Abbiamo guidato la berlina sportiva a batteria della casa californiana nella Capitale, dove è stato inaugurato il nuovo Temporary Store del marchio. Ecco com'è andata
Non ci aspettavamo certo da Tesla la spinta all’auto elettrica di massa. Ora che l’azienda californiana sceglie le sue strategie di marketing anche per l’Italia, confermiamo che così non è. Il marchio inventato e raccontato da Elon Musk si fa trovare a Roma tra i nomi del maggior lusso continentale, in un Temporary Store allestito con garbo e furbizia all’interno dei nuovi magazzini Rinascente di Via del Tritone 61. Un polo per lo shopping di alto livello in cui Tesla occupa una porzione di metri quadri tra alta orologeria e profumeria. E’ il quinto punto vendita in Italia assieme ai due di Milano, quello di Padova e al Temporary Store di Bologna. E’ anche una buona sfida alla logica dei grandi numeri sull’auto elettrica a cui i costruttori automobilistici europei si stanno convertendo con più fretta che fiducia.
L’incontro romano con la nuova Model 3 ci conferma che l’ elettrica nel nostro Paese potrebbe prendere strade molto differenti dalle previsioni ragionieristiche degli uffici marketing delle multinazionali, Tesla in testa. Nonostante infatti la soglia di prezzo scenda molto, la percezione non è quella di un lusso alternativo, ma casomai superiore a quanto offre una berlina sportiva tradizionale. Model 3, nonostante i proclami, non rende più abbordabili le emissioni zero. Casomai intriga con prestazioni, servizi e marchio. Ragionare di prezzo è una conseguenza.
In Italia la gamma è stata semplificata a tre allestimenti. Si comincia con la Standard Range Plus a quota 48.500 euro, cifra da cui è possibile sottrarre ben 6 mila euro grazie ad Ecobonus e incentivi alla rottamazione, ma accessibile anche in in leasing con valore residuo garantito, ovvero con 8 mila euro di anticipo e 400 euro al mese di rata con 15 mila km di percorrenza annua.
Autonomia dichiarata di 415 km secondo le misurazioni WLTP, velocità massima di 225 km/h e accelerazione 0-100 km/h in 5,6 secondi non sono il passaporto di una elettrica comune, e il ragionamento si moltiplica per le altre due varianti a listino, entrambe a trazione non solo posteriore ma integrale: Model 3 Long Range costa 59.100, la variante potenziata Performance tocca i 69.100 euro.
Proprio quest’ultima è stata la protagonista di un breve test drive tra Piazza di Spagna e Via Veneto. Non era certo il percorso perfetto per testare le qualità dinamiche di una vettura chiaramente sportiva nelle risposte all’acceleratore e allo sterzo, ma casomai l’occasione per chi vi scrive di valutare quanta strada abbia fatto Tesla nel far crescere Model 3, nel raffinare il comportamento delle sospensioni verso un livello di comfort da ammiraglia teutonica. Nel migliorare sui modelli destinati all’Europa il controllo di qualità sulle finiture degli interni, impeccabili e molto distanti dall’idea dell’elettrica per tutti che anima la comunicazione Model 3 negli States. La competizione, In Italia, è con i marchi tedeschi, con la vettura che si presenta con una essenzialità delle linee rimarchevole, un cruscotto gestito completamente dal touchscreen da 15 pollici, comandi digitali a sfioramento ed ergonomia invidiabile. Sorprende la naturalezza con cui Tesla parla di aggiornamenti software per la vettura attivabili da remoto, cioè quella economia dei servizi che permette di incrementare capacità e dotazioni della vettura nel corso della sua vita.
Una filosofia Premium Green che rappresenta ancora oggi il fronte del cambiamento che Tesla ha diffuso presso gli altri costruttori automobilistici così come disporre di una propria rete di punti di ricarica ad alta velocità , che in Italia conta su 30 stazioni e 250 connettori, distribuiti in corrispondenza della rete autostradale per consentire di amministrare l’autonomia della vettura anche nei lunghi viaggi. Secondo Tesla, le percorrenze quotidiane e urbane invece rendono necessario solo l’accesso alle colonnine di ricarica standard. Come avviene in un paese normale.