Il capo politico del M5s Luigi Di Maio chiede di essere rilegittimato all’interno del Movimento dopo il tracollo elettorale delle Europee. Lo strumento sarà un voto (dalle 10 alle 20 di giovedì 30 maggio) sulla piattaforma Rousseau, perché gli iscritti 5 stelle – spiega il ministro – sono “gli unici a cui devo rendere conto del mio operato”. Di Maio, sul Blog delle Stelle, annuncia anche possibili riflessioni su come deve cambiare la struttura dei Cinquestelle: “Se ci sono strutture o luoghi decisionali da creare, lo faremo” promette. Ma prima vuole capire se ha ancora la fiducia della base, soprattutto dopo le riflessioni di parlamentari importanti come Primo Di Nicola che si è dimesso da vicecapogruppo al Senato e Gianluigi Paragone che a ilfattoquotidiano.it era stato il primo ad ipotizzare la revisione dei quattro incarichi del capo politico e oggi ha annunciato la volontà di rimettere il suo mandato nelle mani di Di Maio. Un altro passaggio importante, prima del voto,  sarà questa sera la riunione dei gruppi parlamentari ha cui parteciperà anche il presidente della Camera, Roberto Fico. “Parlerò in riunione”, si è limitato a rispondere a chi gli chiedeva un commento sulla scelta di Di Maio.

Il voto su Di Maio cambia anche i piani dell’esecutivo. Il premier Giuseppe Conte ha visto in mattinata prima Matteo Salvini e poi Luigi Di Maio. E, nel primo pomeriggio, è andato al Quirinale per vedere Sergio Mattarella. Secondo fonti di Palazzo Chigi all’agenzia Andkronos, il consiglio dei ministri e un eventuale vertice a tre Conte-Di Maio-Salvini non saranno convocati prima che si sia conclusa la votazione online tra gli iscritti M5s sulla piattaforma Rousseau sul ruolo del capo politico. In realtà gli iscritti sono chiamati a esprimersi sul ruolo di Di Maio come capo politico, ma non sul suo ruolo di vicepremier o ministro. “Ho incontrato questa mattina, dapprima il vicepresidente Salvini e successivamente, il vicepresidente Di Maio”, ha scritto Conte in una nota. “Con entrambi ho avuto lunghi colloqui, che hanno costituito l’occasione per scambiare alcune valutazioni sugli esiti dell’ultima consultazione elettorale, sulla nuova composizione del Parlamento europeo e sulle procedure di nomina nelle Istituzioni europee”. Il confronto con Salvini e Di Maio “è stato serio e approfondito ed è servito a operare una ricognizione delle varie misure che tornano utili a rilanciare l’azione di governo. Ho raccolto le indicazioni dei vicepresidenti sulle misure di governo che stanno a cuore alle rispettive forze politiche e, per parte mia, ho riassunto le varie iniziative e i vari provvedimenti che giudico assolutamente strategici per il bene del Paese”, ha chiarito il presidente. “Ho chiesto a entrambi i vicepresidenti di accelerare i confronti e le valutazioni che sono in atto nell’ambito di ciascuna forza politica, in modo da poter ripartire già nei prossimi giorni con chiarezza di intenti e determinazione di risultati”. Nel merito ha parlato anche Matteo Salvini: “Capisco le ore e i giorni che stanno vivendo gli amici dei 5 stelle, quindi non mi permetto di commentare le scelte altrui”, ha detto.

La decisione di andare al voto sulla piattaforma Rousseau è stata maturata nelle ultime ore, dopo vertici e scontri interni. Oggi è stato pubblicato sul Blog delle Stelle una lungo intervento di Di Maio in cui rivendica di non essersi mai risparmiato: “Mai avrei pensato che lavorare tanto potesse essere una colpa”. “Non mi sono mai risparmiato in nessuna campagna elettorale – prosegue – Ce l’ho messa sempre tutta anche quando nessuno ci credeva. Avevo promesso a tutti di portare il Movimento al governo da candidato premier e ci siamo riusciti. Avevamo promesso il reddito di cittadinanza, quota 100, di smantellare il jobs act, di bloccare le trivelle in mare e aiutare le piccole e medie imprese iniziando ad abbassare le tasse. Di investire nell’innovazione e di bloccare alcune direttive che stavano distruggendo il commercio. È per questi obiettivi che ho deciso un anno fa di assumere l’incarico di ministro del Lavoro e dello sviluppo economico”, ha rivendicato Di Maio.

Il capo politico M5s comincia il suo post lamentando che “nelle ultime 48 ore hanno detto di tutto contro di me. Dichiarazioni di ogni tipo da ogni parte”. Ma, sottolineando che “non scappa nessuno”, rivendica anche il fatto che “a differenza di alcuni, ma assieme a tanti anche di voi, sono sei anni che non mi fermo e credo di aver onorato sempre i miei doveri, rendendone sempre conto a tutti gli iscritti e gli attivisti del Movimento”. Anche per questo, insomma, “sarà tutto il M5s a scegliere”, come ribadisce il capo politico che ora chiede di essere confermato. “Se il Movimento rinnoverà la fiducia in me – aggiunge – allora ci metteremo al lavoro per cambiare tante cose che non vanno. Io personalmente con ancora più impegno e dedizione”.

Nei Cinquestelle, intanto, in mattinata è stato ancora Paragone a parlare. “Luigi Di Maio è il “suo” leader?”, gli hanno chiesto ad Agorà, su Rai3: “, infatti dopo il titolo di oggi in cui si riprende una frase che nell’intervista non c’è e siccome io non voglio passare per traditore, consegnerò le dimissioni da parlamentare, sarà lui a decidere che cosa farne. E se mi dice di restare resto, proprio perché c’è ancora un rapporto di fiducia”. Il titolo a cui si riferisce Paragone è quello che sul Corriere della Sera sintetizza una sua intervista: “Ha fatto male pure da ministro“. Titolo che Paragone ha smentito, oltre che in tv, anche su Facebook, confermando peraltro il contenuto dell’intervista. Il Corriere riporta tra l’altro queste parole a riguardo del Di Maio ministro: “Il Nord lo ha bocciato. I nostri referenti devono essere gli artigiani. Perché andare da Confindustria?”. E al Lavoro, “mi è piaciuto. Ma se fai il decreto Dignità devi usare gli ispettori del lavoro come un esercito. Serve un ministro a tempo pieno“.

Nell’intervista Paragone dice tra l’altro che al ministero dell’Economia, visto che “le chiavi di casa ora ce le ha Salvini”, dovrebbe andare un esponente della Lega. “Salvini sta già parlando di Abenomics, di 3 per cento, di spread. Ha una visione economica, faccia lui”. In difesa di Di Maio è intervenuta la sindaca di Torino Chiara Appendino: “Credo sia un atto di coraggio chiedere il voto. Confermerò la fiducia a Luigi”, ha detto sottolineando che “gli attacchi continui e il clima da forconi non aiutano a fare una riflessione serena”.

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