Politica

2 giugno, tre ex Capi di Stato Maggiore disertano celebrazioni: “Pessima gestione Difesa e accuse infamanti su pensioni”

Dopo lo scontro con i Senatori di Fratelli d'Italia che hanno protestato contro Elisabetta Trenta per aver scelto l'inclusione come tema della parata, l'annuncio della mancata partecipazione dei tre Generali anziani Vincenzo Camporini, Mario Arpino e Dino Tricarico: "Contro di noi c'è stata una gogna mediatica che ha scatenato odio di classe"

È di nuovo polemica sulle celebrazioni per la Festa della Repubblica. Dopo lo scontro con i Senatori di Fratelli d’Italia che hanno protestato contro Elisabetta Trenta per aver scelto l’inclusione come tema della parata del 2 giugno, il ministero della Difesa finisce nel mirino di alcuni ex Capi di Stato Maggiore che hanno annunciato la loro assenza alle celebrazioni. 

“Comunico a tutti gli amici che quest’anno ho deciso di non accettare l’invito ad assistere alle celebrazioni del 2 giugno in via dei Fori imperiali – ha scritto su Facebook il Generale Vincenzo Camporini – Troppe le disattenzioni del governo nei confronti dei temi della Difesa, spesso snaturata con una ipocrita enfasi sul dual use, a partire dalla perdurante mancata presentazione del decreto Missioni, dalla sostanziale paralisi delle attività amministrative per l’ammodernamento dei mezzi, da dichiarazioni di vuoto pacifismo del presidente del Consiglio e potrei continuare. Sono assolutamente certo che nessuno sarà sconvolto dalla mia assenza, ma personalmente non me la sento di avallare ipocritamente con la mia presenza una gestione che sta minando un’istituzione di cui il Paese deve essere orgoglioso”.

Il Generale Mario Arpino, invece, si scaglia contro il governo per la campagna sui tagli alle pensioni d’oro, definendola una “gogna mediatica, odio di classe”: “Alla parata non ci sarò, attendo un clima più sereno – ha dichiarato l’ex Capo di Stato Maggiore – Non è tollerabile la gogna mediatica a cui sono stati sottoposti i pensionati. Non ne faccio una questione personale, trovo inaccettabile sentire parlare di pensioni d’oro, quasi incitando all’odio di classe. Sarebbe ipocrita da parte mia stringere le mani di chi ha tagliato le pensioni. Non è una colpa, ma un merito, avere una pensione più alta per chi ha lavorato tutta la vita. Io ho cumulativamente 55 anni di servizio. Non mi sembra che l’atteggiamento di alcuni ministri sia giusto. Penso che l’indecisione di questo governo su tantissimi temi sia molto grave. Le questioni militari, penso ad esempio agli F-35, sono passate completamente in secondo piano”.

Chi individua sia le politiche messe in campo dalla Difesa, che la questione delle pensioni d’oro come i motivi dietro la propria assenza è invece il Generale Dino Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica:  “Non parteciperò perché sarebbe ipocrita applaudire i nostri soldati in compagnia di soggetti che stanno contribuendo a un progressivo e, per certi versi, irreversibile indebolimento delle Forze Armate – ha dichiarato – Una componente della maggioranza giallo-verde sta portando avanti un atteggiamento ostile nei confronti di una delle poche Istituzioni che funzionano bene in Italia: le Forze Armate”. Poi continua spostando il messaggio proprio sul tema pensioni: “Per di più, noi generali in pensione veniamo trattati come dei malfattori per via della polemica sulle cosiddette pensioni d’oro – continua Tricarico – Addirittura Luigi Di Maio pronunciò la frase ‘si debbono vergognare’. Non capisco di cosa dovrei vergognarmi. Ho servito lealmente il mio Paese per 40 anni, rischiando la vita su un aeroplano”.

Anche Ignazio La Russa, vicepresidente del Senato e membro di Fratelli d’Italia, ha detto che non sarà presente alle celebrazioni. Un annuncio, il suo, che arriva 24 ore dopo lo scontro avuto in aula con la ministra Trenta che, in risposta alle accuse dei senatori del partito di destra, aveva fatto il segno della pace. “Si è vergognata di aver fatto capire che questa storia dell’inclusione fosse un attacco al suo presunto alleato Salvini e ha cercato di aggiustarla. Più che la bandiera arcobaleno, noi amiamo il tricolore”, aveva dichiarato il senatore che oggi, a SkyTg24, ha portato avanti la polemica:  “Per la prima volta e a malincuore, dopo tanti anni non andrò alla parata del 2 giugno – ha detto – Non andrò non certo per mancanza di rispetto verso le Forze Armate, che rimangono sempre nel mio cuore, ma in segno di protesta verso il ministro Trenta. In questi anni sono sempre andato d’accordo con tutti i ministri della Difesa che sono arrivati dopo di me o, quantomeno, ho sempre avuto verso di loro un enorme rispetto. Ma chi come il ministro Trenta pensa di trasformare le Forze Armate in Peace&Love, mancando di rispetto ai nostri uomini e alle nostre donne in divisa, non merita niente. E io il 2 giugno non voglio stare e non sarò al suo fianco durante la parata”.