Nel momento di più grande debolezza per Luigi Di Maio, il garante del Movimento Beppe Grillo rompe il silenzio. E lo fa per rinnovare la fiducia per il capo politico del Movimento e blindarlo alla vigilia del voto online sulla piattaforma Rousseau. Un messaggio significativo, che acquista ancora più importanza alla luce della lunga fase in cui il cofondatore del Movimento ha deciso di tenersi in disparte e non entrare nella gestione diretta del M5s. “Dopo due giorni di Radio Maria e musica classica, dico questo”, ha scritto in un lungo post sul suo blog, “il Movimento ha subito una sconfitta e questo movimento deve reagire a quello che è successo. La diffusione di dichiarazioni che discutono della delusione scaturita dalle urne, come se fosse un calo delle vendite per una multinazionale, è un ferita per me. Luigi non ha commesso un reato, non è esposto in uno scandalo di nessun genere. E’ già eccessiva questa giostra di revisione della fiducia. Deve continuare la battaglia che stava combattendo prima”. Subito dopo il voto delle Europee, proprio Grillo aveva scritto su Twitter: “Oggi Radio Maria e Canti Gregoriani”.
Grillo non è stato il solo a rompere il silenzio. Il figlio del cofondatore Davide Casaleggio, che mai a votazioni in corso si era espresso, ha deciso di sostenere la scelta di Di Maio: “Apprezzo sempre le scelte coraggiose e in questo caso ancora di più, perché la decisione di Luigi mostra non solo coraggio, ma anche grande coerenza e rispetto di un capo politico per i principi e i valori del Movimento 5 stelle. Quando un’intera comunità può partecipare a scelte importanti è sempre positivo”, ha detto all’agenzia Ansa.
Il segnale è molto chiaro: tutti coloro che dentro il M5s stanno mettendo in discussione la figura di Di Maio sbagliano e lo stesso Grillo chiede maggiore compattezza del gruppo per proseguire con l’esecutivo. “Forse può sembrare incredibile”, ha scritto, “che una persona, che ha cercato in tutti i modi possibili di portare a casa risultati nel mondo reale, perda strada rispetto ad un personaggio unicamente virtuale, ma è quello che è successo: svolazzare nei cieli del Paese parlando di immigranti che non partono quasi più da un pezzo ha riscosso più simpatie rispetto al lavoro che la nostra parte di ‘governicoli’ ha realizzato”. Insomma un attacco diretto a Matteo Salvini e una difesa senza condizioni di quanto fatto invece da Di Maio.
Secondo Grillo il problema principale è stato quello di riuscire ad approvare una legge Spazzacorrotti che ha dato fastidio a una parte consistente del Paese: “Non bastasse, la corruzione: vogliono anestetizzarci tutti per liberare la loro regina rinchiusa nella torre: Formigoni. Abbiamo fatto la prima legge vera contro i corrotti ed i corruttori, credo che stiamo pagando questo. Si fingono sommelier di questioni economico/finanziarie ma è semplicemente il colpo di coda di quella parte marcia del Paese che crede di nascere assolta per diritto ereditario”. E ancora. “Siamo di fronte ad un fenomeno di rigetto dell’Italia peggiore nei confronti del movimento: si vince e si perde insieme quando la minaccia non viene da dentro, deve restare chi è ancora in gara, nessuna espiazione”.
Quindi ha concluso: “Il nostro ‘sbaglio’ è sacro: cercare di restituire dignità al Paese al di là del bullismo oppure delle comparse storiche che lo hanno sempre avuto in mano. Gli errori di metodo, certo ci sono, ma nulla hanno a che fare con l’aver agito nel rispetto delle nostre premesse”.