“Non ci fanno paura i proclami di Salvini sul Tav, sono delle meteore che vanno su e spariscono, mentre noi resistiamo da trent’anni”. Fulvio è uno degli storici attivisti del movimento No Tav. Dal presidio No Tav di Venaus, storica roccaforte della lotta contro il treno, commenta così l’avanzata della Lega in Val di Susa. Alle europee, il partito di Salvini è diventato il più forte in quasi tutti i comuni della Valle. Solamente in sei paesi, i pentastellati hanno conservato il primato. “Il crollo del M5S è legato alle aspettative nate dalle promesse che poi non sono state mantenute” racconta l’attivista No Tav Nicoletta Dosio. Un ragionamento condiviso dall’ex sindaco di Venaus Nilo Durbiano, da sempre contro l’alta velocità: “Ha pesato l’astensionismo di molti elettori del M5S, ma anche la tendenza nazionale trainata dalla figura di Matteo Salvini”. Ed è proprio il leader della Lega che la mattina successiva alle elezioni ha ribadito che “il mandato degli italiani è chiaro ed è quello di andare avanti e fare le grandi opere”. Dalla Valsusa, però gli attivisti contrari al treno ad alta velocità rispondono che “questa tornata elettorale non era un referendum sul Tav”.