Si definisce paladino di “un sovranismo sì, ma europeo“. E sottolinea l’urgenza “di una profonda revisione della costruzione europea” e dei Trattati, perché Bruxelles deve “cambiare il Patto di stabilità. La Ue deve concentrarsi sui beni pubblici, come la difesa delle frontiere comuni, la regolazione dell’immigrazione, una diversa distribuzione dei costi per i rifugiati, la lotta al terrorismo, anche cibernetico, l’emergenza climatica. Altrimenti la lasciamo esposta a potenze straniere che amano il gioco duro. E che spesso usano i sovranisti come cavalli di Troia“.
In un’intervista ad Avvenire (dal titolo “Voglio anch’io il sovranismo. Ma uno europeo”) il senatore e vita ed ex presidente del Consiglio Mario Monti commenta l’esito delle Europee, dove la Lega ha sfondato col 34% dei voti. E su Matteo Salvini, che dopo il risultato elettorale chiede di rivedere le regole per puntare di più all’obiettivo lavoro, Monti osserva: “La priorità dell’occupazione non è nuova, è presente in tutte le dichiarazioni della Ue da anni. Credo che, per un governo che ha una nuova forza elettorale da spendere ai tavoli europei, piuttosto che lanciarsi in esercizi ambiziosi che mirino a ridiscutere dalle fondamenta la politica economica europea sia più proficuo concentrare il fuoco su piste già aperte, ma alle quali alcuni Paesi, penso alla Germania e all’Olanda, si sono tenacemente opposti”.
Monti spiega di alludere, ad esempio, allo scorporo degli investimenti pubblici dal Patto di stabilità: “Davanti a rivendicazioni più ambiziose, la prima cosa che verrebbe obiettata al governo italiano sarebbe la seguente: in Europa quei Paesi che hanno prodotto più crescita e occupazione non sono stati quelli che hanno avuto più debito e disavanzo. È una ricetta che abbiamo visto e che ha già fallito, anche in Italia. Inoltre – aggiunge – credo che non convenga prendere di mira la disciplina di bilancio in quanto tale, magari chiedendo l’abolizione del Patto di stabilità; bensì concentrarsi su quelle lacune, quelle pecche, quelle carenze di razionalità che ci sono nelle regole in materia”.
Difetti, prosegue, “riconosciuti anche da Paesi che comprendono l’esigenza della disciplina di bilancio, ma allo stesso tempo vogliono una maggior attenzione ai temi degli investimenti e dell’occupazione. Un Salvini forte potrebbe contribuire a far fare un passo avanti alle regole europee, con vantaggio generale”. Secondo Monti, poi, l’Italia è l’unica ad avere lo spread a livelli così alti proprio a causa delle dichiarazioni incaute del vicepremier leghista. Un effetto che avevano sottolineato anche i report di Monte dei Paschi e Unicredit. E aggiunge: “Un governo che intendesse essere più assertivo, dovrebbe concentrare le energie non su gesti clamorosi, destinati magari a suscitare forti applausi in Italia ma nessun cambiamento effettivo, bensì su qualche proposta, apparentemente più modesta, ma sulla quale tessere alleanze capaci di condurla a realizzazione”.