera Roberto Fico che, già in giornata, ha garantito che interverrà . Presente anche l’ex deputato 5 stelle Alessandro Di Battista. Non escluso che al termine ci sarà una votazione. “Ringrazio tutti coloro che hanno dato il massimo. Felice che siamo tutti qui perché siamo una famiglia”, ha detto Di Maio. Quindi, davanti ai suoi, ha spiegato come mai ha deciso di chiedere la riconferma della base: “Ho chiesto la fiducia agli iscritti perché anche io ho una dignità e negli ultimi due giorni mi sono sentito dire di tutto. A me non me ne frega nulla della poltrona. Non sto attaccato al ruolo di capo politico, ci ho sempre messo la faccia e continuerò a mettercela. Molti pensano sia bello stare in prima linea, ma il punto è che quando va tutto bene e vinciamo il merito è di tutti, giustamente, il problema è che se si perde prendo schiaffi solo io“. Il vicepremier ha anche ribadito la volontà di lavorare per la riorganizzazione del movimento come già più volte annunciato: “Se domani vengo riconfermato non restiamo fermi, dobbiamo cambiare delle cose. Dobbiamo avviare una nuova organizzazione. Il M5s non perde mai, o vince o impara, io la vedo così, questa è la nostra storia e da qui dobbiamo ripartire”.
Nel corso dell’assemblea ha preso la parola tra i primi il senatore e giornalista Primo Di Nicola. “Fiducia piena in Di Maio, ha fatto un miracolo”, ha detto. Proprio Di Nicola ieri si è presentato dimissionario per “incentivare la discussione democratica alla luce del risultato elettorale”. Il deputato Emilio Carelli invece, intervenendo poco dopo, ha parlato della necessità di “valutare se sia necessario un cambio della compagine ministeriale”.
Dopo l’intervento del capo politico l’intero staff della comunicazione ha lasciato l’assemblea dei parlamentari. Nella riunione si alternano in questi minuti gli interventi che confermano la fiducia a Di Maio. E, a quanto raccontano fonti presenti alla riunione, un deputato ha preso la parola a nome di 60 colleghi chiedendo al vicepremier di ritirare il voto dalla piattaforma Rousseau su di lui. Non devi metterti in discussione, è il senso del ragionamento fatto dal deputato.
Sono le ore più lunghe per il vicepremier: deve fare i conti con la sconfitta alle Europee e cercare di trovare una via d’uscita per far andare avanti l’esecutivo perché, così ripetono tutti, “alla sua leadership per il momento non c’è alternativa”. E’ l’ora delle prime volte per i 5 stelle: la prima ammissione di “una scoppola senza precedenti” (parole di Alessandro Di Battista), la prima volta che il capo politico chiede ai suoi se può continuare a essere la guida, la prima volta che sia Beppe Grillo che Davide Casaleggio intervengono in sua difesa. La situazione è talmente delicata che lo stesso premier Giuseppe Conte ha deciso di rinviare qualsiasi vertice di governo a dopo il voto online: una scelta che può sembrare suggestiva dal momento che gli iscritti non devono scegliere sul ruolo di Di Maio nel governo, ma l’importanza della fiducia espressa dagli attivisti è talmente importante, almeno per il M5s, da poter determinare le sorti del governo.
La scelta di Di Maio di anticipare l’assemblea con l’annuncio della votazione in mattinata ha spiazzato qualcuno, ma non tutti. Le ore subito dopo la sconfitta sono state concitate e i pensieri sono andati velocissimi: c’è stata la conferenza stampa davanti ai giornalisti, il vertice con alcuni fedelissimi che sembravano difenderlo a spada tratta, poi le prime dichiarazioni degli stessi che chiedevano di mettere in discussione la sua posizione. Insomma gli eventi sono precipitati e Di Maio ha avuto bisogno di ripartire da zero. La strada su come muoversi gliel’ha mostrata e suggerita uno che nel Movimento è molto ascoltato per esperienza, seppure non sia proprio nella cerchia dei più vicini ai vertici: Primo Di Nicola appunto. Nello stallo dello scorse ore è stato lui il primo a esporsi: ha rimesso l’incarico di vicecapogruppo al Senato, con la motivazione che partire dalla necessità di rinnovare la fiducia nei leader è il primo atto dopo una sconfitta. Così Di Maio ha fatto: ha anticipato la resa dei conti ricordando a tutti i parlamentari che lui deve prima rendere conto agli iscritti e poi ha beneficiato della corsa di chi ha già apertamente ribadito la sua tutela. Blindato da Grillo e Casaleggio, è pronto ora per la prima storica graticola davanti alla sua base.
Politica
Di Maio all’assemblea: “Riorganizzare? Sì ma prima fiducia nel leader. Si decida se governo continua, Conte lo vuole sapere”
Il capo politico 5 stelle si è presentato da dimissionario davanti ai parlamentari e ha chiesto di prendere posizione sul futuro dell'esecutivo. Presenti i ministri Fraccaro, Trenta, Grillo e Bonafede, poi il presidente della Camera Fico e l'ex deputato Di Battista. Il senatore Di Nicola: "Fiducia piena nel leader, ha fatto un miracolo". Carelli: "Valutare il rimpasto"
“Sì a una riorganizzazione del Movimento 5 stelle, ma si deve partire dalla fiducia nel capo politico o da un nuovo capo politico. Dobbiamo decidere se sostenere o no questo governo, Conte vuole saperlo”. Luigi Di Maio si è presentato da dimissionario all’assemblea dei parlamentari 5 stelle e, stando alle ricostruzioni delle agenzie, come prima cosa ha chiesto al gruppo di prendere posizione sulla vita dell’esecutivo. Il Carroccio e i 5 stelle devono continuare a essere soci e portare a terminare la legislatura? Il primo round dello scontro “Di Maio contro tutti” è andato in scena questa sera davanti agli eletti di Camera e Senato. Il secondo è previsto per domani mattina 30 maggio, quando il capo politico del Movimento, per la prima volta nella storia M5s, chiederà di essere riconfermato dalla sua stessa base con un voto online.
L’assemblea è iniziata intorno alle 21. Presenti, oltre al capo politico Luigi Di Maio, i ministri Alfonso Bonafede, Giulia Grillo, Riccardo Fraccaro, Elisabetta Trenta, Barbara Lezzi e Alberto Bonisoli. Presente il presidente della Camera Roberto Fico che, già in giornata, ha garantito che interverrà . Presente anche l’ex deputato 5 stelle Alessandro Di Battista. Non escluso che al termine ci sarà una votazione. “Ringrazio tutti coloro che hanno dato il massimo. Felice che siamo tutti qui perché siamo una famiglia”, ha detto Di Maio. Quindi, davanti ai suoi, ha spiegato come mai ha deciso di chiedere la riconferma della base: “Ho chiesto la fiducia agli iscritti perché anche io ho una dignità e negli ultimi due giorni mi sono sentito dire di tutto. A me non me ne frega nulla della poltrona. Non sto attaccato al ruolo di capo politico, ci ho sempre messo la faccia e continuerò a mettercela. Molti pensano sia bello stare in prima linea, ma il punto è che quando va tutto bene e vinciamo il merito è di tutti, giustamente, il problema è che se si perde prendo schiaffi solo io“. Il vicepremier ha anche ribadito la volontà di lavorare per la riorganizzazione del movimento come già più volte annunciato: “Se domani vengo riconfermato non restiamo fermi, dobbiamo cambiare delle cose. Dobbiamo avviare una nuova organizzazione. Il M5s non perde mai, o vince o impara, io la vedo così, questa è la nostra storia e da qui dobbiamo ripartire”.
Nel corso dell’assemblea ha preso la parola tra i primi il senatore e giornalista Primo Di Nicola. “Fiducia piena in Di Maio, ha fatto un miracolo”, ha detto. Proprio Di Nicola ieri si è presentato dimissionario per “incentivare la discussione democratica alla luce del risultato elettorale”. Il deputato Emilio Carelli invece, intervenendo poco dopo, ha parlato della necessità di “valutare se sia necessario un cambio della compagine ministeriale”.
Dopo l’intervento del capo politico l’intero staff della comunicazione ha lasciato l’assemblea dei parlamentari. Nella riunione si alternano in questi minuti gli interventi che confermano la fiducia a Di Maio. E, a quanto raccontano fonti presenti alla riunione, un deputato ha preso la parola a nome di 60 colleghi chiedendo al vicepremier di ritirare il voto dalla piattaforma Rousseau su di lui. Non devi metterti in discussione, è il senso del ragionamento fatto dal deputato.
Sono le ore più lunghe per il vicepremier: deve fare i conti con la sconfitta alle Europee e cercare di trovare una via d’uscita per far andare avanti l’esecutivo perché, così ripetono tutti, “alla sua leadership per il momento non c’è alternativa”. E’ l’ora delle prime volte per i 5 stelle: la prima ammissione di “una scoppola senza precedenti” (parole di Alessandro Di Battista), la prima volta che il capo politico chiede ai suoi se può continuare a essere la guida, la prima volta che sia Beppe Grillo che Davide Casaleggio intervengono in sua difesa. La situazione è talmente delicata che lo stesso premier Giuseppe Conte ha deciso di rinviare qualsiasi vertice di governo a dopo il voto online: una scelta che può sembrare suggestiva dal momento che gli iscritti non devono scegliere sul ruolo di Di Maio nel governo, ma l’importanza della fiducia espressa dagli attivisti è talmente importante, almeno per il M5s, da poter determinare le sorti del governo.
La scelta di Di Maio di anticipare l’assemblea con l’annuncio della votazione in mattinata ha spiazzato qualcuno, ma non tutti. Le ore subito dopo la sconfitta sono state concitate e i pensieri sono andati velocissimi: c’è stata la conferenza stampa davanti ai giornalisti, il vertice con alcuni fedelissimi che sembravano difenderlo a spada tratta, poi le prime dichiarazioni degli stessi che chiedevano di mettere in discussione la sua posizione. Insomma gli eventi sono precipitati e Di Maio ha avuto bisogno di ripartire da zero. La strada su come muoversi gliel’ha mostrata e suggerita uno che nel Movimento è molto ascoltato per esperienza, seppure non sia proprio nella cerchia dei più vicini ai vertici: Primo Di Nicola appunto. Nello stallo dello scorse ore è stato lui il primo a esporsi: ha rimesso l’incarico di vicecapogruppo al Senato, con la motivazione che partire dalla necessità di rinnovare la fiducia nei leader è il primo atto dopo una sconfitta. Così Di Maio ha fatto: ha anticipato la resa dei conti ricordando a tutti i parlamentari che lui deve prima rendere conto agli iscritti e poi ha beneficiato della corsa di chi ha già apertamente ribadito la sua tutela. Blindato da Grillo e Casaleggio, è pronto ora per la prima storica graticola davanti alla sua base.
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.