I parlamentari hanno rinnovato la fiducia a Luigi Di Maio e al governo, ora tocca al voto degli iscritti al Movimento 5 stelle. Oggi, dalle 10 alle 20, sulla piattaforma Rousseau sono chiamati a confermare il loro capo politico. Che intanto ha superato l’esame dell’assemblea tra tormenti e malumori, ma con l’intenzione generale di riconfermare la fiducia al vicepremier. “Non sono emerse criticità, abbiamo deciso che il governo deve andare avanti“, ha affermato il capogruppo M5s a Montecitorio, Francesco D’Uva, al termine della riunione durata sei ore. Uno degli ultimi interventi, significativo e atteso, è stato quello del presidente della Camera e considerato da tempo esponente della linea più vicina alla sinistra, Roberto Fico: “Il problema non è Luigi, ma siamo tutti e dobbiamo lavorare insieme. Serve più lavoro sul territorio“, ha affermato.
Chi si è esposta contro Di Maio è stata la deputata Carla Ruocco, già più volte esposta contro la linea ufficiale: “Voterò contro l’accumulo delle cariche”, ha detto a Radio Capital l’ex membro del direttorio. “Il problema è che il Movimento 5 stelle ha sempre detto che anche un doppio incarico fa deconcentrare. Qui ce ne sono quattro”, ha spiegato la deputata M5s. Per Ruocco “è più che normale e legittimo, in un momento in cui paese è in difficoltà, chiedersi se sia opportuno che una sola persona concentri tutti questi incarichi, anche alla luce di un risultato elettorale che ha visto deluse 6 milioni di persone“. Su Radio Capital la deputata dice anche di essere “contraria alla votazione su Rousseau perché è una votazione ad personam“. “Mi dispiace molto che si trasformi una critica politica in un attacco personale. Lungi da me l’idea di prendere di mira Luigi a livello umano”, ha specificato la stessa Ruocco in un’intervista al Corriere della Sera, in cui ha ribadito però che “il M5s è sempre stato contrario al doppio incarico, qui siamo addirittura a quattro. È evidente che questa sovrapposizione di ruoli ha prodotto l’uomo solo al comando. Che non rientra nei nostri valori“.
La nota di Di Maio: “Torneremo più forti degli altri”. E su Di Battista: “E’ un fratello”
Il vicepremier Di Maio, in mattinata e mentre il voto su di lui era appena partito, ha scritto una nota sul Blog delle Stelle: “Ieri c’è stata un’assemblea importante tra tutti gli eletti del Movimento 5 stelle in Parlamento”, ha esordito. “È stato un momento proficuo per guardarsi in faccia e dirci cosa è andato storto alle ultime Europee. Ci siamo confrontati, in modo convinto, come una grande comunità. E abbiamo ritrovato spirito, sebbene non avessimo mai perso la forza, né il coraggio. Ci siamo detti che ora è importante fare uno scatto, trovare un’organizzazione più adeguata, dare più spazio e ascolto ai territori, ultimamente abbandonati. E di questo mi scuso ancora una volta personalmente. Sono io per primo che me ne assumo le responsabilità”. Quindi ha rilanciato dicendo che il Movimento si risolleverà anche da questa botta: “Quando pensano di averci abbattuto, noi torniamo più forti di prima. Noi rialziamo sempre la testa! Ed è quello che non va giù ai giornali e al sistema”. A questo proposito ha smentito le ricostruzioni dei giornali su uno scontro tra lui e Di Battista: “Proprio oggi, non a caso, leggo falsità ovunque. Falsità che hanno il solo scopo di dividerci. Falsità sul rapporto tra me e Alessandro. Parole che io non ho mai pronunciato (come ad esempio “dov’era lui? Scompare, si fa pregare, poi si presenta così, a due giorni dal voto a fare il predicatore…”). È sempre la stessa storia, che si protrae da anni. Noi contro tutti, tutti contro di noi. È un meccanismo collaudato, ma noi non cediamo di un centimetro. Alessandro è un fratello e un compagno di viaggio, così come lo è Roberto e lo sono molti altri. Già l’ho detto: il MoVimento 5 Stelle non perde mai: o vince o impara. E adesso stiamo ripartendo”.
L’assemblea. Fico e Di Battista: “Fiducia a Di Maio”
All’assemblea degli eletti hanno partecipato tutti i big del M5s, incluso Alessandro Di Battista, che hanno blindato il capo politico, in un vertice fondamentale per le strategie future. Di Maio prendendo la parola ha chiesto che fosse rinnovato l’appoggio al suo gruppo per far andare avanti l’esecutivo: “Volete ancora sostenere questo governo? Conte vuole saperlo”. Alla fine qualche critica c’è stata ma sempre in clima di rinnovo della fiducia al vicepremier. “È da vecchia politica mettere in discussione il capo dopo una sconfitta. Almeno abbiamo un vertice, il problema è che mancano gli altri“, ha detto Fico ai parlamentari. “Dobbiamo riprendere i nostri valori e capire quali sono quelli fondanti“, ha esortato il presidente della Camera. “Vogliamo provare a diventare un partito politico classico oppure vogliamo fare il Movimento 5 stelle, che è molto più difficile? Non ho soluzioni, penso che dobbiamo trovare una via“, ha aggiunto Fico.
Staff comunicazione fuori, tema è nuova organizzazione
La riforma dell’organizzazione interna è il tema su cui molto si è discusso all’interno dell’assemblea, dove per al prima volta nella storia recente del M5s, al termine del discorso di Di Maio lo staff della comunicazione è stato fatto uscire. Serve “strutturarsi in modo migliore” nel Movimento, che “non sarà un compito solo in capo a Di Maio, ma la fiducia a Luigi va ribadita”, è la sintesi che fa Alessandro Di Battista ai cronisti al termine dell’assemblea M5s. Troppi incarichi a Di Maio? “Il nostro limite è che siamo brave persone e quindi abbiamo scelto i ministeri più complicati e abbiamo fatto i provvedimenti più complicati”, ha spiegato l’ex parlamentare. Anche con la conferma degli iscritti, il capo politico ha annunciato una vera e propria riforma, scrive il Corriere della Sera, che partirà da un nuovo direttorio formato da Beppe Grillo, Davide Casaleggio, Di Battista e Fico.
Paragone a Di Maio chiede: “Hai ancora fiducia in me?”. Il gelo dell’assemblea
“Luigi, scusa se non ti ho aiutato abbastanza”, avrebbe invece detto Di Battista durante la riunione, spingendo per una riorganizzazione più “movimentista” dei Cinquestelle. Una frase pronunciata in risposta a un riferimento fatto dallo stesso Di Maio che, rivolto all’ex deputato, avrebbe detto: “Almeno io non me ne sono andato”. Anche il senatore e giornalista Primo Di Nicola, fresco di dimissioni da vicecapogruppo, ha ribadito “fiducia piena in Di Maio, ha fatto un miracolo. Alla fine, le critiche su cui lo stesso vicepremier ha voluto calcare la mano – “Anche io ho una dignità e negli ultimi due giorni mi sono sentito dire di tutto” – si sono ridotte al solo tema sollevato da Luigi Paragone. Il senatore nel suo intervento ha spiegato che “le mie parole sono state fraintese” (il riferimento è al titolo del Corriere della Sera, ndr) e ha chiesto a Di Maio: “Hai ancora fiducia in me?”. Ma ha confermato i suoi dubbi sulla scelta di dare due ministeri alla stessa persona. Proprio le parole del senatore sono state accolte tra molte perplessità dell’assemblea: “Ho sentito parlare solo di ‘io'”, ha replicato uno dei parlamentari presenti.
Tema rimpasto: la richiesta di cambiare alcuni ministri
Più seguito ha avuto invece l’intervento del deputato Emilio Carelli che ha parlato della necessità di “valutare se sia necessario un cambio della compagine ministeriale”. I suoi dubbi sull’attuale squadra di ministri (peraltro tutti presenti) sono stati condivisi da molti e la richiesta di una cambio è all’ordine del giorno. Prima però, serve la fiducia piena a Di Maio per tornare al tavolo con il premier Giuseppe Conte e Matteo Salvini e definire le prossime tappe dell’esecutivo.
Il deputato Gallo: “Sbagliato a non andare con i Verdi. Direttorio? Non ci sarà”
Tra le poche voci di dissenso che si sono esposte oggi, c’è quella del deputato M5s Luigi Gallo: “L’identità vera del Movimento cinque stelle è quella ecologica. Si è sbagliato già 5 anni fa a non parlare con i Verdi Europei, partiamo da adesso”, ha detto a Radio 24. “Non basta più dire: ‘non siamo né di destra né di sinistra’, e se ne è parlato anche in Assemblea ieri sera. Io credo che l’identità vera del M5s sia quella ecologica, uno spazio all’interno delle famiglie dei verdi sullo scenario internazionale”. Gallo ha anche smentito l’ipotesi che si pensi alla creazione di un direttorio: “Non ci sarà nessun direttorio alla guida del Movimento. La strada è quella delle assemblee regionali e credo che sia quella giusta per ricostruire la nostra identità”.
Politica
M5s, in corso voto iscritti su Di Maio. Lui: ‘Scontro con Di Battista? E’ fratello’. Fico in assemblea: ‘Problema non è Luigi’
E' cominciata la votazione su Rousseau per confermare il capo politico. La deputata annuncia il suo no. Intanto il vicepremier ieri ha superato positivamente l'esame con i parlamentari. D'Uva: "Abbiamo deciso che il governo deve andare avanti". Il presidente della Camera ha parlato tra gli ultimi: "Problema siamo tutti e serve più lavoro sul territorio". Di Battista ha insistito su una "strutturazione migliore" e nel dibattito - a cui lo staff comunicazione non ha assistito - si è parlato anche del cambio di alcuni ministri
I parlamentari hanno rinnovato la fiducia a Luigi Di Maio e al governo, ora tocca al voto degli iscritti al Movimento 5 stelle. Oggi, dalle 10 alle 20, sulla piattaforma Rousseau sono chiamati a confermare il loro capo politico. Che intanto ha superato l’esame dell’assemblea tra tormenti e malumori, ma con l’intenzione generale di riconfermare la fiducia al vicepremier. “Non sono emerse criticità, abbiamo deciso che il governo deve andare avanti“, ha affermato il capogruppo M5s a Montecitorio, Francesco D’Uva, al termine della riunione durata sei ore. Uno degli ultimi interventi, significativo e atteso, è stato quello del presidente della Camera e considerato da tempo esponente della linea più vicina alla sinistra, Roberto Fico: “Il problema non è Luigi, ma siamo tutti e dobbiamo lavorare insieme. Serve più lavoro sul territorio“, ha affermato.
Chi si è esposta contro Di Maio è stata la deputata Carla Ruocco, già più volte esposta contro la linea ufficiale: “Voterò contro l’accumulo delle cariche”, ha detto a Radio Capital l’ex membro del direttorio. “Il problema è che il Movimento 5 stelle ha sempre detto che anche un doppio incarico fa deconcentrare. Qui ce ne sono quattro”, ha spiegato la deputata M5s. Per Ruocco “è più che normale e legittimo, in un momento in cui paese è in difficoltà, chiedersi se sia opportuno che una sola persona concentri tutti questi incarichi, anche alla luce di un risultato elettorale che ha visto deluse 6 milioni di persone“. Su Radio Capital la deputata dice anche di essere “contraria alla votazione su Rousseau perché è una votazione ad personam“. “Mi dispiace molto che si trasformi una critica politica in un attacco personale. Lungi da me l’idea di prendere di mira Luigi a livello umano”, ha specificato la stessa Ruocco in un’intervista al Corriere della Sera, in cui ha ribadito però che “il M5s è sempre stato contrario al doppio incarico, qui siamo addirittura a quattro. È evidente che questa sovrapposizione di ruoli ha prodotto l’uomo solo al comando. Che non rientra nei nostri valori“.
La nota di Di Maio: “Torneremo più forti degli altri”. E su Di Battista: “E’ un fratello”
Il vicepremier Di Maio, in mattinata e mentre il voto su di lui era appena partito, ha scritto una nota sul Blog delle Stelle: “Ieri c’è stata un’assemblea importante tra tutti gli eletti del Movimento 5 stelle in Parlamento”, ha esordito. “È stato un momento proficuo per guardarsi in faccia e dirci cosa è andato storto alle ultime Europee. Ci siamo confrontati, in modo convinto, come una grande comunità. E abbiamo ritrovato spirito, sebbene non avessimo mai perso la forza, né il coraggio. Ci siamo detti che ora è importante fare uno scatto, trovare un’organizzazione più adeguata, dare più spazio e ascolto ai territori, ultimamente abbandonati. E di questo mi scuso ancora una volta personalmente. Sono io per primo che me ne assumo le responsabilità”. Quindi ha rilanciato dicendo che il Movimento si risolleverà anche da questa botta: “Quando pensano di averci abbattuto, noi torniamo più forti di prima. Noi rialziamo sempre la testa! Ed è quello che non va giù ai giornali e al sistema”. A questo proposito ha smentito le ricostruzioni dei giornali su uno scontro tra lui e Di Battista: “Proprio oggi, non a caso, leggo falsità ovunque. Falsità che hanno il solo scopo di dividerci. Falsità sul rapporto tra me e Alessandro. Parole che io non ho mai pronunciato (come ad esempio “dov’era lui? Scompare, si fa pregare, poi si presenta così, a due giorni dal voto a fare il predicatore…”). È sempre la stessa storia, che si protrae da anni. Noi contro tutti, tutti contro di noi. È un meccanismo collaudato, ma noi non cediamo di un centimetro. Alessandro è un fratello e un compagno di viaggio, così come lo è Roberto e lo sono molti altri. Già l’ho detto: il MoVimento 5 Stelle non perde mai: o vince o impara. E adesso stiamo ripartendo”.
L’assemblea. Fico e Di Battista: “Fiducia a Di Maio”
All’assemblea degli eletti hanno partecipato tutti i big del M5s, incluso Alessandro Di Battista, che hanno blindato il capo politico, in un vertice fondamentale per le strategie future. Di Maio prendendo la parola ha chiesto che fosse rinnovato l’appoggio al suo gruppo per far andare avanti l’esecutivo: “Volete ancora sostenere questo governo? Conte vuole saperlo”. Alla fine qualche critica c’è stata ma sempre in clima di rinnovo della fiducia al vicepremier. “È da vecchia politica mettere in discussione il capo dopo una sconfitta. Almeno abbiamo un vertice, il problema è che mancano gli altri“, ha detto Fico ai parlamentari. “Dobbiamo riprendere i nostri valori e capire quali sono quelli fondanti“, ha esortato il presidente della Camera. “Vogliamo provare a diventare un partito politico classico oppure vogliamo fare il Movimento 5 stelle, che è molto più difficile? Non ho soluzioni, penso che dobbiamo trovare una via“, ha aggiunto Fico.
Staff comunicazione fuori, tema è nuova organizzazione
La riforma dell’organizzazione interna è il tema su cui molto si è discusso all’interno dell’assemblea, dove per al prima volta nella storia recente del M5s, al termine del discorso di Di Maio lo staff della comunicazione è stato fatto uscire. Serve “strutturarsi in modo migliore” nel Movimento, che “non sarà un compito solo in capo a Di Maio, ma la fiducia a Luigi va ribadita”, è la sintesi che fa Alessandro Di Battista ai cronisti al termine dell’assemblea M5s. Troppi incarichi a Di Maio? “Il nostro limite è che siamo brave persone e quindi abbiamo scelto i ministeri più complicati e abbiamo fatto i provvedimenti più complicati”, ha spiegato l’ex parlamentare. Anche con la conferma degli iscritti, il capo politico ha annunciato una vera e propria riforma, scrive il Corriere della Sera, che partirà da un nuovo direttorio formato da Beppe Grillo, Davide Casaleggio, Di Battista e Fico.
Paragone a Di Maio chiede: “Hai ancora fiducia in me?”. Il gelo dell’assemblea
“Luigi, scusa se non ti ho aiutato abbastanza”, avrebbe invece detto Di Battista durante la riunione, spingendo per una riorganizzazione più “movimentista” dei Cinquestelle. Una frase pronunciata in risposta a un riferimento fatto dallo stesso Di Maio che, rivolto all’ex deputato, avrebbe detto: “Almeno io non me ne sono andato”. Anche il senatore e giornalista Primo Di Nicola, fresco di dimissioni da vicecapogruppo, ha ribadito “fiducia piena in Di Maio, ha fatto un miracolo. Alla fine, le critiche su cui lo stesso vicepremier ha voluto calcare la mano – “Anche io ho una dignità e negli ultimi due giorni mi sono sentito dire di tutto” – si sono ridotte al solo tema sollevato da Luigi Paragone. Il senatore nel suo intervento ha spiegato che “le mie parole sono state fraintese” (il riferimento è al titolo del Corriere della Sera, ndr) e ha chiesto a Di Maio: “Hai ancora fiducia in me?”. Ma ha confermato i suoi dubbi sulla scelta di dare due ministeri alla stessa persona. Proprio le parole del senatore sono state accolte tra molte perplessità dell’assemblea: “Ho sentito parlare solo di ‘io'”, ha replicato uno dei parlamentari presenti.
Tema rimpasto: la richiesta di cambiare alcuni ministri
Più seguito ha avuto invece l’intervento del deputato Emilio Carelli che ha parlato della necessità di “valutare se sia necessario un cambio della compagine ministeriale”. I suoi dubbi sull’attuale squadra di ministri (peraltro tutti presenti) sono stati condivisi da molti e la richiesta di una cambio è all’ordine del giorno. Prima però, serve la fiducia piena a Di Maio per tornare al tavolo con il premier Giuseppe Conte e Matteo Salvini e definire le prossime tappe dell’esecutivo.
Il deputato Gallo: “Sbagliato a non andare con i Verdi. Direttorio? Non ci sarà”
Tra le poche voci di dissenso che si sono esposte oggi, c’è quella del deputato M5s Luigi Gallo: “L’identità vera del Movimento cinque stelle è quella ecologica. Si è sbagliato già 5 anni fa a non parlare con i Verdi Europei, partiamo da adesso”, ha detto a Radio 24. “Non basta più dire: ‘non siamo né di destra né di sinistra’, e se ne è parlato anche in Assemblea ieri sera. Io credo che l’identità vera del M5s sia quella ecologica, uno spazio all’interno delle famiglie dei verdi sullo scenario internazionale”. Gallo ha anche smentito l’ipotesi che si pensi alla creazione di un direttorio: “Non ci sarà nessun direttorio alla guida del Movimento. La strada è quella delle assemblee regionali e credo che sia quella giusta per ricostruire la nostra identità”.
SALVIMAIO
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Governo, Di Battista: “Rixi? Se condannato non posso pensare Salvini mandi tutto a carte quarantotto per difenderlo”
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Politica
La Lega a Meloni: “Dov’è l’emergenza per il riarmo da 800 miliardi?”. La premier in Aula si scaglia contro il Manifesto di Ventotene e infiamma le opposizioni
Mondo
Trump: ‘Telefonata con Zelensky molto buona’. Incontrerà Putin domenica in Arabia Saudita. Witkoff: ‘La tregua in un paio di settimane’
Zonaeuro
I paletti di Bruxelles sul business del riarmo: la torta di 150 miliardi riservata a produttori Ue e ucraini
Roma, 19 mar (Adnkronos) - "Giorgia Meloni è fuggita di nuovo, non la vedevamo dal dicembre scorso e le volte che si è palesata in aula si contano sulle dita di una mano. Si è chiusa per mesi nel silenzio imbarazzato di chi non sa cosa dire o non vuole dire cosa pensa". Lo ha detto Elly Schlein alla Camera.
Roma, 19 mar (Adnkronos) - La Lega "ha sostanzialmente commissariato la presidente Meloni dicendo che non ha mandato per esprimersi al Consiglio Ue". Lo ha detto Elly Schlein alla Camera.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Nessun impegno, nessun nuovo modello e nessuna certezza su occupazione e investimenti. Oltre i modi garbati di Joh Elkann non c’è nulla di nuovo". Lo affermano Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Alleanza Verdi Sinistra.
"Abbiamo chiesto - proseguono i due leader di Avs - a John Elkann di fare davvero il Presidente e il Ceo dell’azienda che dirige. Solo lui potrebbe e dovrebbe dare garanzie concrete su investimenti e occupazione in Italia. Dal 2014 ad oggi il settore ha perso 15mila lavoratori, con un danno sociale ed economico enorme per il paese. Vogliamo riportare le produzioni delocalizzate in Italia, come quella della grande Panda in Serbia, interrompendo il trasferimento degli stabilimenti all’estero. È inaccettabile che Stellantis continui a produrre modelli di grande diffusione lontano dal nostro Paese utilizzando l’immagine made in Italy solo per gli spot".
"Chiediamo un progetto industriale chiaro, che preveda investimenti definiti, nuovi modelli da realizzare in Italia e precise garanzie sul fronte produttivo e occupazionale. Tocca costatare che anche oggi non è arrivata nessuna risposta sulla Gigafactory di Termoli, sul reshoring delle produzioni trasferite all’estero, così come la fine della spinta alle delocalizzazioni, che impoveriscono il nostro tessuto industriale. L’audizione di oggi evidenzia anche - concludono Bonelli e Fratoianni - l’inadeguatezza del governo Meloni, più impegnato a fare la guerra alla transizione ecologica che a investire seriamente nelle infrastrutture necessarie, come le stazioni di ricarica e le Gigafactory. La destra non capisce che, se l’Europa non procederà con determinazione verso l’elettrico, sarà schiacciata dai colossi globali come l’americana Tesla e la cinese Byd. Serve una politica industriale lungimirante, non la difesa di modelli ormai superati".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Oplà! L’ennesima giravolta di Giorgia l’Influencer è servita". Lo scrive Matteo Renzi sui social postando una dichiarazione del 2016 della premier Giorgia Meloni. "Sull'Europa avevano le idee più chiare nel 1941 i firmatari del Manifesto di Ventotene, detenuti in carcere", disse Meloni parlando di Renzi, Hollande e Merkel.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Criticare un Manifesto è legittimo. Non rispettare la storia di ha dato la propria vita è un errore, ma questo non è accaduto". Lo ha detto in aula Maurizio Lupi di Noi Moderati nelle dichiarazioni di voto dopo le comunicazioni delle premier Giorgia Meloni. "Rispettare la storia non vuol dire non avere la libertà o la legittimità di criticare contenuti e idee diverse dalla propria storia, questo è il sale delle forza della democrazia".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - “La presidente del Consiglio che rinnega i valori della Costituzione sulla quale pure ha giurato: come si può? Come si possono insultare i padri non solo dell’Europa ma anche della nostra patria? Non è solo un’anti europeista che getta la maschera, e su questo avevamo pochi dubbi visto che la sua idea di Europa è più quella di Orban che la nostra ,il fatto più grave è che Meloni, con il suo discorso sul manifesto di Ventotene, insulta la storia e la memoria del nostro Paese". Così in una nota l’eurodeputata del Pd, Irene Tinagli.
"Mi voglio augurare che i vertici delle istituzioni, i presidenti di Camera e Senato in primis, vogliamo intervenire a tutela della democrazia, duramente contestata da chi dovrebbe governare l’Italia ed invece la oltraggia. La verità è fin troppo banale: all'Europa libera e unita, la Meloni preferisce l’autoritarismo di Orban e la sudditanza a Trump”.
Roma, 19 mar (Adnkronos) - "Abbiamo assistito all'ennesimo show della influencer Meloni, dopo un intervento scialbo, il grande colpo finale, l'attacco al Manifesto di Ventotene, preparato da giorni con giornalisti amici e le Tv, che serve per stare sui giornali per il Manifesto di Ventotene anzichè per le divisioni della maggioranza o la mancanza di una linea chiara di questo governo". Lo ha detto Maria Elena Boschi in aula alla Camera.
"Penso che abbia mandato di traverso il pranzo al presidente Mattarella, che ha anche ricordato che il Manifesto di Ventotene è un punto di riferimento nella costruzione europea", ha aggiunto la capogruppo di Iv a Montecitorio, che tra le altre cose ha sottolineato: "La Lega ha linea chiara, e l'ha detto: lei no ha mandato per andare al Consiglio Ue".